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Migranti: dopo la Cassazione espulsi 65 egiziani
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Dopo la sentenza della Cassazione che da il via libera alle espulsioni collettive, 65 immigrati clandestini di nazionalità egiziana sono stati espulsi e trasferiti tutti insieme con un volo del ministero dell' Interno, in Libia. Lo rende noto Filippo Miraglia, responsabile immigrazione dell' Arci, l' associazione che durante l' estate presidia l' isola sull' andamento dei flussi migratori. "Il governo italiano non tiene conto dei richiami degli organismi internazionali, del Parlamento europeo, della Corte di Strasburgo, di Amnesty International. E non tiene conto soprattutto che queste espulsioni hanno come conseguenza la morte delle persone".
Sulla sentenza della Cassazione che giustifica le espulsioni di massa purché motivate individualmente, Miraglia ha affermato che "le espulsioni del governo italiano non sono espulsioni individuali. Sono provvedimenti fotocopia in cui si rileva sempre la stessa motivazione. Questo vuol dire, ma non lo diciamo solo noi dell' Arci, che per ogni emigrato espulso non é stato rispettato il percorso dell' identificazione, ma si fa riferimento solo ad elementi casuali fatti sulla base dell' accento della persona dichiarati dall' interprete del ministero dell' Interno".
Il Consiglio Italiano per i Rifugiati (Cir) esprime "grande preoccupazione riguardo alla sentenza della Corte di Cassazione 16571, che potrebbe essere interpretata in modo tale da consentire di 'legittimare' le espulsioni collettive di persone appartenenti a uno specifico gruppo etnico attraverso l'adozione di provvedimenti 'fotocopia'".
"L'articolo 4 del protocollo 4 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, che prevede il divieto di espulsioni collettive di stranieri - afferma il Cir in una nota - è stato adottato proprio per contrastare le espulsioni di massa o di gruppo verificatesi in passato per motivi religiosi, etnici o di nazionalità, com'é accaduto del resto anche per i cittadini italiani dell'Istria".
"Il rischio - spiegano - è che si venga a instaurare una prassi in base alla quale non sia garantita un'adeguata valutazione delle istanze individuali e che vengano adottati provvedimenti standardizzati, ledendo quindi i diritti umani fondamentali dei destinatari di decreti di espulsioni, tra cui potrebbero esserci persone appartenenti a categorie particolarmente vulnerabili". Non è da considerarsi un'ipotesi remota, secondo il Cir, "se si tiene conto del numero di ricorsi già presentati in quest'ultimo periodo alla Corte Europea su tale questione". "Cosa succederebbe - si chiedono - a quei gruppi di richiedenti asilo, non ancora qualificati come tali dalle autorità, costretti a raggrupparsi e a trovare riparo in luoghi che vengono occupati abusivamente a causa di insufficiente capacità di accoglienza, e quindi soggetti a 'legittimo sgombero' dopo essere stati 'casualmente' identificati e poi espulsi sulla base di provvedimenti 'fotocopia'?". Il Cir auspica, quindi, che la sentenza della Corte di Cassazione "non apra le porte a procedimenti espulsivi contrari alla lettera e alla filosofia della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo". [AT]
Fonte: Stranieri in Italia