La decrescita secondo Latouche

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Un visione in decrescita dello sviluppo è quella presentata dal professore emerito di economia all'Università Parigi Sud, Serge Latouche che in un incontro pubblico a Trento ha illustrato i contenuti del suo ultimo libro intitolato "Come sopravvivere allo sviluppo". Questa lettura data da Latouche è il risultato di un lungo percorso che parte dal fallimento del modello sviluppato nei paesi del Sud per poi arrivare alla nuova fase di sviluppo sfrenato che si vive anche nel Nord. Serge Latouche è uno studioso che si interroga sul tipo di società imposto dai processi di globalizzazione.

Il modello di sviluppo neoliberista imposto al Sud ha portato negli ultimi cinquant'anni a un peggioramento delle condizioni ambientali e sociali. "Basta pensare all'Africa subshariana che oggi rappresenta il 2% del prodotto interno lordo mondiale ma nonostante queste condizioni milioni di persone continuano a sopravvivere realizzando un miracolo umano grazie anche alla grande gioia di vivere". Per Latouche è l'autorganizzazione degli esclusi che può aiutarci a ricostruire un nuovo immaginario e capire che si può essere ingegnosi senza essere ingegneri, intraprendenti senza essere imprenditori e industriosi senza essere industriali". Dalla critica allo "sviluppo esportato" nel Sud Latouche passa a commentare l'ossimoro per eccellenza che é conosciuto come "sviluppo sostenibile", ormai da decenni un vuoto e bucato contenitore, a sua volta zeppo di ossimori, di pigri e banali buoni propositi, di insostenibili accostamenti tra economia, politica e ambiente.

Se prima il Nord poteva esportare gli effetti negativi nel Sud, ora non si può anche perchè il Sud fa nuova concorrenza con il fenomeno della delocalizzazione per cui un operaio inglese può essere pagato meno di un operaio del Sud. Latouche definisce tutto questo una schizofrenia terribile che si può leggere anche sulle pagine di autorevoli quotidiani come 'Repubblica' dove, mentre un'inchiesta parla degli alti costi sociali dell'inquinamento, nelle prime pagine si lamenta il crollo dei consumi.

Ad affiancare Latouche è intervenuto il prof. Marino Ruzzenenti che ha richiamato alla situazione paradigmatica dei rifiuti, materia che racchiude in sè molta energia e quando entra nell'inceneritore viene bruciata. Ruzzenenti si è richiamato al caso dell'inceneritore di Brescia dove vengono buttate via 3-4 mila tonnellate di alluminio e di ferro perchè l'inceneritore trasforma i rifiuti in ceneri che non sono più utilizzabili. In questa prospettiva di spreco di materia ed energia il professor Ruzzenenti ha chiesto a Latouche se è possibile invertire la rotta e creare consenso su una prospettiva di decrescita.

Secondo il prof. Latouche molta gente è pronta a cambiare stile di vita ma spesso la politica non concede gli spazi di partecipazione come ad esempio i referendum che sono stati bloccati recentemente in Francia su nucleare e organsmi geneticamente modificati. La decrescita è per Latouche un'utopia, un modello auspicabile dove la società tossicodipendente della crescita possa intraprendere una cura prima di svegliarsi nello stadio cronico della malattia. La decrescita non è quindi da pensare come la crescita negativa al pari della recessione, ma una scommessa che l'uomo ragionevole persegue per evitare il suicidio collettivo.

Il progetto di una società di decrescita si basa sulle 6 erre in quanto obiettivi interdipendenti:
- Rivalutare, un decolonizzare l'immaginario da egoismi pensando a un'altra concezione della ricchezza arrivando a scegliere una povertà volontaria;
- Ristrutturare l'apparecchio produttivo a partire dal nostro pensiero
- Ridistribuire la ricchezza e il debito ecologico tra le popolazioni del Nord e Sud
- Ridurre i rifiuti che crescono secondo una visione geometrica
- Riutilizzare gli oggetti e non farsi prendere dalla pubblicità
- Riciclare e riparare per ridurre l'impatto dei rifiuti

E' chiaro a Latouche che il progetto di 'decrescita felice' ha bisogno di nuovi parametri che si inseriscono più facilmente nel livello locale dove si può praticare una nuova redistribuzione delle ricchezze e una vera partecipazione democratica sulle scelte per la comunità.

di Andrea Trentini

Per approfondimenti www.decrescita.it

Serge Latouche è autore di numerosi saggi, tradotti anche in italiano, analizza la globalizzazione mettendola in relazione all'etica, alla politica, alla cultura, all' ambiente. Ricordiamo tra i suoi testi: L' occidentalizzazione del mondo, Il pianeta dei naufraghi, La megamacchina, L'altra Africa (Bollati Boringhieri); 'I profeti sconfessati' (La Meridiana); 'L' economia svelata (Dedalo); Il pianeta uniforme (Paravia); Il mondo ridotto a mercato (Edizioni Lavoro).

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