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L'Altro G8 - partecipazione è democrazia
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Otto donne. Voci femminili a raccontarci della fertilità dei loro moti interiori. Come la Luna, che getta ombre nella notte che a loro volta sanno evidenziare zone altrimenti ignorate di giorno, così si susseguono sorprendenti i punti di vista di queste calde espressioni sentite, il lato femminile del cuore di Dio. Moderatrice della serata dell'Altro G8 è la nota giornalista Isabella Bossi Fedrigotti, attenta a cogliere i punti focali d'ogni intervento.
La voce rapida, fermamente capace di assorbire il suo tempo, di Adriana Ines Monesterolo apre lo sguardo su quella che è l'attuale realtà dell'Ecuador, nella spasmodica ricerca di una forma differente di democrazia, che non sia rappresentativa ma partecipativa. Affinché sia la persona l'autentica protagonista della propria vita, tutte le energie sono state impiegate nell'istituzione di un "Codice per l'Infanzia e l'Adolescenza", la sintesi di una forza nuova capace d'intervenire politicamente, l'efficacia di un progetto condiviso, comunque ancora di difficile applicazione.
Tutte le contraddizioni del Brasile sembrano scemare nel sorriso di Raimunda Rodrigez Dos Santos, mentre racconta di come una democrazia giovane educhi alla forza ed alla resistenza attraverso il sapere, ricordandoci la "Teoria della Conoscenza" di Paulo Freire: il dialogo, il diritto, quindi, alla parola, la possibilità concreta che induce alla formazione di una cittadinanza attiva; la trasformazione, un cambiamento che non sia l'espressione di una manipolazione; l'utopia ed il sogno, sognare allora un altro mondo, continuando ad abitare questo mondo; la pedagogia della speranza, la verità che attribuisce una qualità etica al cammino. Insegnare è trasmettere amore, è proiettarci nel sincretismo di molte culture, "il mistero dell'Eucarestia al suono dei tamburi", là dove amare è donare la libertà attraverso la "pedagogia dell'indignazione".
La voce emozionata di Lisa Clark sa evocare ciò che troppo spesso opprime la capacità di discernere, ricordandoci come le persone non siano da considerarsi rappresentative dei loro governi. La bandiera degli Stati Uniti designa anche quella grande fetta di società civile che è indignata per ciò che sta accadendo. Lisa da forza alle proprie parole mirando a responsabilizzare le singole volontà, sia nel bene che nel male: "Nessuno di noi si senta del tutto innocente nella struttura della storia". Ci ricorda, tra l'altro, come i ragazzi di Rafa resero gli onori di un funerale palestinese alla memoria della giovane Rachel Corey, attivista statunitense impegnata in azioni di interposizione, stendendo il vessillo a stelle e strisce sulle assi che solitamente trasportano il corpo, volendo rappresentare così l'amata amica, l'impensato olocausto della pace agognata. L'appello conclusivo increspa veemente il silenzio: "Costruiamo alleanze tra i popoli, facciamo progetti anche con i cittadini statunitensi".
Dal Perù Franca Zadra ci conduce sul filo della sua esperienza personale, evidenziando la necessità di rapporti interculturali di base per evitare possibili conflitti. La realtà meticcia dell'America Latina infonde l'amore della diversità quale fonte di arricchimento. Tema ripreso anche da Lidia Amalia Palazzolo, immigrata dall'Argentina più di vent'anni fa, che nella sua semplicità espressiva sottolinea efficacemente un punto di vista solitamente inusitato: "l'Argentina è anche i figli che se ne sono andati". La mapuche Pilar Reuque ci riporta dal Cile la testimonianza diretta del Forum Sociale Cileno che ha evidenziato il ruolo attivo di una difesa del diritto all'informazione per tutti, nel rafforzamento degli spazi comunitari. La radio sembrerebbe il mezzo più adatto per i paesi in via di sviluppo, dove purtroppo le minoranze possono esprimersi ancora solo attraverso programmi autogestiti ed autofinanziati.
Anche se così non è stato, lascio che a chiudere "L'altro G8" sia Antonia Moscoso, attiva nell'affermazione dei diritti delle donne unitamente al commercio equosolidale e biologico. Grande, nel suo dichiarare che "le donne parlano in piedi", ed immensa, quando ci ha fatto alzare ed abbracciare indiscriminatamente a turno colui o colei che si trovava in quel momento al nostro fianco destro e sinistro. A dimostrazione che l'amore, inteso nel senso lato di capacità d'empatizzare, è da sempre ed ancora il veicolo fresco e silvano che unisce la vita alla vita, in ogni sua forma rappresentativa.
di Giusi Ferrari
per Appunti di Pace del Forum Trentino della pace