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Kenya: trucidato mons. Locati, il vescovo della frontiera
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Isiolo si trova in Kenya, anzi in Somalia. Non è molto chiaro: c'è differenza tra le mappe disegnate dalla Conferenza di Berlino del 1885, quando le grandi potenze dell'epoca si spartirono l'Africa tirando linee col righello, ed il territorio percepito dalla gente. Il "sentire comune" qui identifica Somalia con deserto e Kenya con vegetazione. Isiolo sta tra i due. ㉀ il baricentro del quadrilatero keniota, a 250 km. a nord di Nairobi, non lontano dal Monte di Dio, il baluardo a difesa, per alcuni, dell'avanzata del deserto e, per altri, dell'Islam. E' l'ultima città dove si convive e dove, soprattutto, è possibile trovare un distributore, un telefono, anche internet. Ed acqua. Poi il deserto fino a Marsabit. Finisce l'asfalto e cominciano le piste: Il Cairo a 3330 Km.
Colpisce la Cattedrale della Chiesa Cattolica con due torrioni alti e mozzi. Di fronte, la Moschea con i suoi minareti. L'arteria di Isolo con a lato le baracche. Sulla facciata della Cattedrale un enorme Cristo risorto, quasi imperiale, nel retro un giardino francescano. Dentro la cattedrale la temperatura precipita e la luce scompare; si è nella penombra, come nel duomo di Trento. Alzi gli occhi e scorgi dei mosaici bellissimi che raccontano il Vecchio ed il Nuovo Testamento. Fuori il sole brucia ogni cosa. Oltre la strada, la Moschea: il giardino davanti, i minareti a lato. Entrambe le "cattedrali nel deserto" non hanno traccia d'arte e storia africana, né all'interno né all'esterno. Si racconta che i campanili siano mozzi per permetterne l'ulteriore sviluppo, affinché i minareti non abbiano la meglio. Probabilmente la cosa corrisponde al vero: i vecchi missionari, di sera, facevano la conta di "quanti siamo noi" e "quanti loro". Questo ha portato, nel tempo, a tensioni di carattere religioso che però sono poca cosa se confrontate a quelle di carattere politico e alle minacce subite dalla Chiesa cattolica per "troppa ingerenza" negli affari interni del Paese.
Il Vicario apostolico di Isiolo, mons. Luigi Locati, era un religioso coraggioso, moderato, aperto al dialogo. E' stato ucciso con due da colpi sparati alle spalle giovedì scorso, verso le ore 21, vicino alla sua chiesa. 77 anni, 40 vissuti in Kenya. Niente è stato rubato dall'abitazione del presule: un'esecuzione, non una rapina dice la polizia. "Ci sono criminali il cui obiettivo non sono sempre i soldi, c'è anche chi non vuole che le persone escano dal degrado e per questo ostacolano chi fa del bene" - nota mons. Martin Kivuva, vescovo di Machokos, parlando della delicata situazione in Isiolo. "Ma la Chiesa africana è vitale e determinata a continuare nella sua missione. Tra la gente è cresciuta la volontà di un futuro migliore: la parola che pronuncia più spesso è dignità, cosa più preziosa del denaro" - aggiunge. "Monsignor Locati aveva capito che il futuro dell'Africa è degli africani" - racconta don Franco Givone, direttore del Centro missionario di Vercelli, che per vent'anni ha lavorato fianco a fianco con il vicario apostolico.
Monsignor Locati aveva di recente chiesto al governo un'azione immediata ed efficace contro funzionari e dipendenti pubblici corrotti: "Tutti coloro che sono sospettati dovrebbero dimettersi o essere sospesi d'ufficio fino a che non sia provata la loro innocenza". In un'altra lettera del maggio scorso scriveva: "Il debito diventa una questione etica quando pone seri ostacoli al pieno rispetto dei diritti umani; mentre per ripagare il debito si riduce la gente in povertà, i creditori determinano i destini politici, economici e sociali del Kenya". E concludeva: "Corruzione e mancanza di buongoverno sono responsabili della povertà odierna tanto quanto il debito".
Non sono pochi i trentini in visita di quei luoghi abitati, tra gli altri, da 40 anni dal laico trentino Giuseppe Zencher, arrivato in Kenya assieme a mons. Locati. Zencher è ormai un'istituzione riconosciuta in paese per aver fondato a Nanyuki un ospedale per malati di AIDS accanto alla scuola agraria. Ogni estate riceve visita di molti trentini, soprattutto giovani. Altri vanno in visita alla Meru Herbs ove c'è uno dei più riusciti progetti d'irrigazione che ha permesso la coltivazione di carcadè e camomilla per il commercio equo. Altri ancora al Centro di Saint Martin o ai progetti di riforestazione. Altro progetto sostenuto dal Trentino è il Kathita Kirua Water Project: un acquedotto nel Distretto di Meru, ben visibile dall'arteria che porta da Isiolo a Meru. Tutti, andando verso nord, hanno fatto tappa obbligata da Mons. Locati, prima di affrontare il deserto. Oggi il deserto comincia un po' prima.
di Fabio Pipinato
La lunga lista dei martiri
"Un barbaro assassinio": così papa Benedetto XVI ha definito in un telegramma di cordoglio inviato al Nunzio in Kenya l'omicidio di mons. Locati, vescovo di Isiolo. Nel messaggio il Papa, che aveva incontrato il mese scorso a Roma il presule vercellese, ricorda la testimonianza data dal mons. Locati "per il progresso della dignità umana che ha caratterizzato il suo sacerdozio ed il suo ministero episcopale" e prega perchè la morte del vescovo possa servire per quel "cammino di pace e riconciliazione al quale ha dedicato se stesso fino alla fine". La zona è teatro di contrasti etnici e terra di banditismo proveniente dalla Somalia e mons. Locati lo scorso settembre aveva subito un'aggressione ed alcune minacce.
Sono diversi i religiosi uccisi in questi anni in in Kenya: nel 1977 venne assassinato il francescano irlandese Larry Timmons e nel 1998 il 63enne religioso bresciano p. Luigi Andeni. Nell'agosto 2000 viene ucciso il missionario di Mill Hill p. John Anthony Kaiser, noto per aver portato ad una commissione d'inchiesta le prove del coinvolgimento di due ministri nei disordini che avevano insanguinato a metà degli anni '90 la zona della Rift Valley: un delitto che fu spacciato per suicidio e che attende ancora oggi giustizia. Vanno ricordate anche le morti violente nel 2003 del sacerdote keniano Martin Macharia Njoroge e del missionario protestante Paul Arnold Richie ed, infine, nel 2004 dell'irlandese John Hannon della Società Missioni Africane (Sma).
Stanno diminuendo, intanto, gli scontri etnici nella regione di Marsabit, nel Kenya settentrionale, tra le comunità Gabra e Borana, dove sono intervenute le forze militari keniote. Un appello per mettete fine alla proliferazione delle armi leggere in questa regione desertica è stato lanciato dal premio Nobel per la pace keniano, Wangari Maathai. [G.B.]