Italia: al WSA per un turismo più responsabile

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Il turismo è la più grande industria del pianeta e produce il 7% del fatturato complessivo mondiale. In cinquant'anni, dal 1950 al 2000 il numero dei turisti è aumentato in maniera esponenziale, passando da 25 a 702 milioni. Ciò che impressiona maggiormente è la curva di espansione per il futuro: nei prossimi 12 anni si prevede un raddoppio dei flussi turistici internazionali. I motivi di questo inarrestabile sviluppo sono essenzialmente: l'aumento del tempo libero, l'aumento del reddito pro-capite disponibile, lo sviluppo dei trasporti e delle comunicazioni che permettono di raggiungere ogni angolo del pianeta in tempi brevi e a basso costo.

A tal proposito, in Italia, due dati su tutti: il viaggio aereo low-cost, che nel 2005 ha fatto viaggiare 10 milioni di passeggeri raggiungendo il 10% del totale del mercato, sta cambiando abitudini di viaggio e di vacanza, tanto da costringere le compagnie di bandiera a convergere verso questo modello. Le crociere rappresentano il segmento con il maggior tasso di crescita dell'intero comparto turistico: ci sono circa trenta nuove navi pronte a salpare entro la fine di quest'anno. Piove sul bagnato, dato che i principali beneficiari sono i paesi del Nord che detengono la proprietà delle grandi compagnie aeree, tour-operators e catene alberghiere.

Il settore però costituisce un'opportunità interessante anche per i paesi più poveri. Seppur con quote di mercato inferiori rispetto ai paesi del Nord, il turismo sta crescendo esponenzialmente nei paesi impoveriti, dove, tra il 1990 e il 2000, c'è stato un incremento di arrivi variabile dal 75 al 95%, contro il 38-39% di crescita dei paesi industrializzati.

Le strategie per far sì che il turismo divenga una reale opportunità di sviluppo per i paesi del Sud del Mondo possono essere così sintetizzate:
- aumentare la ricaduta sulla popolazione locale delle attività legate alle grandi industrie turistiche, favorendo i rapporti con i fornitori locali e l'impiego di forza lavoro del paese ospitante con contratti equi a livello locale/internazionale;
- incrementare la consapevolezza, la capacità e la professionalità della popolazione locale per la gestione in prima persona dei servizi turistici e dei settori ad esso correlati, attraverso la costituzione di piccole imprese o cooperative a livello locale;
- costruire politiche, modelli e processi partecipativi per un turismo che rappresenti una opportunità concreta di sviluppo economico locale sostenibile;
- informare il turista sull'impatto delle proprie scelte e quindi del suo potere di consumatore; anche tenendo conto che la domanda è in grado di influenzare le scelte dei grandi operatori turistici.

Il turismo può dunque diventare uno stimolo ed una risorsa per la lotta contro la povertà, capace di generare risorse proprie per uno sviluppo equo e sostenibile nei paesi del Sud del mondo. Il turismo può farsi cooperazione allo sviluppo quando, attraverso una pratica alternativa, offre ai viaggiatori opportunità di comprendere i meccanismi di ingiustizia e negazione dei diritti umani e al contempo è opportunità di crescita equa e sostenibile.

Il "turismo responsabile" è dentro la cooperazione allo sviluppo, è meccanismo fuori dalla vecchia riflessione dell'aiuto (ospedali, strade, ecc.) ma dentro la nuova riflessione del commercio e dei servizi ad alto valore solidale, dell'impiego di beni con ricaduta economica nelle aree dove si realizzano gli interventi, è possibilità di incremento e di autodeterminazione economica delle popolazioni ospitanti, dentro la logica del prodotto qualitativo, a sostegno della partecipazione civile e democratica, a tutela dell'ambiente e della diversità culturale.

La cooperazione internazionale può svolgere un ruolo importante nel sostenere le scelte dei governi verso uno sviluppo turistico giusto. Le organizzazioni non governative che si impegnano per cambiare gli attuali rapporti d'ingiustizia, devono richiamare l'attenzione sugli aspetti del nostro modello che non funzionano e stimolare stili di consumo più etico anche nel settore turistico, stimolando itinerari e incontri a basso impatto sociale e ambientale, ma ad alto valore culturale ed umano. Il viaggio diventa così un' opportunità di conoscenza e di incontro con il diverso, di presa di coscienza dei meccanismi generatori di ingiustizia. Nel contempo il viaggiatore diventa solidale anche nel fruire del particolare prodotto che è il turismo.

Di questo e sugli sviluppi della Nuova Cooperazione si discuterà a Trento, in un seminario di studio e nell'incontro pubblico dal titolo 'Fare Rete x uno sviluppo + umano' il prossimo 14 marzo, presso la sala di rappresentanza della Regione. Con un piccolo ma ambizioso obiettivo: l'elaborazione e la presentazione della "Carta di Trento" che aiuti la cooperazione a ragionare su sé stessa senza reticenze.

Armando Stefani
(Associazione Tremembè)

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