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Italia troppo EXPOsed?
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Figuraccia o rilancio del Belpaese. La bilancia ondeggia tra queste due eventualità e non potrebbe esserci esempio più calzante dato il tema di Expo 2015 - Nutrire il pianeta. Energia per la vita - non senza qualche dubbio su chi stia veramente mangiando sulla manifestazione su cui stanno piovendo miliardi di Euro di contributi pubblici.
Sgomberiamo il campo: non siamo pronti. I ritardi sono ormai insormontabili e sono arrivate conferme che molti lavori non verranno ultimati per il primo maggio, mentre in fretta e in furia si sta pensando a soluzioni di copertura, con quinte di cartone e scenografie mobili pronte a nascondere i buchi non coperti, ma che nulla potranno contro la voragine di ridicolo in cui cadrà la nostra credibilità di nazione in fase di rilancio, come da ormai un anno continua a ripetere il nostro premier Renzi.
Non solo l’Italia non va avanti, ma ascoltando telegiornali e leggendo giornali ci si sente Marty Mcfly, direttamente proiettati nel 1992 di tangentopoli. Cambia qualche cognome ma il vizietto per la mazzetta e per il “piacerino” sembrano non tramontare mai, con un Ministro che chiede ad amici di amici di assumere il figlio perché – poverino – trovare lavoro non è mica facile! – e fa in modo che lo stesso possa pensare al tempo che passa senza il posto fisso in maniera più dolce leggendo l’ora su un bel Rolex nuovo ricevuto in regalo. Ma forse anche da noi qualcosa sta cominciando a cambiare. Lupi infatti pur non avendo perso il vizio, ha perso il posto e per l’Italia dei radicati alla poltrona grazie all’immunità si tratta quasi di una novità assoluta. In passato erano trascorsi mesi prima che ministri accusati di mafia lasciassero lo scranno, adesso nel giro di 48 ore un uomo potente che ha raccomandato il figlio deve mollare la presa. E’ un piccolo progresso, ma incoraggiante.
E mentre Papa Francesco ci ricorda che la corruzione spuzza i milanesi più che vivere sembrano subire l’EXPO o chiedersi se e quando partirà. E il resto del mondo come vede l’ormai prossima kermesse in salsa milanese? Gli inglesi, che non ci amano, sono stati veloci a mettere l’accento sulla nuova sul sistema di corruzione diffuso che rappresenta secondo loro il vero motore dell’economia nazionale e come unico dato numerico hanno fornito il numero 15.000, ovvero le prostitute attese in Lombardia per esercitare e guadagnare sfruttando la grande affluenza di persone prevista. I cugini francesi titolano a tutta pagina di una nuova “mani pulite” e in modo simile si comportano le altre nazioni europee.
L’attenzione vera sembra venire dalla Cina: i cinesi, secondo le prenotazioni raccolte fino ad ora, rappresenteranno la nazione più presente all’Expo e alcuni giorni fa il ministro dell’Agricoltura Martina ha spiegato in un suo articolo come l’esposizione universale rappresenti un’occasione unica per aprire l’Italia al mondo e alla Cina in particolare, potenziando accordi commerciali e aprendo nuovi canali turistici verso oriente.
Anche gli Stati Uniti ci seguono da vicino e sono rimasti in particolare colpiti dalle opere architettoniche che caratterizzeranno i padiglioni e dal maquillage di Milano che si sta facendo bella per l’occasione: i navigli, la qualificazione dell’area di Porta Nuova e il tesoro culturale italiano, a Milano incarnato magnificamente dal Duomo, sembrano in grado di attirare come pifferai magici migliaia di statunitensi, attratti anche dalla parte culinaria della manifestazione che promette di essere di livello assoluto. Il rischio però è proprio questo: che si parli poco di nutrire il pianeta e di soluzioni alla fame del mondo e tanto di cucina, di ristoranti, di pizza, mafia e mandolino, mentre l’Italia e gli Italiani onesti - che sono la maggior parte – meriterebbero certamente di più. Si meriterebbero il rispetto dell’Europa e del mondo e una rinnovata energia per affrontare la vita. Non vi pare?