L’uomo che pianta gli alberi, a Dakar

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Foto: L. Michelini ®

Parcelle Assainie, periferia di Dakar.

Il caldo di ottobre brucia le strade e l'energia della gente. Ovunque, ci sono sabbia e polvere. Un tempo conosciuta come una città verde, oggi Dakar è quasi senza alberi.  

E l'assenza di verde riflette in parte anche l’assenza di avvenire e speranze che caratterizza molti giovani della capitale senegalese, soprattutto nei distretti periferici: giovani che mollano la scuola, giovani che non trovano lavoro, giovani che pensano come raggiungere l’Europa. 

Ma a Parcelle Assainie c’è qualcuno che ha deciso di provare a investire nel suo quartiere, piuttosto che andarsene via in cerca di un futuro più idealizzato che reale. Lui è Nongo, giovane di Dakar che nella sua città pianta alberi. 

Nongo è il referente dell’Associazione sportiva e culturale di Parcelle Assainie e ha deciso di consacrare il suo tempo libero a piccole ma importanti iniziative volte cambiare le sorti del suo quartiere. "Sono cresciuto in un villaggio, in mezzo alla natura e alla campagna. A sette anni però io e la mia famiglia ci siamo dovuti trasferire in città, non mi sembrava vero di non vedere più nessun albero. Così mi sono detto, se non posso più stare nel bosco, porterò il bosco qua".

In Senegal, paese estremamente esposto alle conseguenze del cambiamento climatico e alla desertificazione, nonché pesantemente segnato da anni di crisi e da una corruzione diffusa, è difficile vedere progetti di riforestazione che funzionino e che durino nel tempo. Molti progetti, ricevono finanziamenti, visibilità, ma non decollano; non sono realizzati e monitorati con la dovuta attenzione e finiscono per appassire, esattamente come le piante messe a dimora.  

Ma i giovani di Parcelle stanno dimostrando che se c’è una vera volontà di cambiare le cose, allora è possibile. “Oggi siamo riusciti a far scendere in strada un centinaio di persone”, continua Nongo. “Si sono attrezzati con scope, pale e carriole per raccogliere sabbia e rifiuti. In seguito a questa prima pulizia, avvieremo anche una campagna di piantumazione di alberi”.

Le famiglie del quartiere hanno infatti adottato delle piante e, una volta collocate nelle aiuole, se ne prenderanno cura annaffiandole e potandole. Iniziative come queste sono fondamentali, perché sensibilizzano tutte le giovani generazioni e portano alla realizzazione di azioni concrete i cui risultati si toccheranno per anni. “Tutti gli alberi che vedi, li abbiamo piantati noi. Le piante un po’ alla volta diventeranno grandi e la gente trarrà beneficio dal verde offerto dalla natura per molto tempo", spiega il ragazzo. Moringhe, manghi, bouganvillee. Piante resistenti alla siccità che ombreggiano e rendono più bello questo difficile angolo di periferia.

"Non vogliamo aspettare le istituzioni o i fondi delle Ong e neppure il sostegno di nessun partito politico. Ci organizziamo con le risorse che raccogliamo grazie alle attività della nostra associazione e ci bastano. Raccolte fondi, tornei di calcio, vendita di magliette o concerti di sabar. Con i pochi franchi che guadagnamo ci procuriamo le piante, il materiale per spazzare e la gente partecipa volentieri a questi momenti dedicati all’ambiente". 

Il giovane, che ha una bambina di appena un anno, spera che sua figlia possa vivere in un posto pulito e sicuro. A oggi la maggior parte delle strade della capitale senegalese sono piene di rifiuti e di acque reflue stagnanti per l’assenza di un efficacie sistema fognario. Oltre all’insalubrità, c’è anche il problema dell’insicurezza e di notte non è raccomandabile uscire di casa per la criminalità diffusa.

"Attività partecipate come questa non solo rendono i quartieri più vivibili, ma sono anche un modo per aumentare l’igiene e fare prevenzione per la malaria, malattia che fa ancora molti danni purtroppo", spiega un dottore del posto che lavora all’ospedale di Fann.

Bambini, donne, ragazzi e ragazze. Ognuno ha un ruolo nel quartiere e il lavoro di spazzino diventa una specie di gioco. Tutto si svolge su base volontaria, con la consapevolezza che gli sforzi fatti saranno in qualche modo di beneficio per tutti.

Nongo, nel suo quartiere è diventato un po’ alla volta una persona molto influente. Il suo carisma e la facilità con cui riesce a rendere concrete le sue idee lo hanno reso di fatto celebre e molto ascoltato, sia dalla gente del posto che dalle autorità religiose e politiche. “Prima di sposarmi anche io pensavo di partire e cercare nuove opportunità lavorative all’estero. Ma poi ho pensato che dal momento che i giovani mi prendono come un esempio, se me ne vado io anche loro saranno spinti a partire. Quindi mi sono detto, perché rischiare di migrare e non rischiare di restare?”

Lucia Michelini

Sono Lucia Michelini, ecologa, residente fra l'Italia e il Senegal. Mi occupo soprattutto di cambiamenti climatici, agricoltura rigenerativa e diritti umani. Sono convinta che la via per un mondo più giusto e sano non possa che passare attraverso la tutela del nostro ambiente e la promozione della cultura. Per questo cerco di documentarmi e documentare, condividendo quanto vedo e imparo con penna e macchina fotografica. Ah sì, non mangio animali da tredici anni e questo mi ha permesso di attenuare molto il mio impatto ambientale e di risparmiare parecchie vite.

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