Italia: le maggiori Ong scrivono a Frattini "Non finanziare la diga Gibe III in Etiopia"

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Una lettera (in .pdf) firmata dalla stragrande maggioranza delle Ong italiane è stata inviata oggi al ministro degli Esteri Franco Frattini e alla direttrice del dipartimento sulla cooperazione Elisabetta Belloni per chiedere che il nostro governo non finanzi il progetto di centrale idroelettrica di Gibe III in Etiopia.

La lettera porta la firma delle principali associazioni delle Ong italiane: Associazione ONG Italiane (AOI), Coordinamento Italiano Network Internazionali (CINI), Coordinamento delle Organizzazioni non Governative per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo (COCIS) e Coordinamento di Iniziative Popolari di Solidarietà Internazionale (CIPSI) oltre a quella dei promotroti italiani della petizione "Stop a GIBE 3", cioè la Campagna per la Riforma della Banca Mondiale (CRBM)

Nei mesi scorsi il ministero Affari Esteri ha ricevuto dalle autorità etiopi la richiesta per l'erogazione di un credito d'aiuto di 250 milioni di euro finalizzato alla realizzazione della diga lungo il corso del fiume Omo. Durante la cerimonia di inaugurazione di Gilgel Gibe II, oggi inutilizzabile dopo appena qualche mese, il Ministro Frattini ha però ribadito l’interesse dell’Italia a valutare il finanziamento del progetto Gilge Gibe III.

I lavori, affidati all’impresa di costruzione italiana Salini Costruttori, sono iniziati nel 2006, ma il governo di Addis Abeba ha bisogno di circa un miliardo di euro per il completamento dell’opera. Nelle scorse settimane le ong internazionali hanno replicato con decisione alle informazioni diffuse dalla ditta italiana Salini Costruttori che in due diversi comunicati (del 23 marzo e del 30 marzo) aeva reagito alla campagna pubblicando informazioni e rilievi che le associazioni definiscono "assolutamente discutibili" e che hanno contestato nel merito.

"Il crollo parziale della galleria di adduzione alle turbine della diga Gilgel Gibe II, co-finanziata dalla Cooperazione Italiana con il più grande credito d’aiuto di 220 milioni di euro mai erogato nella storia del fondo rotativo, ed inaugurata il 13 gennaio 2010 alla presenza del ministro Frattini, sta già provocando un grave danno sia economico che all'immagine della Cooperazione Italiana, già a suo tempo messa a dura prova dalle circostanze controverse e dalle inadempienze procedurali che hanno caratterizzato il processo di approvazione del credito" - afferma la nota delle Ong italiane.

Nella lettera le Ong ribadiscono che sono impegnate ad assicurare la presenza fattiva, efficace e solidale dell'Italia nei Paesi più poveri, motivo per cui non possono non denunciare la persistenza di gravi irregolarità procedurali in questo nuovo progetto.

“Alla luce di queste riflessioni riteniamo che il Gilgel Gibe III non possa essere considerato a nessun titolo un progetto di sviluppo e chiediamo che il governo italiano voglia formalmente sospendere ogni forma di sostegno economico e politico al suo avanzamento” - ha commentato Caterina Amicucci della CRBM. “Inoltre auspichiamo che l’Italia possa farsi portavoce delle preoccupazioni della comunità internazionale per le sorti delle popolazioni colpite dal più generale piano di trasformazione della valle dell’Omo, inducendo il governo etiope a inaugurare un processo democratico che veda adeguatamente coinvolte e rappresentate le popolazioni locali interessate, destinate a perdere tutti i loro mezzi di sussistenza in aperta violazione della stessa Costituzione etiope” - ha concluso la Amicucci.

Nella lettera le Ong italiane robadiscono che "quanto riguarda le priorità della Cooperazione Italiana e l’efficacia degli aiuti stiamo attraversando una fase in cui l’immagine della nostra Cooperazione è già precaria a causa dei tagli drastici confermati dalla Finanziaria 2010 alle risorse destinate agli Aiuti allo Sviluppo. Tagli che impediranno all’Italia di raggiungere le previsioni fatte, e ad oggi mancate, e che rimangono comunque lontanissime dall’ultimo dato OCSE-DAC sul 2009, che dà l’APS italiano allo 0,16 in regresso rispetto allo 0,22 del 2008. In questo contesto si configura quanto mai necessario un utilizzo delle poche risorse disponibili che sia efficiente e mirato all’efficacia degli aiuti, mantenendo una rigorosa coerenza con politiche di sviluppo chiare e definite, nel rispetto delle linee guida settoriali e dei piani di programmazione paese, come peraltro indicato nel Piano Programmatico Nazionale per l’Efficacia degli Aiuti".

Le Ong italiane chiedono pertanto che "sia aperto un tavolo di consultazione partecipata sull’utilizzo e funzionamento del fondo rotativo, allo scopo di ottimizzarne le potenzialità quale importante strumento di sostegno alle politiche del nostro paese per lo sviluppo, ed in coerenza con le precedenti esperienze costruttive di dialogo e confronto attivate dal Ministero Affari Esteri con le Ong italiane". [GB]

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