Italia. Non c’è bisogno di Mani Pulite ma di onestà popolare

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Mentre a Ballarò andava in onda un vero e proprio conflitto tra il ministro Di Pietro e Sallusti de il Giornale casualmente Unimondo stava ad un incontro con un altro giudice del Pool Mani Pulite: Gherardo Colombo. Il giudice affermò che Mani Pulite godette di un entusiasmo sproporzionato e non sempre gradito. Che s’attenuò nel tempo. "Fintanto che colpimmo i politici, i vertici avevamo il consenso della gente ma, poi, quando iniziammo con il garagista che s’è dimenticato di compilare la DIA - Dichiarazione Inizio Lavori per ampliare l’officina ed ha, quindi, allungato la mancia a quelli del Comune. Oppure il medico che ha scritto una dichiarazione a copertura di un malato che non era tale, oppure… potrei farvi mille esempi… allora la gente smise di appoggiare Mani Pulite perché fu chiaro a tutti che potevano essere sottoposti a verifiche. Mani pulite si appoggiava su dichiarazioni e la loro fine fu la fine delle inchieste”.

Non solo società politica corrotta, quindi, ma anche società civile. A confermarlo, di recente, è stato il nuovo presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino: "gli episodi di corruzione e dissipazione delle risorse pubbliche, talvolta di provenienza comunitaria, persistono e preoccupano i cittadini ma anche le istituzioni il cui prestigio ed affidabilità sono messi a dura prova da condotte individuali riprovevoli". E anche questo aspetto "dovrebbe fuoriuscire dalle competenze della Corte" perché di tratta di "materia penale" certo non verificabile con controlli preventivi. Controlli che, viceversa, andrebbero fatti sugli eventi eccezionali gestiti dalla Protezione Civile. Giampaolino aggiunge che un controllo andrà fatto anche sull'Expo di Milano. Anche perché c'è il rischio che "possano improvvisarsi stravaganti professionisti".

La corruzione dilaga nella pubblica amministrazione, con un vertiginoso incremento di denunce alla Gdf nel 2009 (+229% per corruzione e +153% per concussione rispetto al 2008), e con la Toscana in testa alla classifica per aver collezionato nel 2009 il maggior numero di citazioni in giudizio (21 su un totale nazionale di 92), seguita da Lombardia (18), Puglia (11) Sicilia (10), Umbria (7), Piemonte (7), Trento (5), Calabria (4), Lazio (3) Abruzzo (2) Emilia Romagna (2) Friuli Venezia Giulia (1), Liguria (1).

I maggiori illeciti contro la Pubblica amministrazione rilevati da Servizio anticorruzione e trasparenza del dicastero della Pubblica Amministrazione indicano come territori più a rischio quelli in cui il Pil pubblico più elevato offre maggiori opportunità criminali, o dove c'è il maggior numero di dipendenti pubblici (ad esempio Lombardia, Sicilia, Lazio e Puglia).

Nel 2009, su 1077 sentenze di condanna in primo grado della Corte dei Conti (per un totale di circa 246milioni di euro di importo), 126 (vale a dire l'11,7%) hanno riguardato casi di corruzione, surclassati solo da danni nella gestione del personale (155 condanne, 14,4%), danni al patrimonio mobiliare e immobiliare (152, 14,2%).

Ancora Colombo: “parafrasando Morabito. Qui ci vuole un esercito. Si, ma di insegnanti”. I controllori, infatti, anche secondo Colombo non bastano. Non vengono mica da Marte. Sono tra noi e respirano la nostra cultura. Quindi non aspettiamoci una Magistratura sempre integerrima.

I poteri dello Stato, le istituzioni sono fatti di persone che si danno delle regole. Compito di colui che delega è sorvegliare il delegato affinché operi per il bene comune. Se lasciato solo, il delegato, sarà quasi ovvio che opererà per il bene privato. Se ci distraiamo un solo attimo, continua Colombo, andremo incontro ad una società di diseguali ove la legge non sarà più eguale per tutti.

Fabio Pipinato

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