Le richieste di Amnesty per la presidenza italiana dell'UE

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In occasione del lancio, avvenuto contemporaneamente a Roma, della Valutazione semestrale di Amnesty International sulle politiche dell'Unione Europea in materia di diritti umani, l'organizzazione ha affermato che l'Unione Europea non dedica adeguata attenzione ai diritti umani sia al proprio interno che nelle relazioni esterne e ha chiesto al governo italiano di essere protagonista della formulazione di una nuova agenda dell'Unione Europea per i diritti umani.

Alla vigilia dell'assunzione, da parte dell'Italia, della presidenza dell'Unione Europea, Amnesty International ha indicato dieci raccomandazioni sui diritti umani su cui verrà misurato l'impegno della presidenza italiana.

"A giudizio di Amnesty International, l'Unione Europea sta perdendo il controllo dell'agenda globale dei diritti umani e regna al suo interno un opportunismo la cui manifestazione più evidente si rivela su temi quali l'asilo e l'immigrazione" - ha dichiarato Dick Oosting, direttore dell'Ufficio di Amnesty International presso l'Unione Europea, nel corso di una conferenza stampa svoltasi questa mattina a Roma.

"Mentre i leader dell'Unione Europea si riuniscono oggi a Washington per un vertice con gli Stati Uniti, Amnesty International chiede all'Unione Europea di mostrare più coraggio e determinazione di fronte alle sfide poste ai diritti umani, sia all'interno dell'Unione che nelle sue relazioni esterne".

Tra i principali punti del documento presentato questa mattina da Amnesty International:

L'Europa perde il controllo sull'agenda globale per i diritti umani

Sicurezza contro diritti umani. L'Unione Europea non ha la capacità, se non la volontà, di reagire alle sfide dell'insicurezza e formulare una risposta coerente nei confronti di coloro che violano i diritti umani col pretesto della "lotta al terrorismo".

Mancanza d'impatto. L'Unione Europea si dimostra silente o profondamente priva di potere su alcune delle più radicate crisi dei diritti umani del mondo. Amnesty International ritiene che i diritti umani costituiscano l'elemento fondamentale che risulta costantemente assente nelle risoluzioni dei conflitti. Il documento diffuso oggi descrive i passi che l'Unione Europea dovrebbe intraprendere riguardo alla situazione in Afghanistan, Bosnia Erzegovina, Colombia, Iraq, Israele / Territori Occupati e Repubblica Democratica del Congo.

Nessuna determinazione in ambito Onu. Nel corso della sessione di quest'anno della Commissione delle Nazioni Unite sui diritti umani, l'Unione Europea si è concentrata su una strategia di contenimento del danno. La Commissione Onu è venuta clamorosamente meno al proprio compito, ovvero proteggere i diritti umani attraverso il pubblico scrutinio sulle situazioni di grave abuso dei diritti umani.

(*) Il documento è disponibile in lingua inglese su www.amnesty-eu.org (sezione documenti) e in lingua italiana su http://www.amnesty.it/campaign/diritti_in_europa

Cedimento di fronte alle pressioni degli Stati Uniti. La comunità internazionale, compresa l'Unione Europea, appare scarsamente in grado di resistere all'incessante pressione degli Usa per indebolire la Corte penale internazionale e sembra pronta al compromesso anche quando sono in gioco chiare disposizioni del diritto internazionale.

"Per quanto riguarda le politiche esterne, l'Unione Europea sta facendo qualcosa al livello di base attraverso il dialogo politico, la cooperazione e l'assistenza mentre l'impatto al livello più ampio è trascurabile e il quadro complessivo rimane decisamente sconfortante" - ha aggiunto Oosting.

I mancati impegni sui diritti umani all'interno dell'Unione Europea

Politiche in materia di asilo dominate dal controllo. La prospettiva dei diritti umani non è compresa nella visione, a breve termine ed egoistica, dell'Unione Europea in materia di asilo.

Abusi dei diritti umani in Europa. Il più recente Rapporto Annuale di Amnesty International denuncia violazioni dei diritti umani in tredici dei quindici Stati membri dell'Unione Europea, Italia compresa, ma l'Unione Europea rimane in silenzio per quanto riguarda i problemi dei diritti umani in casa propria.

"Mentre la proposta di incorporare la Carta dei diritti fondamentali nel nuovo trattato costituzionale viene salutata come uno dei maggiori successi della Convenzione sul futuro dell'Europa, la politica dell'Unione Europea sui diritti umani rimarrà fondamentalmente compromessa fino a quando essa terrà gli occhi chiusi sulle violazioni dei diritti umani che avvengono all'interno dei propri confini. È necessaria una attribuzione di responsabilità giuridica a livello di Unione Europea per affiancare la responsabilità primaria degli Stati membri di proteggere i propri cittadini" - ha concluso Oosting.

Principali raccomandazioni alla presidenza italiana dell'Unione Europea

La Presidenza italiana deve guidare la stesura di una nuova agenda dell'Unione Europea per i diritti umani che dia all'Unione Europea il potere di:
- fronteggiare le più difficili crisi dei diritti umani nel mondo;
- non far venir meno la protezione dei diritti umani quando affronta il "terrorismo" e la "immigrazione illegale";
- creare un meccanismo di verifica relativo al rispetto dei diritti umani all'interno dell'Unione allargata.

"L'Italia non si presenta con le carte in regola di fronte a questo importante appuntamento. Anche sotto questo governo, l'Italia continua a non avere una legge sul reato di tortura e rimane l'unico paese dell'Unione Europea a non avere una legge specifica sul diritto d'asilo. Ci auguriamo che queste lacune vengano colmate in occasione del semestre di presidenza europea" - ha affermato Marco Bertotto, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International.

A partire dal 1° luglio la Sezione Italiana di Amnesty International promuoverà, nell'ambito della campagna "Diritti in Europa", un'azione di invio di cartoline in cui si chiede al presidente Silvio Berlusconi, "in qualità di Presidente del Consiglio dell'Unione Europea, di agire in prima persona per la stesura di una nuova agenda europea per i diritti umani e di affrontare le gravi crisi dei diritti umani nel mondo, dando il buon esempio all'interno dell'Unione Europea".

Fonte: Amnesty International

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