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Italia: le bugie della guerra, i costi e i nuovi 'affari' delle Forze armate
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Una lucida analisi delle bugie della guerra e un serrato dibattito su costi, sprechi e nuovi 'affari' delle Forze armate sono al centro di due incontri pubblici che si terrano oggi in Trentino e a Roma che vedono protagonisti giornalisti, studiosi, politici e militari.
Il primo appuntamento vede impegnato il giornalista della Rai, Ennio Remondino che oggi prima a Bolzano e poi a Trento presenterà il suo libro "Niente di vero sul fronte occidentale. Da Omero a Bush le verità sulle bugie di guerra" (Ed. Rubettino). Nel libro Remondino mette in luce il rapporto fra guerra e politica, le responsabilità dei governanti e gli alibi che hanno giustificato attacchi e repressioni: la difesa, la tutela dello Stato, il soccorso umanitario sono tra le ragioni usate per giustificare gli interventi armati.
Come giornalista, Remondino ha avuto modo di vivere e seguire direttamente diversi conflitti che si sono susseguiti negli anni recenti: è stato inviato di guerra in Iraq, Bosnia, Kosovo, Medio Oriente, Afganistan e corrispondente della Rai per i Balcani raccontando ininterrottamente da Belgrado e dal Kosovo i tre mesi di bombardamenti della Nato in Jugoslavia
A Roma, invece, per la presentazione del volume “Il caro armato. Spese, affari e sprechi delle Forze Armate italiane”, gli autori, Massimo Paolicelli (AON) e Francesco Vignarca (Rete Disarmo), si confronteranno con il Sottosegretario alla Difesa on. Guido Crosetto e il generale Fabio Mini, studioso di questioni militari. Il volume è una puntigliosa ricognizione sulla struttura delle Forze Armate e sulle spese militari del nostro Paese e sugli sprechi e i nuovi "investimenti" del Ministero della Difesa. Nonostante le recenti “riforme”, il nostro esercito professionale conta ancora 190mila uomini, tra i quali il numero dei comandanti - 600 generali e ammiragli, 2.660 colonnelli e decine di migliaia di altri ufficiali - supera quello dei comandati.
Il dibattito si preannuncia interessante non solo perchè - come raramente accade nel nostro paese - rappresentanti autorevoli del mondo politico e militare hanno accettato di confrontarsi con ricercatori e attivisti del mondo pacifista, ma soprattutto perchè l'’incontro è un’occasione di confronto per capire quanto costano a tutti i cittadini le Forze Armate e quali siano i punti di debolezza di un sistema costoso e da cambiare, se si vogliono liberare risorse per altri scopi, avendo come obiettivo una riorganizzazione dell’Esercito che lo renda più vicino alle esigenze degli italiani.
L'on. Guido Crosetto, è Sottosegretario alla Difesa e annovera tra le sue deleghe i provvedimenti concernenti il personale dell’esercito e della Difesa e l’area di bilancio e pianificazione economica del ministero. Il generale Fabio Mini è stato Capo di Stato maggiore del Comando Nato delle forze alleate Sud Europa e al vertice della Kfor in Kosovo ed è opinionista per "la Repubblica" oltre che autore dei volumi “Soldati” e “La guerra dopo la guerra”.
Come ricostruiscono dettagliatamente Massimo Paolicelli (presidente di Associazione Obiettori Nonviolenti e collaboratore di Sbilanciamoci!) e Francesco Vignarca (coordinatore di Rete Italiana per il Disarmo e autore di “Mercenari Spa”), nel volume "Il caro armato", l'Italia è tra i primi otto paesi al mondo per spese militari, ha più di 30 missioni internazionali in corso e nei prossimi anni ha in programma di acquistare 131 cacciabombardieri per 13 miliardi di euro. "In piena crisi, il Governo investe denaro pubblico in fregate e bombardieri" - denunciano gli autori che - con le rispettive associazioni hanno promosso la campagna "Stop agli F35" per chiedere alle forze politiche di fermare l'acquisto dei cacciabombardieri.
Il dibattito sarà anche l'occasione per un confronto su temi controversi a cominciare dal cosiddetto “Nuovo Modello di Difesa” che ha spostato la linea del fronte dai confini geografici a quelli degli "interessi economici occidentali, ovunque siano considerati a rischio". Ma anche sullo stretto e ambiguo rapporto tra Forze Armate e industria militare e i frequenti i passaggi di militari a fine carriera dall’una all’altra schiera. Senza dimenticare la funzione delle "missioni internazionali" e i loro costi, la presenza dei militari in città, le servitù militari, il destino degli immobili della Difesa, l’abbandono del servizio civile per arrivare agli “scandali” veri e propri, tra cui sprechi e inefficienze clamorose e la triste vicenda dell’uranio impoverito. [GB]