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La sfida intelligente delle “Smart Cities”
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Nel 2011 la Commissione Europea ha lanciato l’iniziativa “Smart Cities & Communities”: un appello alle città a divenire “smart” cioè “intelligenti” nel risolvere problemi di sviluppo urbano per essere più vicine ai bisogni dei cittadini. Come si misura l’intelligenza di una città? L’indagine I-City Rate, pubblicata annualmente dal Forum della Pubblica Amministrazione, nel 2016 ha analizzato 106 Comuni italiani capoluogo sulla base di 105 indicatori statistici e sette dimensioni tematiche: economa, vivibilità, ambiente, relazioni tra persone, mobilità, modello di amministrazione e legalità.
Milano, Bologna e Venezia hanno conquistato il podio delle città d’Italia più “intelligenti” e innovative. A seguire, Firenze, Padova, Torino, Parma, Trento, Modena e Ravenna. Le città del sud Italia sono ancora lontane dalla top ten ma migliorano: Cagliari è la prima città del meridione, seguono Matera, Pescara, Bari, Lecce, Oristano, Potenza. Roma si ferma al 21° posto. Analizzando però i singoli indicatori, Milano scende in fondo alla classifica delle città del nord per qualità dell'ambiente e legalità (criminalità e corruzione); Bologna si configura come la città meglio governata, che eccelle per partecipazione, open data, nuovi strumenti di programmazione e capacità gestionale; Firenze è prima nella dimensione dell'accoglienza, Trento ha un'ottima gestione dei rifiuti e Sondrio è la città migliore per sostenibilità, sia per la qualità dell'aria che dell'acqua. Matera si contraddistingue per la sua anima "green".
Ne deduciamo che la competitività delle Smart Cities non dipende solo dal “capitale fisico” ovvero la dotazione di infrastrutture ma anche dal “capitale intellettuale e sociale” che si concretizza con la capacità di mettere a sistema le competenze e le risorse del territorio in un’ottica di innovazione. L’innovazione smart non è solo quella tecnologica, ma è la capacità di creare innovazione sociale per condividere benessere e creare comunità attive ed informate capaci di interagire per uno scopo comune. Figurano infatti nell’indice I-City Rate variabili quali le capacità delle città di accogliere e gestire flussi migratori, cervelli e talenti, generare imprese innovative, mettere a sistema luoghi di condivisione, di strumenti e conoscenze, attrarre finanziamenti, agevolare l'uso di spazi pubblici. Con l'obiettivo, sempre, di essere città più vivibili e sostenibili.
A questo obiettivo rispondono le “Solutions” che recentemente hanno vinto la Call internazionale “Innovation for Smart and Inclusive Cities” lanciata dalla Fondazione Giacomo Brodolini, Open Incet - Centro di Open Innovation della città di Torino e FabriQ - incubatore di innovazione sociale del Comune di Milano. Le 10 proposte più innovative sono state presentate a Torino nell’ambito dell’Open Innovation Summit, una tre giorni di lavoro (5-7 aprile 2017) con attori internazionali finalizzato ad esplorare i fattori chiave che facilitano la capacità delle città di innovare e condividere in modo diffuso i benefici di una crescita che, per essere socialmente innovante, deve essere inclusiva.
Le proposte vincitrici (“Solutions”) elaborano delle soluzioni semplici e a basso costo utilizzando le nuove tecnologie e promuovendo la partecipazione dei cittadini per rispondere ad un ampio spettro di temi connessi alla crescita urbana: la mobilità, la qualità dell’ambiente, la sicurezza delle donne e del territorio, la gestione di beni e spazi comuni, l’inclusione lavorativa di persone con disabilità mentali, la promozione di azioni di solidarietà internazionale.
Freeda, ad esempio, è un’app in sperimentazione a Torino grazie alla quale le donne possono indicare le strade più tranquille e quelle alle quali prestare più attenzione e trovare nell’immediato sulla mappa una strada sicura per viaggiare liberamente; i dati raccolti serviranno ad elaborare i percorsi più sicuri. L’app Jojob invece agevola gli spostamenti casa-lavoro, permettendo all’utente di visualizzare su una mappa la posizione di partenza dei colleghi e dipendenti di aziende vicine alla propria e condividere l’auto nel tragitto da casa fino al lavoro. L’app misura anche la quantità di Co2 risparmiata per ogni itinerario percorso, permettendo al cittadino di guadagnare dei crediti da spendere presso negozi convenzionati e va considerato poi il beneficio sociale del condividere il viaggio con altre persone. Tra le Solutions vincitrici ci sono anche Krap, per diminuire il tempo impiegato nella ricerca del parcheggio (stimato a ben 106 giorni nella vita di una persona); AWARE, finalizzata a fornire ai cittadini uno strumento per monitorare i livelli di qualità dell’aria in casa e all’esterno; e WeAct, everyone's involved, una piattaforma e app, già testata nel Parco fluviale Gesso e Stura di Cuneo, che consente ai cittadini di condividere foto e video per segnalare un pericolo notato nel loro territorio. Si va dalla manutenzione dei sentieri di montagna, al monitoraggio della qualità del servizio del trasporto urbano, alla segnalazione di tombini otturati, ecc.
Le Social Innovation, utilizzano le tecnologie per risolvere problemi in modo partecipato, creando delle comunità incentivate a mettersi in gioco. Gli stimoli al miglioramento nascono anche dal fatto che l’utente è informato. Un processo a catena che potrebbe “contagiare” sempre più persone, creando sostenibilità e risparmio.
Lia Curcio

Sono da sempre interessata alle questioni globali, amo viaggiare e conoscere culture diverse, mi appassionano le persone e le loro storie di vita in Italia e nel mondo. Parallelamente, mi occupo di progettazione in ambito educativo, interculturale e di sviluppo umano. Credo che i media abbiano una grande responsabilità culturale nel fare informazione e per questo ho scelto Unimondo: mi piacerebbe instillare curiosità, intuizioni e domande oltre il racconto, spesso stereotipato, del mondo di oggi.