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La sfida all'apartheid del sapere: quale costruzione sociale delle conoscenze?
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La seconda conferenza tematica al FME mette a confronto Asia e America Latina nella costruzione sociale delle conoscenze
"La ricerca del sapere comincia dalle domande o dalle risposte?" e'questa la domanda centrale posta da Kailash Satyarthi. "A mio parere" ha proseguito il coordinatore indiano della Marcia Mondiale contro il lavoro minorile, l'organizzazione che ha gia' "riscattato" 65.00 bambini "il viaggio di ognuno nella vita comincia con le domande. Ma oggi a scuola abbiamo adottato un modello che da ai bambini risposte ancor prima che possano porre domande. E'un atteggiamento teso ad evitare che da grandi si possa porre questione il potere. La nostra sfida e'invece come condividere sapere generatore di cambiamento, capace di trasformazione. Come Marcia Mondiale abbiamo creato Centri di riabilitazione per i bambini liberati dalla schiavitu'del lavoro. In questi centri bambini ed educatori vivono in comunita', mangiano, dormono e apprendono insieme. Insieme si festeggiano le festivita' delle diverse religioni. I bambini sono perfettamente in grado di rendersi conto dei problemi che affliggono la nostra societa'.
In una festa recente, legata alla lotta di Rama contro il male, quest'ultimo e'stato rappresentato dai bambini di uno dei Centri di riabilitazione come un mostro a dieci teste, tutte collegate ad un unico centro: ogni testa incarnava uno dei problemi che secondo loro vanno sconfitti per creare una societa' migliore: sfruttamento dei bambini, analfabetismo, disoccupazione, fondamentalismo, esplosione demografica, alcohol, discriminazione delle donne, corruzione... Credo che le loro domande siano molto appropriate. La sfida e' come riuscire a mettere in discussione l'apartheid dei saperi generato dall'attuale modello dominante capitalista di istruzione. Che facciamo per quei 130 milioni di bambini che non entrano mai a scuola? Per i 150 milioni che non terminano la quinta elementare? Per gli 880 milioni di adulti analfabeti, di cui due terzi donne, un numero in costante crescita negli ultimi dodici anni? Bisogna rifiutare l'educazione emergenza, ridotta ad informazione per un'opzione chiara a favore di processi educativi di qualita'che insegnino a camminare insieme per una conoscenza di tutti, da tutti, per tutti. Non e' la poverta' che genera analfabetismo, ma il contrario. Ricordiamoci che bastano undici miliardi di dollari per assicurare a tutti l'istruzione primaria, quattro giorni di spese militari!". Daccordo con le tesi espresse dal coordinatore della Marcia Mondiale si e' detto anche Fernando Roldan, segretario della Conferenza Americana per l'educazione degli adulti che ha chiesto una riflessione sui mmeccanismi di regolazione dell'istruzione pubblica: "la nostra idea di Stato e di partecipazione chiede un cambiamento da meccanismi verticali a una gestione piu' orizzontale che dia spazio alla societa' civile, intesa non come cliente, ma come partner attivo del processo educativo. Il governo della scuola, cosi' come la proprieta' delle conoscenze devono rimanere beni comuni".