Italia: mondiali antirazzisti con ultrà e migranti

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Si concludono domenica 10 luglio a Montecchio (Reggio Emilia) i mondiali antirazzisti che sono arrivati alla nona edizione diventando un appuntamento importante tanto da avere la partecipazione di 192 squadre e oltre 6.000 persone da ogni tipo di provenienza culturale. "Strumento primario per il dialogo e il confronto è lo sport, linguaggio universale e non verbale, e soprattutto il calcio praticato a tutti i livelli e in ogni parte del mondo" dichiarano gli organizzatori che si ispirano all'idea di base che le diversità producono arricchimento, fertilità nel confronto e nella conoscenza. Tra le realtà sostenitrici di questi mondiali antirazzisti ci sono gruppi ultrà, etichettati dai media come violenti e razzisti, e le comunità di immigrati, spesso considerate unicamente fonte di criminalità.

Quest'anno grande impulso è stato dato al tema delle minoranze etniche. Ai Mondiali è presente una squadra mista di israelo-palestinesi proveniente da Tel Aviv dell'associazione Neve Shalom; una rappresentativa di Rom proveniente dalla Slovacchia e un gruppo di giovani figli di rifugiati politici da Londra. Visto il successo dell'anno scorso è stato ripetuto il torneo di basket organizzato da alcuni gruppi di ultras del basket italiano. Molto ricco il programma di concerti che vedono la partecipazione di gruppi italiani, francesi e tedeschi.

La Piazza Antirazzista è il fulcro dello scambio e confronto fra tutti i partecipanti con l'esposizione del materiale autoprodotto (articoli, foto, magliette, adesivi, striscioni⅀) a testimonianza della lotta contro il razzismo. Tra le mostre presente da segnalare quella di Tatort Stadion con foto e materiali sul problema del razzismo negli stadi; la mostra fotografica Luxembourg 1-Racism 0 sull'esperienza dei Mondiali 2004 e una mostra sui Partigiani. Inoltre, il dibattito organizzato dalla rete FARE (Football Against Racism in Europe) con la presenza di un ex giocatore nero del campionato inglese. Tre le voci a sostegno dei mondiali c'è quella del giocatore juventino Pavel Nedved che ha dichiarato "Come calciatore so che il risultato di una partita non dipende dal colore della pelle o dalla religione, ma dalla capacità espressa in campo. Questa è la sola che dovrebbe rimanere per sempre. Non c'è posto per il razzismo nella mia mente".

E per dare voce ai migranti, in provincia di Cremona la rivista "Altri" sarà distribuita in allegato gratuito con il settimanale Il Piccolo Giornale. Una collaborazione fra le due testate che si propone come esperimento e che la redazione di Altri saluta con calore e fiducia. "Il nostro settimanale dedica da tempo ampio spazio alle notizie, alle iniziative e ai problemi che riguardano gli immigrati residenti in Italia e, più specificatamente, nel territorio cremonese, tanto che lo scorso aprile abbiamo deciso di inaugurare una nuova sezione che abbiamo chiamato, penalizzando la fantasia a vantaggio della praticità, 'Melting Pot'. Lo abbiamo fatto con l'obiettivo di promuovere anche a livello locale il dialogo e la conoscenza reciproca tra le diverse culture, convinti che la stampa in questo senso possa svolgere un ruolo importante. Il coordinatore redazionale di Altri, Francesco Loiacono ha precisato che è proprio sul territorio, infatti, che si possono toccare con mano i problemi e le opportunità di inserimento dei cittadini stranieri nella nostra società, e dove le persone hanno più chance di interpretare un ruolo attivo nel cambiamento. L'auspicio per il futuro è di riuscire a replicare questo sperimento, sia a Cremona che in altre realtà locali italiane".[AT]

Altra fonte: Altri

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