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La personalità degli scoiattoli
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Foto: Pexels.com
Cammino nel bosco in silenzio, al mattino presto. Sono nel Parco nazionale dello Stelvio, alle pendici del Cevedale. I miei passi si svegliano insieme al sentiero. Fruscii, scricchiolii, gocciolii. C’è una vita sospesa sull’orlo del giorno che si sta aprendo: cince, nocciolaie, codirossi indaffarati nelle faccende quotidiane. E poi scoiattoli, tanti. Confidenti ma non troppo, si muovono agili in un Parco nazionale dove non corrono pericoli per mano dell’uomo, anche se è pur sempre un incontro guardingo tra sconosciuti. Un incrocio di sguardi e poi via, avanti con i propri impegni: sgranocchiare pigne, fare riserva per l’inverno, spazzolare la coda, rincorrere un fratello, sgattaiolare a spirale su per un tronco.
Guardo questi Sciuridi e penso a uno studio condotto dall’Università della California e pubblicato su «Animal Behavior» proprio sugli scoiattoli, nello specifico sui citelli dal manto dorato (Callospermophilus lateralis), cugini americani dei roditori delle nostre latitudini. Una ricerca da cui emerge che gli scoiattoli avrebbero tratti della personalità molto simili a quelli di noi umani: sono audaci, a volte aggressivi, atletici e sociali.
Lo studio ha previsto una serie di osservazioni, tra cui alcuni esperimenti con gli specchi e numerosi appostamenti in ambiente naturale per misurare il tempo concesso all’avvicinamento prima della fuga. Sono solo alcuni degli espedienti utilizzati per misurare la loro socialità e la loro confidenza nel contatto con degli estranei. I dati raccolti, in un periodo di circa 3 anni, hanno dato prova che alcuni scoiattoli sono più espansivi e curiosi di altri e che questo tipo di personalità si è dimostrata più incline a percorrere lunghe distanze e coprire un territorio più ampio, nonché a raggiungere maggiori successi nella raccolta di riserve alimentari rispetto ai loro colleghi più timidi e meno assertivi. Gli scoiattoli più intraprendenti e combattivi, inoltre, hanno dimostrato di ottenere con maggior facilità accesso a posatoi come rocce o rami, che forniscono un vantaggio rilevante per individuare i predatori e schivarli.
In effetti a vederli squittire e affrettarsi di qua e di là, fermarsi e poi sgattaiolare via, pensare che abbiano caratteristiche caratteriali specifiche non è difficile. Ed è quello che sostiene anche la presentazione dello studio su un tema le cui peculiarità gli scienziati hanno sempre faticato ad ascrivere a specie diverse da quella umana. Quello dello studio della personalità – ovvero di un comportamento costante e coerente nel tempo – è infatti un ambito ancora giovane per quanto riguarda le esplorazioni che includono anche le altre specie. E lo è soprattutto per quegli aspetti che comportano conseguenze ecologiche: per esempio il fatto che alcuni esemplari siano più arditi e aggressivi implica certamente una maggiore possibilità di procurarsi il cibo e difendere un territorio più esteso, ma d’altro canto li espone anche al rischio di essere più facili prede o di incorrere con più probabilità in incidenti di percorso. I citelli dal manto dorato sono considerati una specie asociale: relativamente piccoli, hanno meno possibilità di formare legami sociali, comuni invece in altri scoiattoli di terra che tipicamente trascorrono più tempo nelle proprie unità familiari prima di raggiungere la maturità. Ma lo studio dimostra come, all’interno di queste specie asociali, i singoli individui che tendano ad essere più sociali riscuotano dei vantaggi in termini di sopravvivenza e possibilità di riproduzione, fattori che inevitabilmente poi ricadono su un livello più ampio di popolazione e di comunità.
Jaclyn Aliperti, che ha condotto lo studio all’interno di un dottorato in Ecologia presso l’Università della California, sottolinea come “considerare gli animali come individui più che come specie e tenere in considerazione queste peculiarità nello studio e nella gestione degli ambienti naturali potrebbe essere particolarmente rilevante per prevedere risposte a nuove condizioni e variazioni negli habitat, soprattutto per quanto ne concerne la modifica o la distruzione a causa di attività umane”.
Non si tratta questa volta di tutelare una specie minacciata – gli scoiattoli, e in particolare i citelli dal manto dorato, non corrono al momento particolari rischi – ma di valutare invece un nuovo punto di vista. Quella della personalità animale è “una scienza difficile”, per gran parte ancora inesplorata, ma può aprire inaspettate alleanze: da un lato potenziare relazioni positive uomo-animale, e quindi comportamenti più rispettosi; dall’altro migliorare la conservazione della natura proprio attraverso l’influenza che la personalità dei singoli individui può avere sull’utilizzo dello spazio dagli stessi occupato.
Anna Molinari

Giornalista freelance e formatrice, laureata in Scienze filosofiche, collabora con diverse realtà sui temi della comunicazione ambientale. Gestisce il progetto indipendente www.ecoselvatica.it per la divulgazione filosofica in natura attraverso laboratori e approfondimenti. È istruttrice CSEN di Forest Bathing. Ha pubblicato i libri Ventodentro (2020) e Come perla in conchiglia (2024). Per la testata si occupa principalmente di tematiche legate a fauna selvatica, aree protette e tutela del territorio e delle comunità locali.