Italia: visita di Gheddafi, le proteste delle associazioni umanitarie e delle donne

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Manifestazioni e proteste di studenti, associazioni e intellettuali oggi a Roma in occasione della prima visita in Italia del leader libico Muammar Gheddafi. La visita del leader libico "fa seguito al consolidamento delle relazioni tra i due Paesi, dopo la firma del Trattato di amicizia e cooperazione tra Italia e Libia il 30 agosto dello scorso anno a Bengasi da parte del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il colonnello" - ha sottolineato il portavoce della Farnesina Maurizio Massari.

Le manifestazioni a Roma e in diverse città d'Italia sono promosse dalle associazioni Fortress Europe, Melting Pot e Asinitas Onlus per promuovere l'appello "Io non respingo" per protestare contro i respingimenti, il Trattato Italia-Libia e per la tutela dei diritti dei migranti e dei rifugiati. In piazza Farnese a Roma vi sarà un sit-in con testimonianze sulla Libia, poesie, intermezzi musicali, momenti di informazione e di riflessione con intellettuali e persone del mondo dello spettacolo tra cui Ascanio Celestini, Andrea Satta, il coro multietnico Casilino 23, Moni Ovadia, Andrea Pandolfo, Monserrat, Igiaba Scego, gli studenti della scuola di italiano Asinitas e altri. Fortress Europe mostrerà al pubblico le foto scattate nei campi libici e in serata sarà proiettato il documentario "Come un uomo sulla terra" alla presenza degli autori (Andrea Segre, Riccardo Biadene e Dagmawi Yimer).

Moltissime scrittrici e intellettuali con l'appello "Io non ti voglio incontrare" hanno deciso di protestare pubblicamente e disertare l'incontro previsto per venerdì all'Auditorium di Roma tra il leader libico e 700 donne organizzato dal Ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna. Definendo il leader libico "uno dei principali e diretti responsabili delle pratiche disumane nei confronti di una parte dell'umanità", le donne denunciano la politica della Libia nei confronti dei migranti e l'esistenza dei "campi di concentramento, a volte di lavoro forzato, alcuni finanziati dall'Italia, in cui donne e uomini subiscono violenze di ogni tipo, per mesi, a volte addirittura per anni, prima di subire la deportazione o di essere rilasciati. Alcune di noi quei campi li hanno conosciuti e, giunte in italia, li hanno testimoniati". Tra le firmatarie, le scrittrici e intellettuali Gabriella Ghermandi, Judith Revel, Igiaba Scego, Anna Maria Rivera, Silvia Baraldini e molte altre.

La Sezione Italiana di Amnesty International ha scritto al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e alle altre massime cariche dello stato chiedendo che "sia posta fine alla cooperazione poco trasparente e priva di garanzie in materia di diritti umani che ha sinora contraddistinto le relazioni tra Italia e Libia". L'associazione evidenzia che "di recente, questa cooperazione ha trovato il suo culmine negativo in gravi violazioni del diritto internazionale dei diritti umani compiute dall'Italia nel Mar Mediterraneo a scapito di circa 500 migranti e richiedenti asilo, ricondotti forzatamente in Libia a prescindere da qualsiasi valutazione del loro bisogno di protezione internazionale".

Una missione di Amnesty International ha recentemente visitato il centro di detenzione di Misratahi in Libia dove centinaia di cittadini non libici, per lo più provenienti dall'Africa subsahariana, "sono detenuti in condizioni di grave sovraffollamento". "Molte delle persone detenute al suo interno vi sono state condotte dopo essere state fermate dalle autorità libiche mentre tentavano di raggiungere l'Italia o altri paesi dell'Europa meridionale". Durante la visita in Libia, Amnesty International ha inoltre raccolto preoccupanti denunce di trattamenti discriminatori e degradanti e di maltrattamenti nei confronti di migranti originari di paesi dell'Africa subsahariana, da parte di cittadini libici e delle forze di polizia libiche.

Amnesty International ritiene che "non sia troppo tardi per invertire la rotta" e che "l'Italia dovrebbe cogliere questa importante occasione per inviare un segnale forte alla Libia in materia di diritti umani, piuttosto che scaricare addosso a questo paese le proprie responsabilità nei confronti dei richiedenti asilo, ipotizzando di appaltargli la gestione di questioni vitali per l'incolumità e per i diritti umani come il riconoscimento della protezione internazionale a chi fugge da persecuzioni, tortura e altri abusi gravi". Sezione Italiana di Amnesty International ha aderito e parteciperà alla manifestazione organizzata a Roma da Fortress Europe, [GB]

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