La guerra organizza l’accumulazione del capitale

Stampa

Foto: Unsplash.com

Tutte le guerre in corso sono articolazioni dell’accumulazione di capitale, a prescindere dagli Stati coinvolti. Eppure una parte della sinistra e dei movimenti opta per alcune potenze capitaliste (Russia, Cina) o per potenze capitaliste con sistemi statalisti teocratici (Iran), rispetto ad altre. “Credo che questa politica sia dannosa per i movimenti e i popoli, poiché divide e gerarchizza, scegliendo vittime difendibili mentre altre vengono dimenticate… – scrive Raúl Zibechi – Che senso ha per noi che combattiamo per un mondo nuovo essere alleati del capitalismo di stato?”. Ci sono crepe in questo orizzonte? “La speranza sta nel vedere come alcune comunità e organizzazioni tracciano percorsi diversi – aggiunge Zibechi – In particolare, la determinazione zapatista a porre fine alle piramidi ci mostra che, trentuno anni dopo la rivolta, continuano a percorrere altre strade, imparando dai propri errori, che è l’unico modo per crescere…”

È vero che alcune grandi aziende traggono profitto dal genocidio palestinese, come riportato dalla Relatrice Speciale delle Nazioni Unite per i Territori Palestinesi, Francesca Albanese. È inoltre emerso pochi giorni fa che il Pentagono ha destinato il 54% della sua spesa a società private tra il 2020 e il 2024, il che equivale alla sbalorditiva cifra di 2,1 trilioni di dollari per rimpinguare le casse di una manciata di grandi multinazionali della guerra, secondo il Quincy Institute for Responsible Statehood. Ma la realtà del capitale va ben oltre i profitti di poche aziende, al punto che oggi possiamo affermare che l’accumulazione di capitale non può essere sostenuta senza violenza, senza distruggere popoli, senza massacrare donne e bambini. Le guerre sono articolazioni dell’accumulazione di capitale, a prescindere dagli Stati nazionali coinvolti nei conflitti.

La complessità della situazione attuale risiede nella sovrapposizione di vari tipi di guerre che tuttavia hanno obiettivi simili. Siamo di fronte a guerre tra Stati, come nel caso tra Russia e Ucraina, o, se preferite, tra NATO e Russia. Ci sono anche guerre aperte, sebbene non dichiarate, tra Stati e popoli, come nel caso tra Israele e il popolo palestinese. Ma abbondano anche altri tipi di guerre, come le “guerre alla droga”, come in Messico, o le guerre contro le gang, la povertà e persino i cambiamenti climatici.

Sebbene ognuna abbia le sue particolarità, tutte mirano allo stesso obiettivo: attaccare e sfollare le popolazioni per facilitarne l’espropriazione. Ammetto che questo modo di analizzare la realtà possa trascurare alcune caratteristiche di queste guerre, ma credo sia necessario schierarsi fermamente dalla parte dei popoli che, ripetutamente, sono vittime dell’accumulazione capitalista e, quindi, delle guerre. 

Una parte della sinistra e anche i movimenti sociali stanno optando per alcune potenze capitaliste (Russia, Cina) rispetto ad altre (Stati Uniti, Unione Europea), con il pretesto di combattere il “nemico principale”. Questo li porta a stringere alleanze con coloro che si oppongono all’impero statunitense. Credo che questa politica sia dannosa per i movimenti e i popoli, poiché divide e gerarchizza, scegliendo vittime difendibili mentre altre vengono dimenticate. È sorprendente che il popolo palestinese venga difeso, una questione del tutto giusta, ma nessuno parla del popolo ucraino o russo, i cui figli stanno dando la vita per difendere interessi stranieri in una guerra per la quale non sono stati consultati. In un caso, si tratta del capitale occidentale sostenuto da Trump e dall’Unione Europea. Nell’altro, si tratta di un regime autoritario e capitalista, come quello guidato da Putin...

Segue su Comune-info.net

Ultime notizie

I Partigiani della Pace

08 Novembre 2025
I Partigiani della Pace: testimoni e costruttori di un futuro possibile. (Laura Tussi)

Il Punto - Tra isole, frontiere e assedi il Mondo resta in equilibrio instabile

07 Novembre 2025
Viviamo in un Mondo in cui la pace è un intervallo e la guerra una condizione. (Raffaele Crocco)

Le foreste europee catturano poca anidride carbonica

06 Novembre 2025
Le foreste d’Europa possono ancora costituire un pilastro della neutralità climatica? (Alessandro Graziadei)

Dossier/I portuali contro le guerre nel mondo. In Grecia e Slovenia (2)

05 Novembre 2025
Dalla Slovenia alla Grecia, anche nei porti della penisola balcanica i portuali si oppongono. (Linda Maggiori)

Europa e armamenti, tra disfunzioni e passi indietro sulla pace

04 Novembre 2025
Difesa europea e di riarmo: un dibattito centrale per definire l’Unione Europea del futuro e le sue priorità. (Di Bernardo Venturi 

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad