Italia: la Carovana antimafia è internazionale

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Diventa internazionale la carovana antimafie promossa da Libera, insieme ad Arci e ad Avviso Pubblico. Italia, Albania, Serbia, Bosnia, Svizzera, Francia, Marocco e Algeria sono i paesi che attraverserà in circa 3 mesi la Carovana, giunta alla sua XII edizione. Il 20 settembre si parte da Bari allo slogan slogan "In viaggio per i diritti, la democrazia, la giustizia sociale". Nata in Sicilia nel 1994, per mantenere alta l'attenzione sul fenomeno mafioso denunciandone intrecci e connivenze, l'idea della carovana vuole esprimere solidarietà a quanti, nelle istituzioni e non, praticano un impegno contro la mafia; favorire forme di socialità e di inclusione sociale, offrendo alternative sociali, economiche e culturali al potenziale bacino di reclutamento mafioso. Da Bari la carovana raggiungerà come prima tappa l'Albania, per poi spostarsi in Serbia; Di lì tornerà in Italia, attraversando varie regioni e, in dicembre, si sposterà in Sardegna, da dove raggiungerà Corsica, Francia e Maghreb, per poi salpare verso la Sicilia.

"Le mafie avranno perso la loro battaglia quando nel nostro Paese si riusciranno a dare risposte di politiche sociali ai problemi concreti nel territorio. Per dare un futuro all'Italia, ci vuole una coraggiosa agenda sociale da parte della politica, dei sindacati, delle forze sociali: dalle chiese alle scuole e alle associazioni". Lo ha dichiarato don Luigi Ciotti, presidente dell'associazione Libera nel presentare la Carovana antimafie. "Le mafie non moriranno mai, se non cambia il modo di fare politica. Se non c'è una legge che permette di approdare in Italia nella legalità, ad esempio, ci si affida alle mani di criminali" ha detto don Ciotti che parla di una "Carovana della rabbia, come atto di amore per quelli che si amano". Nei prossimi mesi l'associazione ha intenzione di promuovere a livello nazionale "gli Stati generali: vogliamo capire cosa si stia facendo, nei paesi e nelle città, contro la mafia".

La piaga della mafia in dieci anni ha causato 2.500 morti in Italia, di cui 154 "vittime innocenti", ha ricordato don Ciotti, concludendo: "Basta con chi dice: 'Ripartiamo dai giovani'. Occorre ripartire dagli adulti. Ci vuole un'adultità che si assuma le responsabilità. I ragazzi ci sono: hanno solo bisogno di adulti veri". "È in atto il tentativo di sottrazione dei territori anche a regioni che consideravamo estranee o immuni dai fenomeni mafiosi", ha rilevato Paolo Beni, presidente dell'Arci, evidenziando: "La nostra economia, in tante aree del Paese, rischia di essere inquinata da risorse finanziarie di provenienze illecite. C'è una crisi dell'etica pubblica, delle istituzioni, delle regole di convivenza; la legalità, invece, va assunta come grande sistema a garanzia dei diritti dei più deboli". Lo ha ribadito Andrea Campinoti, presidente di Avviso Pubblico: "Occorre puntare sull'inclusione sociale, ad esempio come estensione dei diritti di cittadinanza anche agli stranieri residenti nel nostro Paese".

Alfio Foti, coordinatore della Carovana e presidente di Arci Sicilia, ha riferito che i "carovanieri" sui 3 furgoni in partenza (si alterneranno a turni nei 3 mesi) saranno circa 100, mentre si prevedono circa un migliaio di volontari nelle diverse tappe. Sui pulmini che attraverseranno oltre 100 città, promuovendo 60 incontri e 20 "cene della legalità" (con i prodotti realizzati da Libera sui territori confiscati alla mafia), saranno disponibili 2 mostre sull'utilizzo sociale dei beni confiscati, materiali di formazione e sensibilizzazione. Particolare attenzione, ha sottolineato Foti, "verrà data ai temi legati ai diritti e alle forme di nuove schiavitù". Tra gli aderenti alla Carovana ci sono Cgil, Cisl e Uil, Spi Cgil, Uil Pensionati, Confederazione italiana agricoltori, Banca Etica, Auser, Ics-Consorzio italiano di solidarietà, Consorzio sviluppo e solidarietà e Fondazione Cesar. [AT]

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