L'insostenibilità del debito: il caso Africa

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Dopo la settimana di mobilitazione a Perugia per l'assemblea dell'ONU dei Popoli e per la Marcia per la Pace e la lotta alla poverta', Sdebitarsi organizza per il 14 settembre presso la sala del Carroccio in Campidoglio a Roma due inziative insieme alle associazioni, ong e organizzzazioni che animano la campagna per la cancellazione del debito dei paesi piu' poveri. L'incontro sara' un'importante occasione per fare il punto insieme ai nostri amici delle campagne per la cancellazione del debito provenienti dal Mozambico Nigeria e Kenya tra i paesi piu' colpiti dagli effetti devastanti del debito e del conseguente processo di ulteriore impoverimento.

Mentre a New York questa settimana si svolge il vertice degli stati delle Nazioni Unite dove si sarebbe dovuto trare un bilancio sul perseguimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio sottoscritti cinque anni fa all'Assemblea Generale del Millennio e dove invece si prevede che l'attenzione verra' deviata su altri temi per nascondere l'amarissimo bilancio degli impegni assunti e non rispettati nella lotta alla poverta'. La cinica verita' e' che poco o niente e' stato fatto. Non si e' messa mano ai meccanismi che producono la poverta'. E cosi', il cosiddetto "Piano Marshall" dei paesi poveri verso i paesi ricchi continua indisturbato garantendo il nostro benessere basato sul mantenimento delo stato di poverta' degli altri.I dati continuano a parlare chiaro e ci dicono che il volume di di fondi che arrivano verso il sud per ripagare il debito supera il volume di "aiuti" per lo sviluppo che i paesi ricchi destinano ai paesi in "via di sviluppo" . E' tempo di cambiare anche il nostro vocabolario. "Aiuti" "sviluppo" risultano essere termini che mettono in crisi chi vuole afrontare veramente e alla radice le cause della poverta' e degli squilibri attuali. Per farlo sono necessarie le adeguate decisioni politiche che indichino un vero cambio di rotta...quello si epocale!

Trale cause strutturali della poverta' il debito continua a rappresentare un concreto impedimento allo sviluppo. E' uno strumento nelle mani dei creditori che al momento non hanno mostrato una vera intenzione di smantellare i meccanismi che lo continuano a produrre. Si contnua ancheora oggi, vedi Gleneagles, a procedere per passi parziali che non intaccano il cuore delle cause ma agiscono solo sugli effetti, e sugli effetti di pochi. L'accordo raggiunto in occasione dell'ultimo G8, posto che venga perseguito davvero, riguarda solo il 10% del debito estero dei paesi poveri e viene proposto per soli 18 paesi. Il clamoroso annuncio sul presunto carattere epocale di questo accordo puo' solo riferirsi al fatto che dopo anni cio' che la societa' civile aveva sostenuto essere possibile e praticabile - intervenire sul debito verso le Istituzioni finanziarie Internazionale e quindi a livello multilaterale - e fino a quel momento rigidamente negato queste stesse istituzioni e dai governi coinvolti, era chissa' come improvvisamente fattibile. Attenzione pero'. L'apparente "generosita'", e' stata immediatamente corretta quando si e' passati alla descrizione del come finanziare tale operazione. Se si procedera' al calcolo delle quote di cancellazione del debito tra i cosiddetti finanzaimenti per lo sviluppo, ad esempio cio' che l'Italia ha fatto negli ultimi 4 anni, saremo una volta ancora di fronte alla inaccettabile presa in giro, all'insulto alla ragione delle popoli gia' prostrati dalla poverta'.

In questi giorni abbiamo discusso coi i nostri amici dei paesi che soffrono direttamente delle conseguenze del debito. Insieme abbiamo lanciato un messaggio politico chiaro. Possiamo fare la nostra parte, a partire dal basso da noi stessi e dai nostri territori.. Dobbiamo pretendere, anche da chi si candida a governare l'Italia nei prossimi anni un cambio o di rotta, che mette al centro l'impegno coerente per praticare la lotta alla poverta' mettendo in discussione tutti gli elementi che producono la poverta': il debito, la riduzione di risorse per lo sviluppo, le ingiuste regole del commercio a livello mazionale, europero e mondiale. Su tutto questo ci confronteremo con i nostri amici delle campagne internazionali approfondendo i casi specifici dei loro paesi ma guardano alla questione del debito come parte integrante e globale del processo di globalizzazione e lavorando insieme alla costruizione di un'altro mondo possibile.

Raffaella Chiodo
coordinatrice di Sdebitarsi

VII Forum Internazionale di Sdebitarsi

Roma, 14 settembre 2005
Campidoglio ore 15.30-19.30

 

 

*
A 5 anni dal Giubileo
Promesse e inganni sulla cancellazione del Debito.

 

Strategie future dei movimenti per la cancellazione del debito

Arbitrato e strumenti internazionali

Obiettivi di Sviluppo del Millennio in Italia con quale finanziaria

Riflessioni dopo G8

 

Saluto del Sindaco di Roma Walter Veltroni

 

Partecipano

 

p. Alex Zanotelli missionario comboniano

Raffaella Chiodo coordinatrice Sdebitarsi

Antonio Tricarico Campagna per la Riforma della Banca Mondiale

Sabina Siniscalchi Fondazione culturale di Banca Etica

Cesare Ottolini Campagna W Nairobi W

Dino Gasbarri, Consiglio Comunale di Roma

Luca De Fraia Actiona Aid International

Sergio Marelli Ass Nazionale ONG

Riccardo Moro Fondazione Giustizia e Solidarieta' della CEI

Laura Ciacci WWF

Giulio Marcon Sbilanciamoci

Raffaella Bolini e Silvia Stilli ARCI

Francesco Oddone Eurodad

Grazia Bellini Tavola della Pace

Gino Barsella Gruppo Abele

Marta Guglielmetti, Terres Des Homme

Ifeany Nwamba Comunita' nigeriana in Italia

Francesco Terreri, rivista Microfinanza

Terezinha da Silva Foro da Mulher e Grupo da Divida del Mozambico

David Ugolor African Network for Environment and Economic Justice dalla Nigeria

Oduor Ongwen della Associazione SEATINI - dal Kenya

*****************************

14 settembre ore 9.30-14.00

Sala della Provincia
Seminario
La sostenibilita' del debito

casi di Nigeria, Kenya e Mozambico
con :
Terezinha da Silva, Foro da Mulher e Grupo da Divida
David Ugolor, Presidente dell'African Network for Environment and Economic Justice (ANEEJ),

Oduor Ongwen dell'Associazione SEATINI

Partecipano rappresentanti della societa' civile italiana impegnata per la cancellazione del debito ed esponenti delle istituzioni, Ministero Affari Esteri e Ministero delle Finanze e dell'Economia

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