Le Rollettes in Italia: «Il nostro hip hop in sedia a rotelle»

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Chelsie amava il ballo.«Danzare era la cosa che mi interessava di più. A cinque anni già ero impegnata in gare nazionali». Ma il destino spesso sembra avere altre idee. Stava diventando una ballerina professionista. Un’auto guidata da un amico con troppo alcol in corpo, lo scontro contro un albero, la spina dorsale spezzata. Fine dei sogni. Almeno così sembrava. Perché poi Chelsie Hill è diventata insegnante di ballo usando la carrozzina. E ha fondato le Rollettes, ora una compagnia di danza famosa nel mondo, formata da ballerine che sublimano l’hip hop in sedia a rotelle. «Amo ognuna di loro, siamo come sorelle. Lungo il mio percorso ho conosciuto molte persone differenti che hanno mantenuto la mia grande passione per la danza. Incontrarle mi ha mostrato che i sogni possono diventare realtà. Più di un semplice team: noi siamo una famiglia».

Il gruppo di danzatrici, tutte in sedia a rotelle, nate in sordina a Monterey in California, si è imposto in spettacoli e show televisivi: «Chi ha disabilità non deve sentirsi solo. Vogliamo cambiare il modo in cui le persone pensano alla disabilità e mostrare a tutti quello che possiamo fare invece di concentrarci su ciò che non possiamo». Dal 2017, è cresciuto con il trasferimento a Los Angeles. Le Rollettes a maggio saranno per la prima volta in Italia: «Presenteremo la nostra campagna Be Boundless “Rise Up” con un’orchestra dal vivo! Qualcosa che non abbiamo mai fatto». Saranno la grande novità della XXI edizione del Festival Internazionale delle Abilità Differenti, che quest’anno si svolgerà dal 2 al 30 maggio tra Carpi, Correggio, Pavullo, Bologna e Riccione.

Una manifestazione unica per struttura e durata, che pone l’attenzione alla persona prima di tutto e supporta il talento di tutti gli ospiti offrendo laboratori e attività dove ciascuno esprime le proprie capacità attraverso l’arte, la musica, il teatro, la danza, il cinema e ogni altra forma d’arte sperimentale. Le proposte comprendono vari ambiti: sociale, culturale, artistico, sanitario, di formazione professionale. Il titolo scelto per questa edizione è «Pezzi Unici». Spiega Sergio Zini, presidente della Cooperativa Sociale Nazareno, pilastro del Festival: «Siamo tutti chiamati ad amare il pensiero dell’altro, anche quando questo non si vede e arranca per le strade ingarbugliate di codici verbali, in cerca di una via d’uscita da una mente che lo imprigiona. Amare il pensiero dell’altro, e amare il corpo che lo contiene, ricercando quell’armonia che sembra perduta: questo è il nostro vero lavoro. Allora musica, arte, spettacoli, convegni, dibattiti e tecniche non sono un lavoro per intellettuali, ma diventano sentieri, strade, vie maestre attraverso le quali aiutare un uomo finalmente a esprimersi liberamente. È la libertà ciò che ci interessa! La libertà è quell’energia che ci porta al destino buono per cui siamo fatti, consapevoli che siamo tutti diversi: “Pezzi Unici”, proprio come quei gioielli che l’orafo cesella nel suo laboratorio, per far splendere ancora di più il volto di una donna».

Claudio Arrigoni da Corriere.it

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