Morir di fame senza la Tv

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Diciannove minuti. È il tempo complessivo dedicato tra luglio e agosto da tutti i Tg italiani alla carestia in Niger. Hanno giudicato più interessanti le notizie sui VIP dei quali, sempre i Tg, ci hanno parlato per oltre 11 ore. In Niger, intanto, oltre tre milioni di persone sono esposte alla fame e moltissimi bambini sono già morti. È dall'inizio dell'anno che una delle più gravi crisi nutrizionali degli ultimi trent'anni sta mietendo vittime nel paese nordafricano. Tra i più poveri del mondo - è penultimo nell'indice ONU di sviluppo umano - il Niger è inoltre vessato da un debito estero i cui soli interessi assorbono più del bilancio di salute e istruzione insieme.

La mancanza di sicurezza alimentare è cronica per gli abitanti del Niger, ma ad aggravare la situazione quest'anno hanno contribuito un'invasione di locuste e una brutale siccità che hanno distrutto parte del raccolto del 2004. Tutto ciò si sapeva da tempo e la comunità internazionale avrebbe potuto arginare la crisi organizzando distribuzioni di cibo e rendendo gratuite le cure per i bambini. Ma non è lo tsunami, non fa notizia, non muove il mondo politico internazionale. Anzi, il governo del Niger riceve pressioni da parte delle istituzioni finanziarie internazionali, dai maggiori paesi donatori occidentali e dalle stesse agenzie ONU ad agire in modo da non destabilizzare il mercato alimentare locale e non deviare risorse dai progetti di sviluppo in corso. Così, invece di distribuire il cibo gratuitamente, lo ha offerto a "prezzi moderati". Ed invece di fornire cure gratuite ha mantenuto il sistema basato sul pagamento da parte dei pazienti, condannando a morte migliaia di persone. Tutto in regola: tanto che, nonostante a fine giugno fossero già a migliaia i morti di fame, alcuni donatori internazionali hanno elogiato il governo nigerino per aver "rispettato il mercato".

Con l'apparire sugli schermi britannici e statunitensi e della crisi - notizia tardiva ma efficace, solo in Italia è stata ignorata - un movimento di aiuto internazionale si è finalmente messo in moto. Ma ecco la beffa: le distribuzioni gratuite di cibo gestite dal Programma Alimentare Mondiale (PAM) - organizzate in funzione dello stato dei raccolti senza considerare lo stato nutrizionale reale della popolazione - non raggiungono le persone che ne hanno più bisogno. Ancora una volta è toccato alle Ong lanciare l'allarme. Medici Senza Frontiere (MSF) ad agosto ha inviato un appello a Kofi Annan perché la distribuzione degli aiuti fosse fatta in funzione dei bisogni reali della popolazione.

Intanto è sorto un nuovo problema: nella regione di Zinder un bambino su 5 soffre di malnutrizione grave, ma il governo nigerino, sostenuto dal PAM, chiede la sospensione delle distribuzioni gratuite di cibo a partire dall'inizio di ottobre. Il motivo? A due settimane dal raccolto, la distribuzione gratuita potrebbe "destabilizzare il mercato". A Zinder, nella sola settimana dal 5 all'11 settembre gli operatori di MSF hanno intanto ricoverato 3.250 bambini gravemente malnutriti.

Ed ora una nuova minaccia: la malaria. Se n'è accorta l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che ha deciso di inviare in Niger centomila confezioni di medicinali per prevenire la diffusione della malattia. In condizioni "normali" la malaria causa già la metà delle morti tra i bambini. Ma "la malnutrizione rende i bambini più vulnerabili alla malaria" - avverte l'Oms e la situazione potrebbe peggiorare nei prossimi mesi. Le Nazioni Unite, dopo la visita di Kofi Annan nella regione, hanno intanto stimato in due milioni e mezzo le persone vulnerabili a causa della gravissima crisi alimentare.

"Spetta alla politica evitare che intere popolazioni siano ridotte alla fame" - afferma Gianfranco di Maio, responsabile medico di MSF-Italia. Accanto alle quanto mai necessarie politiche di sviluppo per garantire la sicurezza alimentare, il sistema - in Niger come in tutte le zone soggette a carestie - deve essere in grado di funzionare anche in situazioni di crisi nutrizionale. Occorrono progetti di sviluppo, ma anche capacità di fronteggiare la crisi. Vendere cibo a prezzi moderati durante una carestia, come si è fatto in Niger, non serve a nessuno. È necessario, invece, distribuire gratuitamente massicce quantità di cibo e assicurare cure mediche gratuite. Ma, per poterlo fare, occorr che si muova il modo politico e i media. "È difficile guardare il volto di un bambino che muore di fame" - racconta Marco, infermiere di MSF, dopo 6 mesi in Niger. I nostri telegiornali avranno giudicato la notizia indigesta.

di Andrea Pontiroli
(Medici Senza Frontiere)

LA SCHEDA

Uno dei Paesi più poveri al mondo, il Niger basa la sua economia su agricoltura e allevamento. Ma è anche una delle maggiori riserve di uranio al mondo, tanto da essere stato oggetto della "bufala" rifilata ai servizi anglo-americani sui presunti acquisti di uranio da parte di agenti di Saddam. Le miniere di uranio nigerine sono sfruttate da due società francesi: il gruppo Somair e la Cominak. Ma solo negli anni settanta l'uranio ha portato ricchezze ad una parte del paese; il crollo del prezzo a partire dagli anni '80 ha significato anche il ritorno alla povertà per il Niger.

La siccità e la malnutrizione, con scorte di cereali al limite dell' esaurimento sono particolarmente gravi nella zona di Zinder. Diverse migliaia di abitanti del Niger si mettono ogni anni in viaggio verso la Libia nell' illusione di trovare un lavoro o anche di entrare clandestinamente in Europa; ma pochi ci riescono, mentre la maggior parte muore durante l'attraversamento del deserto. Permane inoltre la schiavitù, un crimine contro l'umanità.

Il governo attuale sembra procedere in modo moderato da un regime militare ad una gestione democratica del paese. L'indice del PIL è negativo dal 1990 e più del 60% della popolazione vive con meno di 1 dollaro al giorno. Il debito estero grava pesantemente sul paese che è al penultimo posto nell'indice di sviluppo dell' Onu.

Medici senza Frontiere è un'organizzazione medica, umanitaria, internazionale con sedi in 19 paesi, tra cui l'Italia. Lavora in Niger dal 1985 per far fronte ai picchi stagionali di malnutrizione. Dall'inizio dell'anno ha ricoverato nei suoi Centri Nutrizionali Terapeutici più di 32 mila bambini malnutriti, e cura inoltre gratuitamente i bambini al di sotto dei cinque anni. In Niger non esiste una forma di accesso gratuito all'assistenza medica, a causa del vigente sistema di "recupero dei costi". Di conseguenza molti bimbi non hanno accesso alle cure, fatto che rappresenta una delle principali aggravanti della crisi nutrizionale. [GB]

Per saperne di più
- La crisi nutrizionale in Niger: MSF
- Informazioni sull'Africa: Misna, NIgrizia e Dossier Africa di Unimondo, All Africa
- Agenzie Onu: OMS e PAM

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