Milano devastata: i commenti e gli ammiccamenti

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Numerosi sono i commenti sugli atti di guerriglia, teppismo e squadrismo dei cosiddetti black block durante il corteo “No Expo” che si è tenuto ieri a Milano. Faccio quattro riflessioni strettamente personali.

  • Ritengo inammissibile e gravemente assolutorio il commento del Presidente del Consiglio Matteo Renzi sugli atti di teppismo e vandalismo che si sono visti ieri a Milano. «Hanno cercato di rovinare la festa, ma quattro teppistelli figli di papà non riusciranno a rovinare Expo e Milano è molto più forte di quello che questi pensano» - ha commentato Renzi in un’intervista al Tg2. La ritengo non solo una grave sottovalutazione di ciò che è avvenuto (“hanno cercato di rovinare la festa”: il problema era “la festa”?) ma una dimostrazione di sostanziale incapacità (“quattro teppistelli”) di comprendere un fenomeno come quello dei cosiddetti “black block“ (e più in generale delle infiltrazioni violente in cortei e manifestazioni di legittima protesta) che, già dal 1999 (durante il Vertice WTO di Seattle) al 2001 del G8 di Genova fino ai più recenti accadimenti, puntualmente devastano le città europee durante le manifestazioni. Mi auguro che le forze politiche e le associazioni a cui sta davvero a cuore che venga presto posto fine a questi fenomeni di squadrismo teppista e vandalico facciano sentire nelle sedi opportune forte e chiara la propria protesta per le dichiarazioni di Renzi che ritengo, lo ripeto, inammissibili per un presidente del Consiglio. 
  • E’ tempo anche di interrogarsi seriamente sulla effettiva volontà politica (e quindi del Governo e delle forze politiche) e da parte delle forze dell’ordine di prevenire e impedire queste infiltrazioni violente nei vari cortei. Visto come erano schierati i black block non si può certo dire che non erano visibili (si veda questa foto). Difficile capire come alle forze dell’ordine sia sfuggita anche la “tuta nera” sulla sedia a rotelle davanti al corteo dei black block. Il “movimento” black block – come riporta Franco Fracassi nel suo libro-inchiesta sui black block – è facilmente infiltrabile e gli apparati di intelligence e di pubblica sicurezza possono (se vogliono) essere in grado di farlo. E’ inoltre necessario chiarire se non vi siano delle forme di “collusione” tra black block e forze dell’ordine. Alcune testimonianze, anche di ieri, riportano strani comportamenti da parte delle forze dell’ordine verso alcuni black block fermati e poi rilasciati: si veda questo articolo di Emergenza24. Credo sia venuto il tempo di fare i dovuti accertamenti.  
  • Ritengo inaccettabili, offensive e gravemente auto-assolutorie le dichiarazioni dei promotori della manifestazione “No Expo” riportate sul loro sito. Non solo i promotori non condannano gli atti vandalici e teppistici (se lo hanno fatto ditemi dov’è la dichiarazione), ma l’unica cosa che hanno saputo dire è che “L’intensa giornata di ieri, non è riducibile al solo racconto della rabbia espressa in alcuni momenti del corteo” senza prendere le distanze dalle modalità violente con cui questa “rabbia” si è espressa. Ritengo urgente e necessario che le associazioni genuinamente nonviolente che hanno promosso o partecipato alla manifestazione facciano sentire la loro voce a commento delle dichiarazioni sopra riportate e di ciò che è accaduto. Più in generale ritengo ormai improrogabile - ma già dopo i fatti di Genova 2001 – che chi organizza cortei e manifestazioni di legittima protesta debba interrogarsi seriamente sulle modalità di svolgimento e partecipazione a questi cortei. Per capirci: se fare un corteo significa, di fatto, tutte le volte spalancare le porte ai black block (o come dice Fabrizio Gatti “aprire le porte ai fascisti”), credo sia necessario pensare di sostituire i cortei con raduni di piazza che tra l’altro permettono la comunicazione di contenuti da un palco. Non farlo significa avallare l’idea – come ha detto Mirko Mazzali – che “qualche parte del movimento ci convive (con i black block – ndr) alcuni ci convivono meno, sono organici al movimento no expo o sulla casa”. Non farlo significa inoltre non solo chiudere le porte a tutte quelle associazioni che vogliono partecipare in modo pacifico e nonviolento a manifestazioni di protesta, ma soprattutto, alienarsi anche quella parte dell’opinione pubblica che, pur non manifestando, comprende e sostiene le ragioni della legittima protesta. 
  • Domani ci sarà la manifestazione NessunoTocchiMilano: sarebbe un bel gesto se le associazioni serie e nonviolente che hanno promosso e partecipato al corteo “No Expo” vi partecipassero e dessero una mano a pulire la città devastata.

 Giorgio Beretta
[email protected]

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