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La “stretta” via della diplomazia e della giustizia internazionale
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Foto: Unsplash.com
“Nell’attuale guerra in Ucraina, assistiamo all’impotenza della Organizzazione delle Nazioni Unite”ha detto Papa Francesco. C’è da confidare nelle vie di pace delle organizzazioni e del diritto internazionale,. Secondo Marco Mascia, docente di Relazioni internazionali e sistema politico dell’Unione europea all’Università di Padova come scopre anche la cattedra Unesco in diritti umani all'Università di Padova e guida il Centro di Ateneo per i Diritti Umani intitolato ad Antonio Papisca, esiste una strada per evitare che il conflitto scatenato dalla Russia trasformi l’Ucraina “nell’Iraq d’Europa”. Purtroppo, sostiene il docente, questa strada non è (ancora) stata intrapresa dall’Unione europea.
Professor Mascia, partiamo dall’origine: quali sono le norme dei diritto internazionale che con l’attacco all’Ucraina la Russia avrebbe violato?
La Russia non sta rispettano la Carta delle Nazioni Unite, il diritto internazionale e i diritti umani: viola innanzitutto il principio di sovranità di un Paese indipendente dal 1991, calpesta il diritto di autodeterminazione dei popoli, l’obbligo di risolvere pacificamente le controversie e il divieto all’uso della forza.
“Nell’attuale guerra in Ucraina, assistiamo all’impotenza della Organizzazione delle Nazioni Unite” ha detto Papa Francesco. È d’accordo?
Il Papa ha ragione, le condanne non sono mancate: il 28 marzo da parte del Parlamento Europeo, il 2 marzo con la risoluzione dell’Assemblea delle Nazioni Unite votata da 141 su 193 Paesi membri (5 contrari e 35 astenuti) in cui si deplora con forza l’aggressione russa, si chiede l’attivazione di corridoi umanitari, proprio come la risoluzione che il giorno precedente era stata presentata nel Consiglio di sicurezza dell’Onu che tuttavia è bloccato dal veto della stessa Russia. Le organizzazioni internazionali sono impalpabili, ma c’è più di una ragione e di una causa per quello che vediamo oggi…
Ragioniamo allora professor Mascia come - a fronte di questa situazione - su come mai è così palpabile la fragilità dell’Onu?
In primis, come detto, il Consiglio di sicurezza dell’Onu è bloccato dal veto della Russia, ma l’Assemblea generale ha sbloccato la situazione ed è intervenuta con la risoluzione del 2 marzo: si è trattato di un passo molto importante che legittima il Segretario generale Antònio Guterresad entrare in campo come principale attore negoziale. Anche se sono chiare le posizioni: la volontà della Russia è quella di proseguire con l’invasione e quella dell’Ucraina di resistere.
Guterres e l’Onu sono rimasti ad oggi sullo sfondo con il “pallino” delle trattative - in queste settimana più un rituale dovuto, che una reale tavolo, visto che nessuna delle due posizioni intende cedere su qualcosa - lasciato a Erdogan e alla Turchia che sti sta riabilitando a livello internazionale.
…con il premier italiano Mario Draghi che solo qualche mese fa lo ha definito “un dittatore”. Ha davvero più autorità di mediazione un dittatore che l’Onu?
Le Nazioni Unite sono così fragili perché sono ad immagine di come gli stati membri vogliono che siano. A partire dai 5 stati membri permanenti. Tutti, compresi gli Usa e gli Europei. infatti, se il 2 marzo condannano l’invasione russa, il giorno prima il Consiglio di sicurezza (CdS) ha votato una risoluzione contro l’invasione voluta da Putin, che non è passata per il veto della Federazione russa. Questa situazione impedisce a questo organismo di svolgere il suo ruolo sopra le parti. Il vero negoziatore è l’Onu con il suo segretario generale Guterres, il quale dovrebbe trasferirsi tra Kiev e Mosca finché le parti non trovano un accordo, ma di fatto l’Onu oggi non ha il sostegno nemmeno dell’Occidente...