Laboratori: "indicatori locali per lo sviluppo sostenibile"

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Il laboratorio sugli indicatori locali per lo sviluppo sostenibile ha visto gli interventi di Lorena Zarate rappresentante di Habitat International Coalition (HIC) a Città del Messico e Yves Cabannes responsabile regionale del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite per la gestione urbana (UNDP/UNCHS) in America Latina e nei Caraibi...

Il laboratorio sugli indicatori locali per lo sviluppo sostenibile ha vitso gli interventi di Lorena Zarate rappresentante di Habitat International Coalition (HIC) a Città del Messico e Yves Cabannes responsabile regionale del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite per la gestione urbana (UNDP/UNCHS) in America Latina e nei Caraibi. Partendo dal difficile problema della gestione delle politiche abitative in America Latina, Lorena Zarate ha ricordato il lavoro dell'Associazione HIC che svolge una ricerca non solo accademica, bensì politica: partendo dalla necessità di una casa, cerca di soddisfare tutti i bisogni della popolazione, collegati al rispetto dell'ambiente delle questioni di genere etc. Nel prossimo mese di ottobre sarà prevista la prima riunione dell'Associazione che nella condivisione delle 42 esperienze vissute in 11 paesi diversi definirà le strategie per estendere l'idea di HIC dall'America Latina agli altri continenti. La trasformazione delle politiche urbane, ricorda Lorena Zarate, parte dall'analisi di indicatori di tipo qualitativo soggetti a successiva ponderazione soggettiva da parte di tutte le realtà sociali coinvolte. Proprio sulla scelta e valutazione degli indicatori sociali si è incentrato l'intervento di Yves Cabannes. La prima difficoltà del progetto seguito dalliUrban Management Programme delle Nazioni Unite sta nel consolidamento dei dati che in linguaggi differenti sono prodotti di volta in volta dal Governo Centrale, Governo Locale o da Movimento Sociale. Il livello democratico del dialogo passa attraverso la definizione degli indicatori sociali. A differenza delle grandi Organizzazioni internazionali tipo ONU o Banca Mondiale, il sistema degli indicatori locali produce un informazione affidabile. Cabannes riporta ad esempio la questione dei diritti: comunemente si riconoscono i bisogni di base come il diritto al cibo, all'acqua⅀. nei laboratori dove gli individui con un principio di partecipazione sono soggetti sociali in grado di controllare la propria vita, si riconosce anche il diritto alla felicità. UNDP/UNCHS lavora con un sistema di "aggregazione" degli indicatori. Fissando in -1 il livello più basso di risposta ad ogni singolio indicatore e in + 1 il più alto, costruisce una mappa che ben visualizza le reali necessità della città. In 0 si riconosce il raggiungimento dell'ideale urbano che si aggrega su 4 grandi "utopie": eguaglianza - sviluppo umano - qualità della vita - autonomia. A S.Andrè regione appartenente alla città di S. Paolo in Brasile, cuore economico dell'America Latina, si sono applicati degli indicatori specifici per delineare la mappa di 39 distretti. Proprio i singoli partecipanti nello spirito del rispetto delle singole presenze umane, essenziali per il bilancio partecipativo, realizzato in quella Municipalità, hanno voluto aggiungere agli indicatori di sostenibilità per lo sviluppo urbano studiati per il ventunesimo secolo, la partecipazione popolare e la felicità. In conclusione l'esperienza degli indicatori sociali si sintetizza in tre punti: - Un metodo partecipativo per dimostrare le differenti condizioni di vita all'interno di una città e un mezzo per promuovere le azioni collettive. - Uno strumento analitico per dare concretezza alle proposte piuttosto che un solo strumento tecnico per raccogliere dati. - Uno strumento per costruire utopie o ideali in difesa degli standard minimi di vita.

Fonte: World Social Agenda

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