Matti per il design… appuntamento a Torino

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Foto: Camplus.it

Di recente ho avuto la possibilità di visitare Torino, in un giorno opaco di nebbia e umidità che non è riuscito a scolorire una città poliedrica, ricca di commistioni e creatività, multiculturale e proattiva. Una città che sta facendo della rigenerazione urbana e dell’inclusione sociale due pilastri del suo sviluppo, urbanistico e comunitario.

Lo confermano alcuni dei progetti presentati all’ultima edizione di MinD – Mad in Design, progetto che fa capo alle realtà di Camplus (rete internazionale di collegi universitari di merito) e Blu Acqua e che sottopone alla città idee originali e innovative per la riqualificazione degli spazi comuni e per la coesione sociale. MinD è anche un’associazione culturale giovane, nata in risposta a situazioni di disagio ed emarginazione nell’ambito della fragilità mentale. Realizza progetti creativi, multidisciplinari e inclusivi che fanno perno su due aspetti del design: il progetto come strumento di trasformazione migliorativa del contesto e il processo come sistema di relazioni riabilitative.

Si può dire quindi che MinD è anche un luogo, quello dove persone seguite dai servizi di salute mentale sperimentano grazie alla partecipazione diretta i risultati anche clinici di una terapia che fa il paio con la cultura del design, inteso come strumento di inclusione che genera relazioni di valorizzazione reciproca. Qui si lavora, ci si forma, si condivide, si organizzano attività per un approccio al design più vicino ai bisogni e senza pregiudizi.

Nell’ultima edizione sono stati presentati ben sei progetti per il quartiere di Borgo San Paolo, con l’idea di costruire un modo di abitare che sappia accogliere la fragilità in un’area in cui coesistono una zona residenziale dinamica e appartamenti che ospitano utenti seguiti dai servizi di salute mentale.

Anche se a più di 40 anni dall’approvazione della Legge Basaglia, il disagio mentale sembra ancora riguardare l’emarginazione e di sicuro è una questione che rimane attuale per la comunità nel suo complesso. In Piemonte sono circa 800 mila le persone a rischio di incorrere, nel corso della loro vita, in qualche problema di salute mentale: sono persone sofferenti che non ricevono supporto né cura e che nei Paesi ad alto reddito raggiungono a volte anche il 50%.

Ecco perché diventa urgente coinvolgere la comunità e fare in modo che le fragilità siano “un affare che coinvolge tutti”MinD è uno dei luoghi/modi dove praticare un nuovo approccio al nostro vivere in città, partecipando alla progettazione degli spazi pubblici per farli diventare spazi dei cittadini, di ciascuno e ciascuna, in collaborazione con professionisti e istituzioni e per avviare nuove strade verso l’inclusione sociale, considerando soprattutto l’importanza strategica di quegli spazi che rappresentano luoghi di incontro, da ripensare come nuovi luoghi di confronto tra le diversità.

E se MinD è un’idea coinvolgente nel senso più autentico e profondo che la parola può avere, vale la pena ricordare che a breve aprirà la sesta edizione, che si svolgerà a Torino dal 19 al 23 marzo 2020 (sul sito o sulla pagina facebook al momento non è segnalato alcun spostamento delle date causa disposizioni nazionali per contenimento del contagio da Coronavirus, ma con ogni probabilità dovrà essere posticipato) all’interno del Collegio Universitario di Merito Camplus Lingotto: si prevede la costituzione di più team di lavoro interdisciplinari, formati da studenti e pazienti psichiatrici, guidati da designer professionistri ed educatori. L’obiettivo di questa squadra ricca di sfumature sarà quello di immaginare ancora una volta nuove proposte per un abitare socialmente inclusivo.

Date da segnare in agenda o in ogni caso da tenere d’occhio, e progetti da raccontare e, chi lo sa, magari da copiare anche in altre città. Perché una società non sarà mai abbastanza inclusiva se le vulnerabilità non ne diventeranno parte integrante.

Anna Molinari

Giornalista freelance e formatrice, laureata in Scienze filosofiche, collabora con diverse realtà sui temi della comunicazione ambientale. Gestisce il progetto indipendente www.ecoselvatica.it per la divulgazione filosofica in natura attraverso laboratori e approfondimenti. È istruttrice CSEN di Forest Bathing. Ha pubblicato i libri Ventodentro (2020) e Come perla in conchiglia (2024). Per la testata si occupa principalmente di tematiche legate a fauna selvatica, aree protette e tutela del territorio e delle comunità locali.

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