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Msf: il governo dia l'inespellibilità e permesso di soggiorno agli stranieri malati
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Medici Senza Frontiere (Msf) ha riscontrato su tutto il territorio nazionale molti casi di espulsione e diniego al rilascio del permesso di soggiorno nei confronti di cittadini stranieri affetti da gravi patologie (Hiv/Aids, insufficienze renali croniche e altre patologie renali che richiedono dialisi, malattie oncologiche che richiedano un trattamento chemioterapico e radioterapico, gravi patologie psichiatriche) e in trattamento terapeutico presso strutture sanitarie italiane.
In base all'articolo 35, III comma della legge 40/98 (Turco-Napolitano), non modificato dalla legge 189/2002 (Bossi-Fini), agli stranieri presenti in Italia "non in regola con le norme relative all'ingresso e al soggiorno sono assicurate, nei presidi pubblici ed accreditati "le cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti ed essenziali, ancorché continuative per malattia o
infortunio.."
Per "cure continuative" possono senz'altro intendersi tutte quelle prestazioni sanitarie necessarie a non vanificare i trattamenti intrapresi con la prestazione iniziale e la cui interruzione potrebbe causare grave pregiudizio per la salute e per la vita del malato.
Nonostante ciò, la prassi dimostra che lo straniero "non in regola con le norme relative all'ingresso e al soggiorno" gode di una certa "immunità" da eventuali controlli solo all'interno del presidio ospedaliero (art. 35, comma V legge 49/98), mentre al di fuori della struttura sanitaria può essere controllato, tradotto in Questura, in quanto irregolarmente presente
sul territorio, ed espulso.
Per queste ragioni, Medici Senza Frontiere chiede che venga adeguatamente esplicitato il senso dell'art. 35, III comma e che siano a tal fine apportate alcune modifiche alla legge 189/2002 in sede di regolamento di attuazione.
Gli stranieri affetti da gravi patologie non diagnosticate, non
diagnosticabili o non curabili adeguatamente ed effettivamente nel loro Paese di origine:
1. devono essere considerati categoria inespellibile (come attualmente lo sono le donne in stato di gravidanza);
2. devono poter ottenere un permesso di soggiorno che consenta loro di dimostrare immediatamente il loro particolare status qualora femati e sottoposti a controllo, considerato peraltro che la legge attuale prevede l'accompagnamento immediato in frontiera per tutti i casi di espulsione;
3. avranno altresì facoltà di lavorare in modo da contribuire alla spesa pubblica e quindi al pagamento delle cure cui sono sottoposti.
Le modifiche proposte che dipendono in modo consequenziale da una corretta interpretazione del termine "continuative" riferito alle cure di cui possono godere gli stranieri irregolarmente soggiornanti, non rischiano di ingenerare un fenomeno di reazione a catena in quanto incidono su
situazioni particolari e limitate e sono volte unicamente a impedire il verificarsi di situazioni gravemente lesive di diritti costituzionalmente garantiti (vd.art.32 Cost.)