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Migranti: il Cpt gestito dalla Minerva, divise le coop
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Con il voto contrario alla mozione contro il Centro di Permanenza Temporanea da parte del consiglio comunale di Gradisca d'Isonzo, si sta compiendo il percorso che porterà all'apertura della struttura di detenzione per migranti di Gorizia. Un passaggio che ha diviso maggioranza e opposizione. Ripercorrendo le tappe di questi ultimi mesi, si scopre che il Governo, abbia in diverse fasi scavalcato le competenza e le sovranità amministrative di Regione, Provincia e Comune. Nonostante una unanimità di valutazione tra movimenti e Comune, quest'ultimo ha perso l'ultima opportunità di dare mandato all'ufficio tecnico di revocare l'allacciamento fognario alla struttura. L'altra importante questione invece è quella dell'ente gestore per il Cpt. Dopo che la Misericordia l'anno scorso e la Croce Verde di recente, avevano dichiarato pubblicamente di non essere interessate per motivi pratici, ma anche etici, alla gestione del CPT, per tutto il mese di dicembre sono circolate voci, mezze-voci e smentite. Dalla stampa locale viene poi annunciato che la Cooperativa Minerva di Gorizia ha vinto l'appalto come ente gestore del Cpt.
La Cooperativa Minerva opera nel settore del facility management per imprese ed enti con attività che vanno dalla progettazione ed erogazione di sanificazioni ospedaliere ai servizi di igiene ambientale, dalla gestione e manutenzione di aree verdi alle pulizie civili e industriali, dalle manutenzioni edili alle pitturazioni, al facchinaggio, all'assistenza alla persona. Il Presidente della Cooperativa è Adriano Ruchini, un imprenditore emergente. Prese in mano la cooperativa Minerva nel 1990. Allora aveva due dipendenti: in quindici anni è diventata la maggiore azienda del settore in provincia di Gorizia con 200 addetti. L'appalto è stato vinto, il 17 dicembre scorso, dalla cooperativa isontina Minerva. "Indubbiamente colpisce, ma ormai non ci stupisce più, che sia proprio una cooperativa aderente alla Lega delle Coop, che quindi si rifà, o dovrebbe rifarsi, a quell'eticità dei valori che all'inizio del '900 hanno fatto nascere le cooperative, oggi rivesta un lavoro da aguzzini nei Centri di Permanenza Temporanea", ha dichiarato il consigliere regionale friulano Alessandro Metz.
Ma da parte del movimento cooperativo necessitano alcune precisazioni. Già il 21 ottobre l'assemblea regionale di Legacoopsociali del Friuli-Venezia Giulia espresse all'unanimità una dura posizione contro l'apertura al Cpt, aderendo alla campagna contro l'apertura e per la non partecipazione alla gara d'appalto per l'affidamento. La posizione di Legacoopsociali regionale è stata condivisa anche da Legacoop regionale. Poi purtroppo hanno partecipato alla gara d'appalto realtà appartenenti a tutte e tre le confederazioni cooperative (Legacoop, Confcooperative ed Agci): per altro, la cooperativa aggiudicataria, Minerva di Gorizia, è aderente all'AGCI (Associazione Generale Cooperative Italiane) e solo recentemente ha anche aderito in seconda istanza pure a Legacoop, evidentemente pensando che le prese di posizione della nostra associazione siano astratti teoremi e non precise direttive etiche e comportamentali. Per questo Gian Luigi Bettoli, Presidente regionale di Legacoopsociali si propone alla prossima riunione della Giunta e Direzione di Legacoop del Friuli Venezia Giulia di assumere una ferma posizione di condanna, sia di Minerva che di altre realtà che hanno partecipato alla gara d'appalto.
Quasi come atto di conversione arriva la nota stampa della Confederazione delle Misericordie d'Italia che attualmente gestisce i Cpt di Lampedusa, Crotone, Bari, Modena e Bologna. Le Misericordie parlando di "riconvertire i Cpt in luoghi di accoglienza e la loro intera gestione deve essere affidata alle organizzazioni umanitarie, affiancate dai volontari e dagli organi dello Stato che accertino lo status degli ospiti e limitino la presenza delle forze dell'ordine". In questo modo - secondo il movimento delle Misercordie - il numero dei Centri potrebbe essere aumentato, eliminando il sovraffollamento in strutture come quella di Lampedusa. Questo cambio di rotta, prosegue la nota, contribuirebbe ''a rimuovere l'ostilita' di larghissimi strati di popolazione e di pubbliche amministrazioni verso l'apertura di nuovi Centri che, nella logica dell'accoglienza, devono essere moltiplicati rispetto al numero attuale eliminando le tragiche condizioni di sovraffollamento che periodicamente si sono dovute sperimentare a Lampedusa o in altri centri''.
Ma non si può dimenticare che per la Confederazione delle Misericordie d'Italia la gestione dei Cpt è un business miliardario gestito da Daniele Giovanardi, responsabile del pronto soccorso del Policlinico nonché fratello gemello di Carlo, ministro per i Rapporti con il Parlamento. La Misericordia di Modena ha vinto l'appalto per il Cpt di Bologna giocando al ribasso attraverso una politica dei tagli di generale razionalizzazione delle spese, tagliando il numero dei dipendenti (da 40 a 30), riducendo l'assistenza sanitaria a 8 ore invece delle 24 su 24 come doveva garantire dalla Croce Rossa. Secondo il Rapporto di Medici Senza Frontiere (dati del 2003) il CPT di Bologna riceveva - fino alla gestione della Cri - 80 euro al giorno per persona; quello di Modena 75 euro al giorno per ogni immigrato, cifre da mezza pensione in un albergo di buon livello.
Nella puntata di Report del 18 aprile 2004, Giovanardi ha dichiarato: "Noi non abbiamo una sede e questi soldini da qualche parte bisogna trovarli! Io come presidente della Misericordia ho l'obbligo morale di fornirgli un'ambulanza di servizio, che adesso costa intorno ai 140 milioni, un'ambulanza, ahimè! Allora credo che un'impresa moderna si debba garantire anche in qualche modo un introito. La storia del Cpt alla fine ci porta un utile per cui la prossima ambulanza sarà pagata in parte dal Cpt. A me questa sembra una cosa bellissima⅀" [AT]