Messico: scontri tra comunità indigene?

Stampa

Rappresentanti indigeni che vivono nella nella foresta Lacandona hanno minacciato rappresaglie violente nei confronti di altri gruppi di indios che stanno creando insediamenti nella riserva dei "Montes Azules". Secondo gli abitanti di due di questi insediamenti responsabile di questi scontri tra le varie comunità indigene sarebbe il Governo messicano.

L'accusa mossa ai coloni, è quella di bruciare la foresta, di grande importanza dal punto di vista delle biodiversità, per ricavare terreni agricoli. Secondo le stime governative nella riserva dei Montes Azules negli ultimi anni sarebbero stati 20.000 gli ettari di foresta distrutti. La stampa locale aveva inizialmente attribuito la responsabilità di queste azioni a simpatizzanti del movimento zapatista, ma testimoni indigeni confemano che le divise e le insegne di questo gruppo "guerrigliero" non erano riconducibili all'Esercito di Liberazione Nazionale Zapatista.

"La situazione che si sta creando nella Selva Lacandona è una bomba ad orologeria" afferma Guillermo Trejo, ricercatore presso il Centro per la Ricerca Economica di Città del Messico "ma la creazione di nuovi insediamenti umani nella jungla è solo uno degli aspetti di una situazione sociale sempre più complessa in Chiapas che, per essere risolta, abbisogna di sforzi che l'amministrazione Fox non sembra voler compiere".

In un documento pubblicato da Radio Sherwood si fa notare come le comunità ora accusate di distruggere le foreste si erano insediate nella regione a seguito della mancanza di terre ed all'aggressione da parte di paramilitari, poliziotti e militari in altre regioni dello stato del Chiapas. Secondo lo stesso documento, che cita il quotidiano messicano La Jornada, i rappresentanti Lacandoni sarebbero stati accompagnati agli incontri con le altre comunità indigene direttamente da componenti dell'esercito messicano.

L'interesse dei governi federale e statale per la zona dei Montes Azules secondo quindici organizzazioni civili e dei diritti umani non è limitato a "restituire le terre occupate alla comunità lacandona né a proteggere la biodiversità, ma finalizzato a rispondere alle richieste della Banca Mondiale e della Banca Interamericana di Sviluppo e soddisfare le imprese transnazionali interessate a sfruttare le risorse naturali della zona".

Intanto IPS (International Press Service) ricorda che mentre i negoziati tra Governo messicano, Esercito Zapatista e comunità indigene è allo stallo la Foresta Lacandona e la riserva dei Montes Azules continuano ad essere distrutte con il rischio, per di più, che la violenza possa scoppiare da un momento all'altro.

Fonti: IPS, Radio Sherwood, La Jornada, Bidiversidad en America Latina ;

Ultime notizie

COP30 – Con la delegazione di Agenzia di Stampa Giovanile

10 Novembre 2025
Una delegazione di 9 giovani e ricercatori trentini è alla Conferenza ONU sul Clima (COP30) a Belém, in Amazzonia, per raccontare e condividere il futuro del Pianeta.

Una vi(t)a semplice

10 Novembre 2025
Il progetto "L’ovale storto" racconta le capacità riabilitative, propedeutiche e inclusive della palla ovale. (Matthias Canapini)

Cosa vogliono gli africani dalla COP30

09 Novembre 2025
Invece di continuare ad aspettare gli aiuti, l'Africa sta cercando di mobilitare investimenti nella sua transizione verde. (Other News)

I Partigiani della Pace

08 Novembre 2025
I Partigiani della Pace: testimoni e costruttori di un futuro possibile. (Laura Tussi)

Il Punto - Tra isole, frontiere e assedi il Mondo resta in equilibrio instabile

07 Novembre 2025
Viviamo in un Mondo in cui la pace è un intervallo e la guerra una condizione. (Raffaele Crocco)

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad