Italia: sì del governo al Tav nonostante l'opposizione popolare

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"Sulle infrastrutture strategiche e sul Corridoio 5 il governo italiano una decisione l'ha presa e non cambia, facendo però attenzione a non creare tensioni e danni inutili all'ambiente alla popolazione" - ha affermato il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, a Udine in occasione della firma della "Dichiarazione d'intenti" per un'azione comune presso l'Ue per il Corridoio 5, la linea veloce che collegherà Barcellona a Kiev. Riferendosi poi in particolare ai problemi sorti in Val di Susa, Di Pietro - precisando di parlare a titolo personale - ha definito alcune reazioni "anche strumentali, innescate da chi è contro il progresso economico e lo sviluppo e al confronto con la globalizzazione". Secondo il ministro "in Val di Susa si sta inserendo una rivalutazione concreta di quel che sta accadendo: la conferenza dei servizi del 12 ottobre scorso ha stabilito che non ci sarà alcuno stallo, e il Governo è deciso e determinato a realizzare la tratta migliore che verrà individuata con l'accordo delle popolazioni e delle amministrazioni locali".

Il 14 ottobre scorso un corteo di diecimila persone aveva sfilato a Roma contro Tav, Mose e ponte sullo Stretto, ma anche contro decine di progetti "decisi sulla nostra testa". L' appello per una manifestazione nazionale contro le grandi opere era stato lanciato dai comitati No-Tav, No-Mose, No-Ponte vi hanno aderito Wwf, Legambiente, Italia nostra, Campagna Sbilanciamoci, rete del Nuovo Municipio, Fiom, Carta e il manifesto. "Le popolazioni locali - aveva dichiarato Russo Spena - hanno vinto tante battaglie, batteranno anche Di Pietro".

Nel corso dell'incontro, Di Pietro ha comunque sottolineato che quella della Val Susa "é per noi una lezione, e con questo spirito affrontiamo anche la Trieste-Divaccia, per non trovare la popolazione impreparata a soluzioni che vengono calate dall'alto". Il ministro ha infine annunciato che la conclusione dello studio strategico per quest'ultimo percorso è prevista nell' aprile 2007, mentre entro giugno 2008 sarà consegnato lo studio di fattibilità.

Tra i promotori della Dichiarazione d'intenti figurano inoltre il Comitato delle Regioni dell'Ue, e la Regione francese Rodano-Alpi, interessata dal passaggio della Lione-Torino. Per quest'ultima tratta, in particolare, Jacques Barrot, vicepresidente e commissario Ue ai Trasporti, ha quantificato in circa il 20% il contributo che potrà essere stanziato dalle istituzioni comunitarie. Barrot, inoltre, ha chiesto uno sforzo dei governi comunitari perché venga approvato entro la fine dell'anno il nuovo regolamento finanziario della Ue, in base al quale pianificare l'erogazione dei fondi.

Nel corso dell'incontro udinese è stata inoltre sottolineata, attraverso una bozza di dichiarazione dell'Are, la centralità del ruolo delle Regioni nella ricerca di soluzioni del tracciato che minimizzino l'impatto ambientale. Il documento sarà sottoposto all'approvazione dell'Ufficio di presidenza dell'Are nella prossima riunione, in programma il 19 e 20 ottobre prossimi a Samara, in Russia. Sul piano degli investimenti, il ministro sloveno dei Trasporti, Janez Bozic, ha annunciato che il governo di Lubiana ha disposto lo stanziamento di 415 milioni di euro nel quadriennio 2006-2009 per l'ammodernamento del sistema ferroviario, di cui 360 per la tratta Divaccia-Capodistria, ramo della futura linea da Trieste a Lubiana. "Una buona notizia - ha commentato Riccardo Illy, presidente della regione Friuli - ma parziale, perché questa linea vale solo se innestata su una nuova linea Trieste-Lubiana, attualmente fa 160 km per percorrerne 70 in linea d'aria". [GB]

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