L’Italia vorrà legalizzare la cannabis?

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Foto: Unsplash.com

I consumatori di cannabis in Italia sarebbero sei milioni: probabilmente una stima al ribasso. La Relazione Annuale al Parlamento sulle Tossicodipendenze del 2021 (su dati del 2020) del Dipartimento per le Politiche Antidroga dà un quadro della situazione. 

Nel 2018, il giro di affari per il consumo finale di sostanze stupefacenti nel nostro Paese è stimato a 16,2 miliardi di euro; il 39% attribuibile al consumo di cannabis e derivati. Nel 2020 sono state segnalate 31.016 persone al Nuclei Operativi Tossicodipendenti delle Prefetture per detenzione di sostanza a uso personale. I minorenni segnalati sono stati il 9,4% dei casi: di questi, l’8,9% aveva meno di 15 anni; quasi il 29% aveva meno di 20 anni e poco più di un terzo superava i 40 anni. Il 74% delle sostanze segnalate riguardavano cannabis e derivati. 

La questione della legalizzazione della cannabis a uso personale e ricreativo tocca aspetti diversi: salute pubblica, contrasto della criminalità organizzata, lotta alle dipendenze patologiche, possibili effetti della depenalizzazione. Temi che saranno al centro del dibattito fino alla prossima primavera, quando si suppone che gli italiani e le italiane saranno chiamati a votare. 

I promotori del referendum sono l’Associazione Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Antigone e Società della ragione, a cui si sono aggiunti i partiti +Europa, Possibile e Radicali. Il comitato promotore è riuscito a raccogliere le firme necessarie nel giro di pochi giorni.

Il referendum proporrebbe di abrogare tre punti del Testo Unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope (di cui al d.P.R. 309/1990). Al momento il quesito chiederebbe di depenalizzare la condotta di coltivazione di qualsiasi sostanza a uso personale e di eliminare la pena detentiva per qualsiasi condotta illecita relativa alla cannabisad esclusione dell’associazione finalizzata al traffico illecito. Questo significa che non sono depenalizzate detenzione, produzione e fabbricazione di tutte le sostanze per le condotte diverse dall'uso personale. Invece, sul piano amministrativo, il quesito proporrebbe di eliminare la sanzione della sospensione della patente di guida e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori a coloro che detengono sostanze stupefacenti. La guida in stato di alterazione rimane un reato punito dall’articolo 187 del Codice della Strada che il referendum non tocca. 

Ora la Cassazione e la Corte Costituzionale dovranno giudicare l’ammissibilità del referendum. Intanto anche in Parlamento prosegue il percorso del testo base che andrebbe a modificare l’attuale Testo Unico. Ma l’iter legislativo vuole i suoi tempi e il referendum li anticiperebbe. 

Le ragioni a sostegno della legalizzazione della cannabis partono da un dato piuttosto incontestabile: la cannabis è, di fatto, reperibile ovunque e da chiunque (minorenni inclusi) ed economicamente accessibile. Ora, secondo i sostenitori del sì, la legalizzazione risponderebbe all’esigenza di continuare a garantire la salute pubblica attraverso la sorveglianza della “qualità” della materia e il monitoraggio dei consumi. Infatti, oltre al grado di concentrazione del principio attivo (THC), c’è il problema della tossicità delle sostanze usate per il taglio: aspetti che, fino a quando il traffico rimarrà in mano alla criminalità, sfuggiranno al controllo dello Stato.  

Nel report dell’Dipartimento Antidroga si legge che il prezzo della marijuana allo spaccio può variare tra i 9 e gli 11 euro, anche se i prezzi al traffico oscillano fra i 2.000 e i 2.800 euro al kilo. Ricavi enormi che finiscono nelle casse della criminalità e delle mafie: «il traffico delle sostanze stupefacenti e psicotrope costituisce una delle principali fonti di proventi illegali per le organizzazioni criminali». I gruppi criminali maggiormente coinvolti nel traffico di cannabis e derivati sono la criminalità laziale, pugliese e siciliana insieme a gruppi maghrebini, spagnoli e albanesi. A fine 2020, più di un terzo della popolazione carceraria, cioè 18.697 detenuti, scontava pene per reati correlati alla droga. Di loro, si può supporre che una parte sia dentro per reati connessi alla cannabis. Va da sé che la legalizzazione porterebbe a un, seppur parziale, svuotamento delle carceri. D’altro canto, le risorse risparmiate in procedimenti legali potrebbero essere impiegate nel contrasto del narcotraffico. Sottrarre una fetta di mercato alle mafie significherebbe indebolirle.  

Siamo quindi giunti a parlare delle ragioni di coloro che hanno affermato il loro no alla legalizzazione, tra cui il mondo delle comunità di accoglienza. Sul fronte politico, contrari sono i partiti di destra. 

Riguardo la lotta alla criminalità, alcuni sostengono che non sia scontato che la regolamentazione fermi i gruppi mafiosi perché il traffico di cannabis è solo una parte dell’intero mercato. Le mafie potrebbero riorganizzarsi in modo da favorire la domanda di altri tipi di sostanze, per esempio, abbassando i prezzi sulla piazza. I contrari al referendum sostengono che la legalizzazione porterebbe con sé il rischio di “normalizzare” l’uso di cannabis, causando l’aumento dei consumi. Si sente spesso che la marijuana e l’alcol, soprattutto se assunti in età precoce, possono innescare il cosiddetto effetto gateway, cioè diventare il trampolino per sperimentare altre droghe. L’uso di cannabis – nei soggetti vulnerabili in particolare – può rappresentare il primo passo verso l’inferno della dipendenza. Inoltre, gli studi hanno evidenziato come l’esposizione alla cannabis in età evolutiva causi difficoltà cognitive e vulnerabilità a deficit neuropsicologici. 

È bene dire che la legalizzazione non andrebbe ad autorizzare la vendita ai minori, al pari di alcol e tabacco. Comunque, quanto appena discusso dovrebbe valere adesso che il mercato illegale si rivolge già ai giovani e che l’illegalità conferisce ancora di più alla cannabis il fascino del proibito. Quella trasgressione che gli adolescenti vanno talvolta cercando in modo del tutto acritico. Allora, si potrebbe ipotizzare che, una volta legalizzata la cannabis, le risorse liberate (sia in termini economici, che di polizia) potrebbero concentrarsi nella lotta allo spaccio ai minorenni e nel rafforzamento di campagne educative di prevenzione e contrasto per i più giovani. 

Comunque sia e sarà, favorire un dialogo aperto degli esperti con i giovani potrebbe davvero essere la via maestra per aiutarli a comprendere i rischi e compiere scelte consapevoli.

Insomma, il confronto fra le diverse visioni è aperto e prevedibilmente si infuocherà in occasione dell’Assemblea nazionale sulle tossicodipendenze di novembre. 

Quindi, la legalizzazione produrrebbe o no una maggiore diffusione e un maggiore consumo? Non è dato saperlo con certezza, ma l’esperienza di Paesi che hanno depenalizzato – il Portogallo ha fatto scuola – sembrerebbe testimoniare che la legalizzazione non abbia provocato un aumento dei consumi ma, semmai, una certa diminuzione. 

L’anno scorso sono state sequestrate 58.827,66 kg di sostanze stupefacenti (+7,4% rispetto al 2019), di cui 414.396 piante di cannabis (+85%). Delle sostanze stupefacenti in polvere il 50% riguardava prodotti della cannabis, principalmente marijuana. Dati che ci fanno capire che in Italia la cannabis circola in abbondanza, nonostante la proibizione. 

Ora la decisione passa alle Corti. Eventualmente, ci sarà poi da capire se la società italiana sarà pronta e disposta ad un approccio diverso alla questione. 

Maddalena D'Aquilio

Laureata in filosofia all'Università di Trento, sono un'avida lettrice e una ricercatrice di storie da ascoltare e da raccontare. Viaggiatrice indomita, sono sempre "sospesa fra voglie alternate di andare e restare" (come cantava Guccini), così appena posso metto insieme la mia piccola valigia e parto… finora ho viaggiato in Europa e in America Latina e ho vissuto a Malta, Albania e Australia, ma non vedo l'ora di scoprire nuove terre e nuove culture. Amo la diversità in tutte le sue forme. Scrivere è la mia passione e quando lo faccio vado a dormire soddisfatta. Così scrivo sempre e a proposito di tutto. Nel resto del tempo faccio workout e cerco di stare nella natura il più possibile. Odio le ingiustizie e sogno un futuro green.

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