Megachip su Soru/Movimenti: quale democrazia nella comunicazione?

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In relazione al recente incontro di Santa Cristina tra Soru e la rete dei Movimenti, il Movimento per la Democrazia nella Comunicazione, Megachip, vuole proporre qualche riflessione sullo stato dell'informazione-comunicazione, in Italia e nel mondo. Crediamo che sulla qualità dell'informazione, intesa come attitudine critica a rappresentare con elevata capacità di analisi, gli effetti dei processi di globalizzazione e le sue interazioni, si giochi una battaglia decisiva per la salvezza della democrazia, e non soltanto per il diritto ad una corretta informazione e ad una comunicazione dignitosa.

La Sardegna non è immune dai problemi che il mondo dell'informazione sconta a livello nazionale. I comitati di redazione delle testate più importanti dell'Isola sono ridotti all'osso, con situazioni indegne di sfruttamento e precariato, fino al paradosso di giornalisti professionisti costretti a timbrare il cartellino negli uffici di collocamento, e le redazioni composte da stagisti, il cui ruolo è spesso indefinito, e dai c.d. free lance.

La Sardegna, tra le prime nell'esperienza delle redazioni on line, utilizza giornalisti a nessuno dei quali è riconosciuto un contratto. In questo scenario tre giornalisti su quattro, in Sardegna, sono privi di un rapporto di lavoro dipendente. In questo contesto un giornalista che teme per il proprio futuro, quanta indipendenza può garantire ai propri lettori? E nonostante l'Università accolga sempre più iscritti nei suoi corsi di scienza della comunicazione lo sfondo è quello della disoccupazione e del precariato. Denunciamo l'incapacità del servizio pubblico radio televisivo regionale di rappresentare e informare i sardi della complessità dei drammi economici e sociali che oggi la nostra Regione attraversa. Denunciamo la scomparsa del giornalismo d'inchiesta, che qui in Sardegna troverebbe ottimo materiale per raccontare lo spaventoso intreccio tra informazione e politica, tra affari e politica, commistioni che, tra l'altro, hanno irrimediabilmente svenduto e dissipato il suo inestimabile patrimonio ambientale.

Gli stessi affaristi che, spesso, ci governano e che, come efficacemente detto da un apprezzato scrittore e intellettuale sardo, Marcello Fois: ci vogliono chini sotto il tavolo a mangiarci le briciole dell'economia d'accatto, quella degli stagionali, dei manovali, dei camerieri, delle colf, mentre le pietanze, gli affari veri, quelli che contano, si spartiscono altrove. Renato Soru sa bene che il c.d. "Quarto potere" è ormai strettamente intrecciato al potere politico e dipendente da interessi privati, che la maggioranza dei flussi di comunicazione è ormai prodotta o controllata da un pugno di colossi mondiali, un vero e proprio oligopolio mediatico.

Il presidente di Tiscali ha in più occasioni affermato che ciò che va preservata è la concorrenza sul mercato più che qualsiasi singola società, e che l'Unione Europea deve aiutare il settore tenendo i riflettori accesi su un ambiente concorrenziale e sulla regolamentazione, facendo attenzione che nessuno usi la propria posizione dominante per chiudere nuovamente il mercato. E per tutta risposta l'Italia aggiunge il mattoncino del DDL Gasparri. E allora nessuno stupore se la comunicazione è prodotto esclusivo dell'Occidente sviluppato, e se esso interpreta le idee dominanti di quel mondo. Paesi e popoli del resto del pianeta sono ridotti a spettatori, sottoposti a un martellamento di notizie, idee, stili di vita e di consumo a loro estranei.

Con ciò esposti a processi di omologazione distruttivi di lingue, culture, civilizzazioni. Proprio ciò che sta accadendo in Sardegna, oggi in Italia paradigma di questa colonizzazione globale, che ci ha privato dell'identità, della cultura, delle tradizioni scadute nel folklore, e che con accorata preoccupazione lo stesso Soru ha illustrato nella sua conferenza stampa.

In questi mesi non mancheranno le occasioni per confrontarci su questi temi, sicuri di avere in Renato Soru un interlocutore attento e consapevole che la vera democrazia si gioca anche su questo terreno.

Associazione Megachip
MCSardegna

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