La preghiera delle madri

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Le belle notizie non fanno audience. Per questo vengono puntualmente ignorate dai media. Non è sempre uno svantaggio: in tal modo posso rimanere più pure e svilupparsi indisturbate, non intaccate da quel meccanismo che ama troppo la sensazione e il contrapporre le idee l’una all’altra, senza amore per la verità. Così, è in punta di piedi che scrivo su La Preghiera della Madri, con il timore che si ha quando s’incontra una notizia bella e non la si vuole rovinare.

L’avete mai sentita questa preghiera? O avete visto il video su You Tube? È una canzone, o meglio un inno, che l’artista israeliana Yael Deckelbaum canta insieme ad altre cantanti di religione musulmana e cristiana. È una canzone molto bella, le parole sono in ebraico, arabo e inglese: «Tra il cielo e la terra/ c’è gente che vuole vivere in pace/ non mollare, continua a sognare/ di pace e prosperità». Le riprese del video sono state fatte nel deserto che attornia il Mar Morto: e come non pensare al cammino degli ebrei dei tempi biblici che proprio nel deserto hanno imparato a passare dalla schiavitù alla libertà? Questa canzone è nata nel movimento spontaneo “donne per la pace” e ne è diventano l’inno.

Il movimento è sorto su iniziativa di madri di diverse religioni, soprattutto ebree, islamiche e cristiane, proprio nell’estate 2014, nel bel mezzo del riaccendersi della violenza tra lo stato di Israele e i Palestinesi di Hamas e altri gruppi nella Striscia di Gaza, sfociate nell’operazione militare “Tzuk Eitan”, “scogliera solida”. Queste madri hanno deciso di unirsi per dare una voce alla pace: «Light is rising from the east to the prayer of the mothers for peace (la luce sta sorgendo da est alla preghiera delle madri per la pace)»

Nell’ottobre 2016, 4mila donne di diverse religioni hanno risposto all’iniziativa di questo movimento e si sono messe in marcia per la pace, dal nord di Israele fino a Gerusalemme. A questa iniziativa, che è culminata in una manifestazione di 15mila donne di fronte alla residenza del Primo Ministro di Israele, ha partecipato il premio Nobel per la Pace Leymah Gbowee, la cui iniziativa nel 2003 ha portato alla fine della guerra civile in Liberia. Proprio su iniziativa delle donneÈ un piccolo seme di novità, questa canzone; un piccolo miracolo femminile questo movimento. Le madri sanno cosa vuol dire perdere un figlio in guerra, e sanno più di tutte il valore della pace. Che questo seme possa crescere e diventare albero, per portare i buoni frutti che preannuncia.

Michele Genisio da Cittanuova.it

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