Messico e Cartelli della droga. Gli USA minacciano l’intervento armato

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Il Presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador, ha attaccato pubblicamente un’inchiesta della Reuters: “Sono degli ingannatori, dei bugiardi”, ha detto durante la sua conferenza stampa. L’agenzia stampa britannica, il 18 agosto ha descritto come i gruppi del crimine organizzato camuffano i profitti della droga: per far arrivare in Messico il denaro ottenuto dalla vendita negli Stati Uniti degli stupefacenti, lo fanno figurare come rimesse degli emigranti.

L’articolo si basa su interviste a più di 60 messicani residenti in patria, che hanno affermato di essere stati pagati dal Cartello di Sinaloa per ricevere dagli USA quei narco-dollari inviati dagli agenti del clan, per poi girare le somme agli affiliati una volta arrivate in Messico. Questo ha reso più facile per i cartelli mascherare il ritorno dei profitti, trattandosi di piccoli trasferimenti inviati in tutto il Paese da persone comuni, che non hanno legami evidenti con il crimine organizzato. L’inchiesta della Reuters si basa anche sui documenti di otto casi trattati da tribunali federali statunitensi e sulle interviste con decine di fonti, tra cui addetti ai lavori, analisti e agenti delle forze dell’ordine su entrambi i lati del confine.

Le rimesse in Messico, quasi tutte provenienti dagli Stati Uniti, hanno raggiunto lo scorso anno la cifra record di 58,5 miliardi di dollari, secondo i dati della Banca Centrale messicana. Si tratta di un aumento di 25 miliardi di dollari (+74%) rispetto al 2018, quando López Obrador è salito al potere, rappresentando ben il 4,3% del PIL del Paese...

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