Italia. Un paese ricco abitato da poveri

Stampa

Nunzia Penelope, nel presentare il suo ultimo libro “Ricchi e poveri” rivela che Mario Monti è caduto sulla riforma del catasto. Perché? Portava più equità! A tassare la casa, infatti, si tocca la ricchezza vera e non quella dichiarata. Ad un reddito doppio, secondo Vincenzo Visco, anch’egli presente alla presentazione del libro all’interno del Festival dell’Economia, v’è un patrimonio triplo! Ed è per questo che non hanno permesso l’ex premier di guardarci dentro.

La cosa paradossale, in tutto ciò, è che hanno venduto l’IMU come una tassa che sfavoriva le classi meno abbienti. È esattamente il contrario.

“Il 10% degli italiani possiede metà della ricchezza nazionale e il 90% si divide quel che resta. Siamo in un paese ricco, ma abitato da poveri” ove c’è chi dispone di 10.000 euro al giorno (sono 2,5 milioni le famiglie molto ricche in Italia) e chi deve sopravvivere con meno di 1.000 euro al mese. E dove ancora prosperano sessismo e razzismo. Dove una donna, a parità di prestazione lavorativa, guadagna una media di 1.131 euro al mese contro i 1.407 di un uomo e uno straniero 973; mentre una donna straniera ne porta a casa addirittura solo 746.

Sempre dal libro: “L’Italia possiede un’enorme ricchezza privata, quasi 9 mila miliardi, oltre 4 volte il debito pubblico. Se questo tesoro fosse diviso equamente, ogni famiglia avrebbe in tasca 400 mila euro. Ma non va così: il debito è di tutti, la ricchezza, invece, di pochi. Le famiglie super ricche, cioè l’1% della popolazione, hanno un patrimonio che è 65 volte superiore a quello della media, mentre un altro 10% si divide metà del tesoro e al 90% restano solo le briciole. Il debito pubblico, invece, è sulle spalle di tutti: 32 mila euro per ciascuno dei 60 milioni di italiani”; neonati compresi. Questo è il principale motivo che fa dell’Italia un paese ricco, abitato da poveri. Ma il metro con cui misurare tutte le diseguaglianze è lo stipendio: “in Italia quello medio è 1200 euro, molto vicino alla soglia di povertà, che è fissata a 1000 euro. Per contro, i primi venti supermanager privati nel 2012 hanno guadagnato 90 milioni di euro, i primi 43 superburocrati pubblici 16 milioni di euro. E ancora: i soliti top manager hanno preso complessivamente 54 milioni di buonuscite, indipendentemente dai risultati che hanno ottenuto, mentre le pensioni dei comuni mortali sono state ridotte a cifre da mensa dei poveri”.

E l’evasione fiscale? Da capogiro. “In Italia sono censiti 2000 jet privati, 600 mila auto di lusso e 100 mila yacht. E tuttavia, solo 682 persone nel 2012 hanno dichiarato di guadagnare oltre un milione di euro l’anno, mentre 11 milioni dichiarano reddito zero. Molti possessori degli yacht ormeggiati nei porti dichiarano 20.000 euro all’anno.

Questo impedisce tra l’altro di poter affrontare seriamente il discorso su un’eventuale tassa patrimoniale: come si fa a farla, se nemmeno si sa dove stanno i patrimoni? Per capire se l’Italia è un paese ricco o povero, quindi, occorrerebbe innanzi tutto una gigantesca operazione di trasparenza, in grado di mettere in luce non solo i redditi dei politici e degli imprenditori, ma anche l’enorme ricchezza sommersa che fugge a ogni controllo e che vale almeno 500 miliardi l’anno. Sarebbe la migliore delle politiche economiche, la più sana, la più equa, la più etica. Ma questa operazione da noi proprio non si riesce a fare. E così, mentre Obama negli Usa vince con lo slogan “tassiamo i ricchi”, noi applichiamo la ricetta di Ettore Petrolini: “i soldi bisogna prenderli ai poveri: hanno poco, ma sono molti”. L’identikit dell’evasore: ha in media 45 anni, abita al nord, è commerciante e maschio.

Nella crisi “i consumi più massacrati sono quelli del ceto medio, mentre i prodotti di lusso hanno registrato, nel 2012, i più alti profitti di sempre. La Ferrari, per dire, ha fatto il record di vendite e incassi. Segno che c’è gente per cui la festa non è mai finita. Ma se la massa non è in grado di consumare altre fabbriche chiuderanno, creando altri disoccupati, in una spirale recessiva senza fine. La soluzione é mettere soldi in tasca ai poveri: il Brasile ha dotato di reddito di cittadinanza ben 23 milioni di cittadini, che hanno ricominciato a spendere, trainando l’economia e la crescita. E oggi la disoccupazione brasiliana è al 6%, la nostra al 10%. Anche in Italia, quindi, qualcosa occorre fare: la gente davvero non ne può più. C’è una teoria sociologica che dice così: se due file di auto sono bloccate sotto una galleria, gli autisti attendono pazientemente che la situazione si sblocchi. Ma se una delle due file si muove, mentre l’altra rimane bloccata, i conducenti di quest’ultima si sentiranno truffati, e per ristabilire l’equità decideranno di superare la linea bianca che vieta il sorpasso, generando il caos. Ecco, la domanda da porsi, oggi, e’: quanto tempo resta prima quella parte di paese che da troppo tempo è bloccata nel tunnel della crisi decida di infrangere le regole e superare la linea bianca. Io credo non ne resti moltissimo” [FP]

Ultime notizie

Cambiare fa bene!

23 Settembre 2025
La novità sarà grossa e importante: www.atlanteguerre.it si fonderà con www.unimondo.org. (Raffaele Crocco)

Blocchiamo tutto!

22 Settembre 2025
Con lo sciopero generale di oggi, al quale come testata aderiamo, l'Italia intera si ferma per Gaza.

Fumetti per la Pace, ecco il concorso Peace is Pop!

21 Settembre 2025
Atlante delle guerre e dei conflitti del Mondo, insieme al Piccolo Museo del Giocattolo, lanciano il contest "Peace is Pop! Fumetti per la Pace".

Mio fratello Ibrahim

20 Settembre 2025
Un pellegrinaggio sui campi da rugby italiani, con lo scopo di condividere e raccontare le capacità riabilitative, propedeutiche e inclusive della palla ovale. (Matthias Canapini) 

Il Punto - Si muore nel silenzio

19 Settembre 2025
I palestinesi sono soli, entriamo nel giorno 1.303 dall’invasione russa in Ucraina, e altrove, si muore nel silenzio dei media. (Raffaele Crocco)

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad