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Milano - Expo 2015: Pisapia sottoscrive l’appello “Sulla fame non si specula”
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Venticinquemila persone ogni giorno muoiono di fame o a causa di malattie legate alla fame. È la punta dell'iceberg di una condizione quotidiana che vede un miliardo di persone malnutrite. Mentre questa strage si rinnova, in tutto il mondo i prezzi dei prodotti alimentari sono soggetti a variazioni estreme. Dal giugno 2010 a oggi, i prezzi del grano e del mais sono di nuovo raddoppiati. Parallelamente, nei mercati delle commodity, da Chicago a Singapore a Johannesburg, le operazioni in derivati sulle materie prime e sui beni alimentari hanno fatto registrare, nel 2010, aumenti del 10-20% rispetto all’anno precedente.
Era già successo nel biennio 2007-2008: i prezzi di alcuni cereali raddoppiarono e in qualche caso addirittura quadruplicarono. Poi, in meno di sessanta giorni, tornarono ai valori iniziali, con pesanti ripercussioni nei Paesi più poveri dove il grano e il mais sono alla base della dieta alimentare. In questi primi mesi del 2011 hanno di nuovo superato i massimi storici.
Il rapporto tra speculazione finanziaria e aumento dei prezzi è certamente un fatto complesso e la speculazione interagisce con lo squilibrio tra domanda e offerta creato da altri fattori. Una serie ormai lunga di studi, però, mostra con chiarezza come la speculazione finanziaria operi da moltiplicatore negli effetti di questi squilibri.
Leggi di mercato immaginate per rendere efficienti gli scambi tra produttori e consumatori, con l’interazione attiva degli intermediari commerciali, vengono falsate dall’entrata in gioco di operatori che non hanno alcun interesse reale ad acquistare o vendere grano, soia o riso, ma mirano solo, come accadde per gli immobili 3 anni fa, ad ottenere un rendimento finanziario elevato in tempi brevi. Per tutti questi motivi da più parti si sta sollecitando un intervento regolativo sui mercati finanziari che protegga almeno un bene essenziale come il cibo dalle mire speculative.
La stessa Commissione Europea sembra intenzionata a promuovere un’azione in questo senso: «La speculazione sui generi alimentari di base è uno scandalo quando ci sono un miliardo di affamati nel mondo – ha dichiarato recentemente il Commissario ai Mercati interni Michel Barnier -. Dobbiamo assicurare che i mercati contribuiscano a una crescita sostenibile». E anche negli Stati Uniti la Commodity Futures Trading Commission – l’organismo che vigila su questo settore, che ha nella Borsa di Chicago la sua piazza più importante – ha proposto l’adozione di una serie di vincoli.
Come uscirne? Milano! Il cuore della finanza e sede dell’ Expo 2015 avrà un tema ambizioso: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Ma per passare tra il dire ed il fare è stata ideata una campagna della società civile da far sottoscrivere ai candidati sindaci di Milano che saranno coloro che avranno l'occasione o meno di governare l'Expo, di nutrire il pianeta.
A loro, durante un incontro al Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere), abbiamo chiesto di far compiere alla città di Milano un passo concreto al servizio di un mondo più giusto, sottoscrivendo anche un codice di condotta che impegna l’amministrazione a non non acquistare più derivati legati al cibo. Sarebbe un segnale forte alla politica nazionale e un modo concreto di declinare un’assunzione di responsabilità glocale. Chi ha fame, ha fame ora. Abbiamo bisogno di gesti concreti subito, per dire chiaro che “Sulla fame non si specula”.
Il candidato del centrosinistra Giuliano Pisapia ha aderito all'appello: «Con grande piacere raccolgo l’appello di “Sulla Fame non si Specula” e aderisco al codice etico allegato all’appello» - ha scritto Pisapia in una lettera agli organizzatori dell’iniziativa. «Garantisco, quindi, che sotto la mia amministrazione, il Comune di Milano nella gestione della propria liquidità non farà ricorso a prodotti finanziari derivati i cui indici siano legati in qualsiasi modo a commodities agricole. L’alimentazione è come non mai un tema sul quale non è più possibile contrattare e speculare».
Un'adesione importantissima e di grande rilievo. Ma non c'è solo il candidato sindaco. Sono ormai 3.000 le persone, associazioni ed enti locali che, nelle ultime tre settimane, hanno aderito alla campagna “Sulla fame non si specula”, che vede fra i primi firmatari lo chef Davide Oldani, Gad Lerner, Carlo Petrini di Slow Food, gli attori Giacomo Poretti e Giovanni Storti del trio “Aldo, Giovanni e Giacomo”, Carlo Franciosi di Coldiretti, don Virginio Colmegna. Più 666 fan su facebook.
Le adesioni degli altri candidati sindaci per il momento non sono pervenute. Coraggio. Se qualcuno dei nostri lettori li conosce non sarebbe male un sollecito. Mancano pochi giorni alle amministrative e venticinquemila persone ogni giorno muoiono di fame.
Fabio Pipinato