Medio Oriente: è tregua

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Dopo i gruppi islamici Jihad e Hamas anche Al Fatah, il movimento che si riconosce nel leader palestinese Arafat, ha reso noto di aderire al cessate il fuoco nei confronti di Israele. Il governo del premier israeliano Sharon ha in conseguenza ritirato le sue forze dalla Striscia di Gaza, pur mostrandosi scettico rispetto alle reali intenzioni dei gruppi palestinesi, in ottemperanza della 'Road map', il piano di pace proposto dal Quartetto (Usa, Ue, Onu e Russia).

Secondo il quotidiano siriano Syria Times "queste decisioni potrebbero essere considerate come un passo avanti verso una soluzione pacifica se Israele si ci conforma".

In cambio della tregua i gruppi palestinesi hanno chiesto la fine delle "esecuzioni mirate" di Israele contro esponenti dei diversi gruppi e la revoca dell'assedio alle aeree palestinesi, il rispetto dei luoghi santi musulmani, la revoca dell'assedio a Ramallah (Cisgiordania) del quartier generale del presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), Yasser Arafat, e la scarcerazione dei detenuti palestinesi.

Intanto la Ong palestinese Defence for Children International ha diffuso dei dati davvero allarmanti relativi ai minori arrestati dall'esercito israeliano. Da quando è stata seriamente presa in considerazione la Road Map, tra maggio e giugno 2003, si è registrato un incremento negli arresti di bambini. Alla fine di giugno sono già 350. Dall'inizio della seconda intifada sono circa 2000 i bambini che hanno vissuto il trauma dell'arresto e della prigione subendo torture e maltrattamenti.

Fonti: Misna, Palestinemonitor, Carta, Defence for Children International .

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