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Migranti: frontiere d'Europa con Cpt e deserto
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Il centro di accoglienza di Lampedusa non è un Centro di permanenza temporanea ma un luogo in cui gli immigrati vengono trattenuti solo per le primissime procedure di identificazione e dunque non può considerarsi caso emblematico. Questa la risposta del Ministero dell'Interno Pisanu al presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana Paolo Serventi Longhi che aveva preso le difese del giornalista dell'Espresso che si era finto clandestino e aveva denunciato gli abusi del centro di Lampedusa. Si tratta dell'ultimo atto della polemica scoppiata dopo che il giornalista dell'Espresso Francesco Gatti si era finto curdo iracheno per essere portato al centro di accoglienza di Lampedusa (il Ministero vieta l'accesso ai giornalisti) e vi era rimasto per 8 giorni, prima di essere fatto uscire con un foglio di via che lo obbligava a lasciare il paese entro 5 giorni. ''Le condizioni inumane denunciate in alcuni Centri di permanenza temporanea in Italia non mettono in discussione l'esistenza dei Cpt'': lo ha detto il commissario europeo, Franco Frattini, aggiungendo che ''per paradosso, forse ne occorrerebbero di piu', perche' i clandestini sono troppi''. Frattini ha spiegato che i Centri di detenzione per migranti servono ai paesi dell'area Schengen per applicare gli accordi di Schengen. ''C'e' un obbligo - ha affermato - di custodire temporaneamente coloro che entrano illegalmente e non hanno documenti accertati. Se non ci fossero i Cpt - ha aggiunto - queste persone si muoverebbero liberamente e ci sarebbe quindi una violazione degli accordi di Schengen''.
Spostandosi al confine tra Spagna e Marocco e precisamente nelle due 'enclave' spagnole di Ceuta e Melilla, troviamo le denuncie di Medici Senza Frontiere per le violenze che hanno subito i migranti che poi sono stati abbandonati nel deserto. Le forze dell'ordine spagnole e marocchine hanno respinto con violenza i migranti, utilizzando anche cani e pallottole di g omma. Finora ci sono almeno 14 vittime, morte nel tentativo di entrare in territorio spagnolo, quindi nell'Unione Europea. I disperati che sono stati fermati dalla polizia marocchina, in buona parte provenienti dall'africa sub sahariana, sono stati espulsi verso l'Algeria o i paesi d'origina, ma è successo anche che venissero semplicemente abbandonati nel deserto senza alcuna assistenza medica o mezzo di sussistenza. Il primo ministro spagnolo Zapatero che dichiara che il suo Paese ha "fatto di tutto" perché il Marocco collaborasse nel respingere i clandestini nel rispetto dei diritti umani. Per il premier, la soluzione ai problemi migratori passa attraverso la promozione dell'immigrazione legale e l'aumento della "cooperazione con i Paesi dell'Africa subsahariana". La Spagna e la Francia presenteranno al prossimo Consiglio Europeo una 'iniziativa congiunta per un piano di risposta all'immigrazione'. Il presidente francese ha tra l'altro appoggiato la proposta spagnola di organizzare una conferenza euroafricana sull'immigrazione.
Sull'affermata rivista "Jeune afrique" - grazie alla traduzione di Mega Chip - si legge che l'Incontro africano per la difesa dei diritti dell'uomo (Raddho), Ong con base a Dakar, ha esortato "i dirigenti africani ad uscire dal silenzio per condannare gli attentati ai diritti umani di cui gli immigrati africani sono vittime in Europa e nell'Africa del Nord". Finora, la situazione non ha suscitato nessuna reazione a Dakar, Bamako, Conakry o Yaoundé, i cui fuoriusciti costituiscono il grosso dei clandestini in questione. Sollecitato, più di un responsabile si è sottratto a ogni commento. Il ministro incaricato dei senegalesi all'estero, Abdou Malal Diop, che iniziava lunedì una visita a Rabat, si è accontentato di "esprimere alle autorità marocchine la sua totale comprensione". L'Unione Africana (Ua), di cui Rabat non è membro, ha deplorato questo "spettacolo vergognoso", ma ha rifiutato di condannare esplicitamente un paese per il trattamento inflitto ai clandestini, pur fustigando "la risposta sostanzialmente di pubblica sicurezza" che l'Europa dà alla questione dell'immigrazione africana. Diversi giornali privati senegalesi, martedì scorso, hanno tuttavia criticato severamente il Marocco, le cui relazioni politiche ed economiche con il Senegal sono molto strette.
Una missione di Amnesty International e' giunta ai confini con Algeria e Mauritania dove centinaia di migranti, tra cui possibili richiedenti asilo sono stati lasciati senza acqua e cibo a sufficienza, circostanza che ha causato ulteriori decessi. La missione rendera' note le proprie conclusioni nel corso di una conferenza stampa a Madrid il 26 ottobre. Anche Medici Senza Frontiere (MSF) ha richiesto alle Autorità marocchine il libero accesso per provvedere alle cure medico sanitarie dei circa 1000 immigrati radunati nell'area di Bou-Izakarn, 30 km a nord di Goulimine, situata a 1500 km da Rabat.
In Italia le reti a sostegno dei diritti dei migranti promuovono per sabato 22 ottobre sono previste due manifestazioni di fronte ai centri di detenzione di prossima apertura: Gradisca D'Isonzo (Gorizia) e Bari S.Paolo, entrambi realizzati nonostante le locali Regioni e Comuni siano di centro sinistra. La redazione di Melting Pot si chiede cosa resta delle buone intenzioni dei governatori regionali incontratesi lo scorso luglio a Bari, favorevoli almeno sulla carta alla chiusura dei Cpt. Secondo gli organizzatori per rivendicare una politica di accoglienza vera, non propaganda elettorale, ma percorsi reali che nascono dai territori e che si alimentano nelle battaglie per il diritto alla casa, contro la precarietà, per il diritto ad una vita semplicemente dignitosa". [AT]
Altre fonti: Stranieri in Italia, Amisnet, Mega Chip, Reti Migranti