Italia: domani chiude la caccia, il Governo mantenga le promesse

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"Dopo più di quattro mesi, finalmente domani si chiude un'altra stagione di caccia. Questo, però, non coincide necessariamente con l'inizio di un periodo di tregua per gli animali selvatici. In buona parte delle province italiane proseguono i "piani di controllo" della fauna selvatica - dichiara Massimo Vitturi, responsabile nazionale LAV settore caccia e fauna - Questo significa che caprioli, cinghiali, volpi, nutrie continueranno ad essere uccisi perché considerati troppo numerosi sulla base di discutibili conteggi effettuati dagli stessi cacciatori o perché predatori di animali (lepri e fagiani) di primario interesse delle doppiette".

"Registriamo comunque alcuni segnali positivi dall'attuale Governo - continua Vitturi - grazie all'impegno al rispetto delle norme europee in materia di caccia, dichiarato nel programma elettorale: ciò non può che significare il recupero della legalità persa in anni di un continuo assecondare le richieste provenienti dalle frange più estremiste del mondo venatorio. Ora, però, ci aspettiamo segnali più concreti in favore degli animali selvatici: uno su tutti, la rapida approvazione del progetto di legge C.1668, che prevede l'abrogazione dell'art.842 del Codice civile, grazie al quale i cacciatori italiani, unici in tutta Europa, possono entrare nei fondi altrui senza neppure chiedere il permesso!".

La caccia è un'attività disprezzabile perché causa ogni anno l'uccisione di milioni di animali, ma anche pericolosa per le persone che vivono nei pressi di zone frequentate dai cacciatori: pallini sui balconi di casa, invasioni delle proprietà, uccisioni di cani e gatti domestici, mortali incidenti di caccia costati la vita di decine di persone (non solo cacciatori), sono alcune delle arroganti vessazioni che molti cittadini sono costretti a subire da parte di cacciatori poco rispettosi delle norme - nota la Lav. Eppure gran parte delle Regioni sono particolarmente indulgenti con i cacciatori: approvano leggi e calendari venatori che non tengono conto di limiti e procedure previste dalla legge nazionale, utilizzano il prelievo in deroga allo scopo di rendere cacciabili milioni di uccelli protetti in tutta Europa, consentono la caccia in zone ad altissimo valore faunistico-ambientale, il tutto in un contesto in cui la vigilanza è limitata dal numero esiguo di addetti e dalla vastità del territorio controllato.

Questa stagione venatoria è cominciata all'insegna delle polemiche nate sull'onda di un decreto legge, il 251/06 del 16 agosto 2006, emanato dai Ministeri dell'Ambiente e delle Politiche Agricole e Forestali, allo scopo di dettare norme uniformi di tutela del territorio e della fauna. Polemiche cavalcate soprattutto dalle Regioni e dalle associazioni venatorie, fino ad affossare il decreto stesso e renderne impossibile la conversione in legge.

L'inizio della stagione di caccia è coinciso anche con una importante vittoria per gli animali selvatici e per la LAV: "A pochi giorni dall'inizio della stagione venatoria abbiamo presentato alcuni ricorsi contro i calendari venatori di alcune Regioni - ricorda Massimo Vitturi - redatti in palese violazione della legge nazionale sulla tutela della fauna selvatica. Il TAR del Lazio, riconoscendo la fondatezza delle nostre eccezioni, ha garantito la sopravvivenza a migliaia di animali selvatici: le doppiette di 6 regioni, che avrebbero dovuto cominciare a sparare dal 2 settembre, grazie alle sospensive emesse dal TAR, hanno dovuto attendere altre due settimane prima di seminare il loro potenziale di morte".

"Anche questi mesi, poi, sono stati funestati dalla piaga del bracconaggio: centinaia i bracconieri - spesso dotati di regolare licenza di caccia - sono stati denunciati all'autorità giudiziaria. Le attività di contrasto sono incessanti, eppure le illegalità continuano ad essere frequentissime ogni anno, con danni incalcolabili per la fauna e l'ambiente" - conclude il comunicato della Lav.

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