Morire al confine

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Immagine: Unsplash.com

Una bambina curda di 10 anni è affogata mentre tentava di attraversare con la mamma il Dragogna. I soccorritori hanno impiegato giorni per ritrovare il corpo impigliato tra i rami a circa 2 metri di profondità.

Il fiumiciattolo che separa la Slovenia dalla Croazia era già salito alla ribalta delle cronache internazionali per l’irrisolta disputa confinaria tra i due paesi. Lubiana, durante la crisi migratoria del 2014, lo ha transennato, come ha fatto con tutto il resto del confine, con barriere e rotoli di filo spinato, per rendere più difficoltoso il passaggio illegale della frontiera.

Giovedì scorso una quarantasettenne con i suoi quattro bambini ha cercato di guadare il fiume per entrare in Slovenia. Il figlio diciottenne e un altro bimbo di cinque anni sono riusciti ad arrivare sulla sponda slovena; la donna con sulle spalle la bambina è rimasta in mezzo al corso d’acqua, mentre l’altro figlio tredicenne anni è restato bloccato sul versante croato. Le acque, ingrossate dalle piogge dei giorni precedenti, hanno trascinato via la bimba, mentre la madre è rimasta aggrappata ad un tronco. È stato il figlio sulla sponda croata a dare l’allarme, bussando alla porta di una casa e urlando in inglese le uniche parole che conosceva: “help”, “help”. Il proprietario è andato immediatamente sul posto e poco dopo è arrivato anche un agente della polizia croata che si è buttato nel fiume, ma non è riuscito a far altro che a impedire che la piena portasse via anche la donna. A quel punto dall’altra parte del confine sono arrivati i poliziotti sloveni. Hanno usato il guinzaglio del cane per legare l’agente che si è tuffato in acqua e poi, con l’aiuto di una scala, messa tra le due sponde, hanno tratto in salvo la donna.

I profughi sono stati immediatamente riconsegnati ai croati, che prima li hanno trasportati a Pola, dove sono stati ricoverati in ospedale (in Slovenia l’ospedale di Isola distava solo pochi chilometri) e poi li hanno trasferiti al centro profughi di Zagabria, dove hanno chiesto asilo politico. Ora la salma della bimba attende di venir portata in Turchia, dove verrà sepolta nel villaggio natale della famiglia.

Pochi giorni prima, sempre nella valle del Dragogna, un profugo del Bangladesh, è morto di freddo. Il corpo è stato rinvenuto da un contadino della zona che stava percorrendo una stradina di campagna. Secondo quanto scrive sul Dnevnik Uroš Škerl Kramberger, negli ultimi 4 anni in Slovenia sono morti, in varie circostanze, 23 migranti. Nello stesso periodo lungo la rotta balcanica hanno perso la vita circa 200 persone, tra cui altri 2 bambini. Un fanciullo di 5 anni è affogato in un fiume tra Bosnia e Croazia, mentre una bimba di 6 anni è stata travolta da un treno in Serbia dopo che la polizia croata aveva ricacciato lei e la sua famiglia al di là del confine. Proprio per questo episodio la Corte europea ha condannato di recente la Croazia per violazione del diritto alla vita, trattamento inumano e divieto di respingimento collettivo...

L'articolo di Stefano Lusa segue su Balcanicaucaso.org

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