Messico: presidenziali, tribunale respinge i ricorsi della sinistra

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Il Tribunale elettorale federale (Trife) messicano ha respinto ieri le impugnazioni presentate dalla coalizione di sinistra 'Per il Bene di tutti' in merito ai risultati delle presidenziali del 2 luglio scorso, assicurando che non ha constatato l'esistenza di "brogli generalizzati". La risoluzione è stata diramata dopo che i giudici del Trife hanno esaminato i 375 ricorsi presentati in tal senso. Nello stesso tempo, fonti del Tribunale hanno precisato che è stato rinviato l'esame degli esposti in cui si asserisce che le elezioni non sono valide. Il Trife ha tempo fino al 6 settembre prossimo per proclamare il vincitore delle presidenziali: secondo i primi scrutini é stato Felipe Calderon, il candidato del Partito azione nazionale (Pan), di destra e al governo, che ha superato per circa 240.000 voti (lo 0,58% del totale), Andres Lopez Obrador, il candidato di 'Per il bene di tutti', di sinistra che ha impugnato il risultato.

Il 6 luglio, dopo uno scrutinio troppo lungo e 'sospetto' secondo il Partido de la revoluci㳀n democrática (Prd), che aveva visto in un primo tempo un vantaggio della sinistra, la commissione elettorale aveva dichiarato vincitore Calderon, leader del PAN (Partido de Acci㳀n Nacional), con uno scarto del 0,57. Il Prd aveva allora gridato alla frode, denunciando la scomparsa di 3 milioni di voti e invocando il riconteggio. Mentre Fox si schierava apertamente con Calderon, tra polemiche infuocate - riporta Lettera 22. Secondo i giudici non c'è la frode ma solo qualche 'irregolarità' che tuttavia non altera il risultato. Il giudizio espresso ieri dal tribunale è inappellabile, e il nuovo presidente dovrebbe essere proclamato ufficialmente il prossimo 6 settembre. Il Pan, che ha già conquistato il parlamento (ottenendo per la prima volta la maggioranza relativa in entrambe le camere), festeggia. "Anche Washington tira un sospiro di sollievo: la politica neoliberista del Pan, che segue i dettami di Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale, fa comodo in un Sud America che va sempre più a sinistra" - commenta Lettera 22.

"La decisione del Tribunale elettorale rompe l'ordine costituzionale e nei fatti apre la strada a un usurpatore che pretende di occupare la presidenza con un colpo di Stato": ha commenato il candidato della sinistra Andrés Manuel L㳀pez Obrador. L'ex-sindaco di Città del Messico, rivolgendosi a una folla di sostenitori radunati nella piazza dello Z㳀calo nella capitale, ha promesso che continuerà la sua "resistenza" e ha convocato per il prossimo 16 settembre una "Convenzione nazionale democratica" che sarà chiamata a decidere "se accettare il verdetto del tribunale o non riconoscere Felipe Calder㳀n presidente, così come il suo intero governo 'de facto', fino a quando durerà l'usurpazione". [GB]

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