www.unimondo.org/Notizie/Israele-lacrimogeni-ad-Aboud-e-cooperante-respinto-53735
Israele: lacrimogeni ad Aboud e cooperante respinto
Notizie
Stampa
Giornata di manifestazione nonviolenta contro il i lavori di costruzione della Barriera metallica larga 70 metri nei pressi del villaggio cristiano di Aboud, sul confine tra Israele e la zona palestinese. La Barriera e' parte del progetto generale del "Muro di Separazione", nonostante non sia destinata a difendere il territorio israeliano da eventuali incursioni di attentatori suicidi; infatti il "Muro di Separazione" vero e proprio e' già stato terminato sulla Linea Verde (limite tra Stato d'Israele e Cisgiordania) nei pressi di Aboud, e la barriera in costruzione attualmente vicino al villaggio e' destinata a circondare i due insediamenti israeliani che sorgono nelle vicinanze di Aboud (Bet Arye e Ofarim), nonostante non ci sono mai state azioni violente da parte del villaggio di Aboud verso gli insediamenti vicini, tanto che in passato alcuni palestinesi del villaggio hanno lavorato al loro interno.
Circa 300 persone - cristiani e musulmani di Aboud, tra cui internazionali e pacifisti ebrei israeliani nonché i volontari dell'OperazioneColomba - Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII che vivono da oltre un anno ad Aboud - hanno formato un corteo pacifico, partendo dal municipio del villaggio e cercando di arrivare al cantiere del Muro di Separazione che è in costruzione vicino all'abitato palestinese. Fermati dall'esercito israeliano a circa 1 chilometro dal cantiere, i manifestanti musulmani hanno pregato insieme al Mufti di Gerusalemme Tamimi. Presenti anche molti cristiani del villaggio, ortodossi e cattolici, con Abuna Hatallah rappresentante della chiesa Greco Ortodossa. Dopo la preghiera i manifestanti hanno proseguito, giungendo fino a 500 metri dal cantiere nonostante i ripetuti lanci di gas lacrimogeni (CS, cancerogeni) e di "sound bombs" che hanno costretto alcuni partecipanti, specialmente gli anziani, ad allontanarsi e abbandonare la manifestazione. Non ci sono state azioni violente da parte palestinese grazie al buon coordinamento degli organizzatori. Dopo un sit-in di mezzora tutti sono rientrati pacificamente al villaggio accompagnati e protetti da un cordone di pacifisti ebrei israeliani. Si registrano alcuni intossicazioni da gas lacrimogeno, e uno ferito più grave con un'ustione su metà del viso causata da un lacrimogeno sparato dai soldati ad altezza uomo.
Con i lavori di costruzione di questa barriera 25 ettari di terra coltivata (gran parte a ulivi) verranno distrutti e altri 300 ettari (un terzo della terra del villaggio) verranno separati per sempre dai loro proprietari a causa della barriera in costruzione che dista fino ad un chilometro dagli insediamenti. Anche una falda acquifera sotterranea verrà separata dal villaggio a lavori ultimati. Tra la gente del villaggio ci sono cristiani cattolici, ortodossi e mussulmani. Il Muro aggiuntivo vicino al villaggio potrebbe avere lo scopo di annettere ad Israele le due colonie di Ofarim e Bet Arye costruite nel 1980 su terra di Aboud e definite illegali da una risoluzione del Consiglio di Sicurezza
delle Nazioni Unite. Un appello contro il Muro ad Aboud è disponibile sul sito dell'Operazione Colomba.
Intanto dall'organizzazione Cric arriva la notizia che lo scorso 14 novembre il cooperante Meri Calvelli è stato respinto dalla sicurezza israeliana per generici "motivi di sicurezza", dopo 26 ore passate tra intimidazioni e minacce e dopo una notte rinchiusa in cella. Meri, oltre ad essere rappresentante del CRIC, gestisce un progetto di gestione e riciclo dei rifiuti solidi urbani nella Striscia di Gaza cofinanziato dal Ministero degli Esteri italiano. "Questo e' solo l'ultimo caso in cui la sicurezza israeliana impedisce il passaggio ai cooperanti che lavorano nei Territori Occupati Palestinesi, a cui si puo' accedere unicamente attraverso i confini israeliani" precisa una nota del Cric. "Israele, ostacolando il lavoro delle organizzazioni umanitarie in Palestina, mostra ancora una volta netta opposizione ad ogni processo di pace! Mentre il Presidente Ciampi dichiara che la sicurezza di Israele va garantita, Israele nemmeno rispetta le richieste delle nostre rappresentanze diplomatiche" conclude la nota del Cric a cui hanno aderito Arci, Centri Rousseau, CISP, CISS, COSPE, EducAid, GVC, ICS, MOVIMONDO, PEACE GAMES, VIS. [AT]