L'informazione può aiutare la pace

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Ad aprire il workshop sul rapporto tra informazione e pace, il Direttore del dipartimento dell'Informazione dell'Università di Perugia - Prof. Mancini ha iniziato dicendo che "la pace non si può comunicare attraverso la comunicazione di massa. L'informazione giornalistica lavora secondo la logica di terzi. La logica della comunicazione di massa è la non normalità, che non è la pace. Un nuovo titolo si potrebbe dare a questo workshop- Come comunicare la guerra con responsabilità? Nel caso della guerra del Golfo l'informazione della CNN informava il nemico. Come ci dobbiamo muovere? L'informazione è la base della democrazia ma è anche la sua maggior debolezza".
Continua il docente chiedendosi "cosa deve fare un movimento per la pace per comunicare? Dalla ricerca nostra sul G8 è risultato che nei media le interposizioni nonviolente (tute bianche ) etcc.. non esistono. Sulla guerra del Golfo sono stati creati dei falsi d'informazione. Il problema è che nel sud del mondo non si investe abbastanza in informazione."

Direttore del quotidiano UMBRIA

Il direttore del quotidiano dell'Umbria commenta dicendo che "è difficile comunicare la guerra e la pace e specialmente questa guerra perché non si sa niente. E' una questione bilaterale. Il terzo settore non deve essere soggetto passivo dell'informazione. Per esperienza trovo una resistenza e un'incapacità a comunicare.

Raffaella Bolini dell'ARCI

"Quello che si deve fare è una scelta. Il sistema politico italiano sta parlando da 24 ore sulle dichiarazioni di Caruso dei noglobal napoletani. E' una strumentalizzazione dei media, dove i media fanno invece che donare i soldi per i profughi Afgani. La pace è nonviolenza, cioè gestire i conflitti in maniera costruttiva. Se il tuo modo di diffondere l'informazione è di dire qualcosa contro qualcuno. Su cosa è successo a Genova - cioè una sorta di colpo di stato - solo i nostri mezzi d'informazione hanno testimoniato scientificamente. Da questo lancio una proposta di costituire un corpo d'informazione militante".

Balzocchi dell'ICS

" Non sono d'accordo che la pace è normalità. La pace è lotta per il cambiamento sociale. Per stare con le regole dell'informazione deve fare notizia. I primi comunicatori siamo noi, con i nostri progetti. Se non venite a dire che non vi interssa, sbagliate siete ipocriti. Sembra che le dinamiche siano sempre quelle del mercato. Un lavoro molto duro che fa prendere delle scappatoie. Con il Pavarotti & Friends si è parlato per tre ore dei bambini afgani ma non si è parlato della situazione politica della regione; quei bambini stanno morendo sotto le bombe. Anche l'Operazione Arcobaleno era una copertura ideologica della guerra".

Beppe Giulietti RAI

"Le contraddizioni all'interno del sistema. Si fa una controinformazione. Il rischio di censura è altissimo. La RAI deve restituire a questa manifestazione l'onore. Come si garantisce l'accesso alle informazioni, alle nuove reti,alla privacy? Fino ad oggi non ci è stata data memoria di cos'è questa Marcia.

Carlo Gubittosa di Peacelink

Peacelink nata meno di 10 anni fa, e facendo appoggio sul lavoro di 10 volontari, ha un milione di contatti al mese.
Da contestare 4 tesi che sono:
- la pace non si può comunicare perché non è sensazionale
- la violenza ha una sua forza mediatica che la impone su ciò che non lo è
- che sia difficile comunicare la pace perché non si sa niente
- che la pace non vende

Sta di fatto che comunicare la pace è un atto coraggioso.

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