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Kenya-Italia: in ricordo di Suor Tiziana, l’onnipresente
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Il Vescovo le aveva ordinato di "preparare una minestra calda ai missionari". Ed ella obbedì. Partì per l’equatore. Pochi anni dopo si specializzò come infermiera. Il Dispensario Cattolico di Nyahururu è stato fondato o, meglio, s’identificava con Suor Tiziana Ferraresso delle "Sorelle Dimesse". Lo ha gestito per quarant’anni. Dai primi anni d’indipendenza del Kenya dopo la rivoluzione Mau Mau sino a ieri.
Il Dispensario fornisce tutt’oggi assistenza sanitaria di primo intervento, servizio di Odontoiatria e un efficiente laboratorio Odontotecnico, servizi specialistici a scadenze periodiche. Inoltre ha una clinica mobile che attraversa tutto il Nyandarwa e Laikipia. Suor Tiziana, l’onnipresente, non mancava di parteciparvi nonostante la malattia che l’accompagnò negli ultimi anni. "Ma non sei stanca?"- "Guai a chi molla" rispondeva.
La suora si prodigava anche per il vicino ospedale spesso sprovvisto dei farmaci di prima necessità (antipiretici, antinfiammatori, antibiotici) o delle prigioni prive di dignità, materassi e sapone. Infaticabile. Con un buon Kikuyu, discreto inglese ed ottimo Kiswahili sapeva dialogare con tutti i locali. Non curava solo loro, per fortuna. Ma anche i cooperanti, i volontari ed i turisti che bussavano alla sua porta. Anziché una "parola di conforto" sapeva sempre alludere ai casi più drammatici. "Ho mal di pancia, suora" - le dicevano. E lei rispondeva: "Mi sembrano gli stessi sintomi di uno che è morto la settimana scorsa". Il paziente, scosso, doveva quindi trovare in se le motivazioni per reagire. Ciò la rendeva simpatica. Accompagnava la cura con una tazza di tè. Di "quello che fa risuscitare i morti".
È stata la "generale" delle Suore Dimesse dell’East Africa e non le spaventava le attraversate tra Kenya e Tanzania per trovare suore e aspiranti. Quando è stato nominato Vescovo Luigi Pajaro era agitatissima. Non le bastò una festa popolare da decine di migliaia di persone con tanto di fotografi professionisti ma volle un servizio fotografico che incoronasse l’impegno dei missionari nella Diocesi di Nyahururu e quindi foto che ritraessero pastorale, mitra, croce ed anello vescovile. Noi volontari obbedimmo. D’altronde la nostra salute dipendeva anche da lei. Infinitamente generosa.
Il suo rapporto con la modernità non era tra i più riusciti. Chiamava con il cellulare sotto l’antenna della televisione perché, a suo avviso, si prendeva meglio. Noi la provocavamo: "Che ne pensi suora dei Pacs - Patto Civile di Solidarietà?" "Ma cosa vuoi. A me non va nemmeno il fax".
È scomparsa qualche giorno fa.
I neo atei che stanno riempiendo le nostre città di slogan incitanti "la non esistenza di Dio" non l’hanno mai incontrata. Noi di Unimondo apriremo una guida ad hoc sui missionari e lo straordinario contributo che hanno dato e stanno dando alla "populorum progressio".
Fabio Pipinato