Migrazione con dignità: una sfida ai valori umani

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Anche questo anno un gruppo di giovani studenti trentini dell'Agenzia di Stampa Giovanile nell'ambito del progetto "Giochiamoci il Pianeta", accompagnato da alcuni ricercatori e insegnanti, parteciperà e racconterà la Conferenza Internazionale dei giovani sul Clima (COY13) e la Conferenza ONU sul Clima (COP23) dal 2 al 17 novembre a Bonn in Germania. Dal loro lavoro di inviati è nato questo articolo.

Il cambiamento climatico è una minaccia reale non solo per la vita quotidiana delle persone, ma anche per l'esistenza stessa di alcuni paesi come gli Stati insulari che si trovano in una situazione complessa quando pianificano il loro sviluppo a lungo termine.

La scorsa settimana si è tenuto l'evento parallelo chiamato Spostamento, Mobilità umana e Cambiamento Climatico, all'interno del quale l'ex presidente di Kiribati, Anote Tong, che ha lavorato sul tema per più di 10 anni, ha detto che "in un primo momento è stato difficile iniziare a lavorare su questo tema dato che non è facile dire alle persone che le loro case scompariranno".

Anote Tong ha affermato di non essere a favore del concetto di rifugiati climatici o migrazioni climatiche che la comunità internazionale ha cercato di stabilire negli ultimi anni, dal momento che questo li pone in una posizione di vittime. Per questo motivo hanno sviluppato il concetto di "migrazione con dignità" che presuppone un atteggiamento proattivo in relazione al problema. 

Abbiamo intervistato Tirizia Kireua, una giovane donna di Kiribati che sta partecipando ai negoziati sul clima attraverso la "GSS-Global South Scholarship", riguardo alla migrazione con dignità e ci ha detto che "mira a garantire che i bambini abbiano un'istruzione di qualità in modo che, in caso si trovassero nella condizione di dover abbandonare l'isola e di trasferirsi in un altro luogo a causa del cambiamento climatico, possano contare sulle proprie abilità e capacità per poter avere buone posizioni lavorative nel paese ospitante".

Le abbiamo anche chiesto cosa ne pensa della possibilità reale di muoversi o migrare altrove e ci ha detto quanto segue: "Se la nostra isola scomparirà in un prossimo futuro, allora il buon senso ci deve portare ad accettare il fatto di essere trasferiti in un altro luogo. Ma non vogliamo essere considerati rifugiati climatici, ecco perché facciamo tutto il possibile per avere un'educazione di qualità e maggiore sicurezza sul nostro futuro quando arriverà il momento di migrare in un altro paese per fuggire dalla nostra isola che affonda".

Questo argomento, che è e rimarrà controverso, è parte di quello che viene chiamato L&D (Loss and Damage - Perdita e Danno) e si trova all'interno dell'articolo n.8 dell'accordo di Parigi, ratificato da 169 parti su 197. I rischi sono così alti come i costi che il cambiamento climatico può portare, per questo Anote Tong ha chiesto al pubblico: "Quando arriverà il momento, ci faranno salire sulla barca o ci lasceranno annegare?"

Luz Falivene e traduzione di Daniele Saguto dell'Agenzia di Stampa Giovanile

Progetto di educazione alla cittadinanza globale "Giochiamoci il Pianeta" è promosso dall'Associazione Viração&Jangada con il finanziamento della Provincia Autonoma di Trento e la collaborazione di Fondazione Fontana e Unimondo.

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