Le montagne esigono rispetto

Stampa

Nonostante la loro “durezza”, le Alpi sono estremamente fragili, un terra di equilibri instabili, instaurati dall’uomo in millenni di non facile convivenza con la natura. Un luogo di sfide, che hanno sempre posto l’uomo di fronte ai propri limiti, con la natura, con la montagna. In effetti, pochi altri ambiti quanto quello montano, pongono l’uomo di fronte alla necessità di responsabilizzarsi, di puntare verso modelli di sviluppo socio-economico sostenibili e durevoli, che garantiscano la resilienza dell’intero ecosistema e, di fatto, la nostra stessa sopravvivenza come comunità alpine.

Una resilienza oggi fortemente minacciata dal cambiamento climatico, che su questa catena montuosa colpirà più duramente che altrove, almeno a livello europeo, ma accelerata in maniera preoccupante dall’ignoranza e dall’arroganza di modelli socio-economici “esotici”, urbani, in rapida diffusione nell’intero arco alpino complice una globalizzazione a cui nessuno pare sfuggire.

Eppure in un’epoca caratterizzata da frastuono, connessione, luci e inquinamento, valori come silenzio, buio e natura dovrebbero essere universalmente tutelati e custoditi, in primis per il nostro stesso benessere. L’esperienza alpina, che sia di vita quotidiana o turistica, dovrebbe essere improntata sulla contemplazione della bellezza: della natura, dei paesaggi, del mutare delle stagioni e dei ritmi del giorno. Incentrata sui valori e le peculiarità dell’ambiente montano, non sul loro uso come scenografia o campo di gioco, privandoli del loro valore in sé. 

Tutti possiamo (e dobbiamo) contribuire e impegnarci per educare e far crescere questa consapevolezza, per diffondere la cultura del rispetto e della responsabilità: quando organizziamo eventi, o anche solo una semplice gita, poniamo attenzione al potenziale impatto sulle altre specie, particolarmente elevato in particolari fasi del loro ciclo vitale, evitando tracciati fuori dai sentieri battuti e più frequentati, soprattutto in primavera e in inverno. 

Rispettiamo il diritto degli altri fruitori della montagna di goderne secondo i propri ritmi e le proprie esigenze, in termini di quiete e piacere. Evitiamo l’emissione di suoni e luci, di cui possiamo ampiamente usufruire in città e rieduchiamoci alla pace del silenzio e alla bellezza di un cielo stellato, per immergerci in una dimensione più naturale e, dopotutto, più umana, nel senso più pieno della parola. E soprattutto, diamo un senso a quello che facciamo, in modo che ogni evento, concerto, manifestazione o escursione diventi un’occasione per osservare, approfondire, comprendere, scambiare e trasmettere valori e conoscenze

Elena Guella, vice-presidente SAT Trento

Ultime notizie

Il Punto - Si muore nel silenzio

19 Settembre 2025
I palestinesi sono soli, entriamo nel giorno 1.303 dall’invasione russa in Ucraina, e altrove, si muore nel silenzio dei media. (Raffaele Crocco)

La Sicilia ha sete

18 Settembre 2025
La Sicilia ha sete, e non da poco tempo. (Rita Cantalino)

L’inizio dell’offensiva terrestre israeliana e l’esodo di massa da Gaza City

17 Settembre 2025
Israele conferma che l’offensiva ha provocato un esodo senza precedenti. (Giacomo Cioni)

Dossier/ Materie prime critiche (4)

17 Settembre 2025
Oltre a quelli ambientali, l’estrazione di minerali critici comporta una serie di impatti diretti sulla vita di diversi gruppi vulnerabili. (Rita Cantalino)

Il blocco del porto di Trieste

16 Settembre 2025
Il blocco del porto di Trieste contro le armi per Israele e per l’applicazione del Trattato di pace. La mobilitazione di USB. (Laura Tussi)

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad