La città e l'educazione

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Conoscenza e rispetto degli spazi cittadini, della natura e delle persone, costruzione della citta' come progetto sociale, riconoscimento e rispetto delle differenze

Al via i lavori della prima giornata del forum, con la conferenza " la Citta' e l'Educazione". "Punto fondamentale e' l'educazione alla responsabilita' - spiega Marina Subirats, docente universitaria e presidente della Commissione di Educazione e Cultura di Barcelona - dobbiamo creare un'Agenda 21 delle scuole, per educare ai valori della cittadinanza i bambini. La scuola deve compromettersi, deve educare al rispetto della natura, delle persone e della cultura. Se un bambino si si prende cura di una pianta, impara quanto importante ma difficile sia farla crescere e che valore abbia la natura. Bisogna cambiare forma di lavoro nella scuola: attualmente viene valorizzata l'educazione teorica rispetto a quella pratica, mentre e' fondamentale che i bambini imparino anche cosa sia la cittadinanza, il prendersi cura di quello che hanno intorno". Ramon Mondaca, colombiano, direttore del programma di Corporazione Regionale di Medellin e assessore educativo in progetti di innovazione educativa, propone la citta' come progetto umano e sociale costruito dalla societa' e da lei sempre trasformato. Una trasformazione reciproca e dinamica tra l'uomo e la citta' stessa. Conoscere la citta' significa imparare a viverla. La citta' quindi come utopia individuale e collettiva (un progetto comune di chi vive nella citta') e fondata sulla piazza (agora' greca) come spazio di incontro, di riflessione collettiva per la costruzione del progetto umano, sociale e politico. La citta' come ambiente educativo globale in cui si colloca anche la scuola ma non solo essa. L'educazione deve potersi apprendere anche nella quotidianita' della cittadinanza, nel rapporto tra citta' e inclusione sociale. Il rapporto tra cittadinanza e scuola e' necessario e si influenza reciprocamente. Bisogna quindi, conclude Moncada, pensare e riconoscere la citta' come progetto umano". Ultimo intervento quello di Steve Stoeder, portoghese, professore universitario e direttore della rivista "Educazione, societa' e culture", che individua un processo di trasformazione e riconfigurazione del contratto sociale nel mondo occidentale. "La concezione di nazionalita' non puo' esistere solo in un documento di identita' ma nella cittadinanza attiva, sociale e multiculturale, nella responsabilita' sociale e nel riconoscimento e rispetto delle differenze. Per poter fare questo bisogna cambiare un sistema scolastico basato sullo sviluppo collettivo monoculturale e raggiungere un sistema che sia attento alle differenze".

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