Migranti: con il Forum si allarga la rete 'No Cpt'

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A Bari si è tenuta domenica 10 luglio l'assemblea dei movimenti per la chiusura dei Centri di Permanenza Temporanea per fare il punto sul punto delle mobilitazioni sparse e del monitoraggio del territorio. Dal 1998, anno in cui entrò in vigore la legge Turco-Napolitano e con essa vennero istituiti i Cpt si è dispiegato un movimento che ha prodotto lotte politico-sociali, ma anche semantiche e lessicali contro quelle strutture e più in generale contro la prospettiva emergenziale e repressiva che era alla base della legislazione.

Secondo Gaetano Colantuono del Social Forum degli Appuli "il risultato di quelle lotte è stata una modifica dei rapporti di forza sociali e politici, con la creazione di un clima favorevole ad una mutata attitudine degli enti locali e di alcune forze democratiche verso il problema politico e sociale delle migrazioni dei gruppi e degli individui umani". L'indomani il sindaco di Bari, Michele Emiliano, ha dichiarato che l'assemblea dei movimenti è stata l'introduzione al Forum "Mare Aperto".

"Ma ciò non vuol dire che vi è stato un passaggio di testimone fra movimenti e istituzioni locali, che relega i primi ad essere precursori coraggiosi di compiti e tematiche prima o poi riassorbiti dalle seconde" precisa Colantuono.

Circa 40 milioni di italiani erano rappresentati dai 14 presidenti di Regione che hanno aderito al Forum "Mare Aperto" sui Cpt. Durante il convegno la moderatrice, Elena Gentile ha parlato di "una nuova pagina di solidarietà", mentre il sindaco Emiliano rammenta un aspetto da non trascurare: questa iniziativa è una "reazione dal Sud" a leggi ingiuste. E in più presenta la volontà di collaborare con Gradisca, l'altro centro in Friuli in cui dovrebbe - e a questo punto il condizionale inizia ad essere legittimo - essere ospitato un enorme Cpt. L'intervento del promotore del Forum Nichi Vendola è fortemente radicato nella realtà. Essere lungimiranti è il suo motto che lo si ritroverà nel documento finale, ma anche l'elogio del "meticciato del mondo", di contro alla constatazione che il Mediterraneo continua ad essere "cimitero marino", anziché mare di pace e di diritti. L'analisi del fallimento e della brutalità dei Cpt è quella di sempre, analoga la richiesta: chiudere i Cpt, non riformarli.

La netta presa di posizione sui Cpt assunta dai Presidenti delle Regioni governate dal centrosinistra è stata apprezzata dal Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) che ne chiede da anni la chiusura, definendoli piccoli lager nei quali vengono spesso negati i diritti minimi: alla libertà, alla salute, al rapporto con i propri familiari. Ma il Cnca chiede al centrosinistra di rendere molto più evidente la differenza e la distanza dalle scelte e dalle strategie del Governo nazionale in particolare sulle cosiddette "politiche di welfare". " Ci sembrano maturi i tempi per una netta scelta di campo: fare della questione sociale il cuore della piattaforma programmatica delle amministrazioni locali". Tra i vari punti vengono richiesti la definizione dei livelli essenziali di assistenza e l'individuazione di alcuni ambiti settoriali in cui garantire un flusso di risorse certe: tossicodipendenze, minori e giovani. " Se non si avrà questo coraggio, avranno ragione coloro che vanno sostenendo l'inesistenza reale anche da parte dei partiti e dei governi di centrosinistra della volontà di contrastare efficacemente la povertà, l'emarginazione, la fatica del vivere di molti cittadini senza ricorrere all'assitenzialismo, al controllo sociale, a pratiche punitive" conclude il Cnca. [AT]

Altre fonti: Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza

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