Israele/TPO: condanna degli attacchi, denuncia dell'embargo

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Numerose le reazioni internazionali all'attentato di ieri contro la scuola Yeshiva di Gerusalemme che ha visto l'uccisione di otto civili israeliani tra cui quattro bambini. "Condanniamo nel modo più totale questo attacco deliberato contro i civili israeliani e chiediamo che tutti i gruppi armati cessino di prendere di mira la popolazione civile" - riporta un comunicato di Amnesty International. Amnesty ha chiesto al governo israeliano di astenersi, nel rispondere alle uccisioni di ieri a Gerusalemme, da attacchi che mettano in pericolo la popolazione civile palestinese. "Le vite dei civili palestinesi non dovranno essere messe a repentaglio in conseguenza dell'attacco di ieri, di cui non hanno alcuna responsabilità. La popolazione dei Territori occupati non dovrà subire ulteriori punizioni collettive da parte delle forze israeliane" - sottolinea Amnesty.

"Dobbiamo porre fine a questo rabbioso ciclo insanguinato: non più uccisioni a Gerusalemme, non più uccisioni di palestinesi a Gaza, basta con le uccisioni ovunque" - afferma Gush Shalom il "blocco di pace" israeliano fondato e diretto dall'ex-parlamentare Ury Avnery. In un appello riportato dall'agenzia Misna, Gush Shalom chiede con forza "porre fine a questo rabbioso ciclo insanguinato. Non più uccisioni a Gerusalemme, non più uccisioni di palestinesi a Gaza, basta con le uccisioni ovunque. Il ciclo di vendetta su vendetta e odio su odio continua a svilupparsi ed esige nuove vittime ogni giorno. Questo ciclo deve essere spezzato. Un cessate-il-fuoco totale deve essere raggiunto, incluso qualsiasi attacco di israeliani a palestinesi e di palestinesi a israeliani, incluse tutte le forze e tutte le organizzazioni in ogni area e località, creando un'atmosfera migliore per l'avvio di negoziati seri".

Ieri il Consiglio dei diritti umani dell'Onu ha approvato una risoluzione che condanna gli attacchi israeliani nei Territori palestinesi occupati (Tpo) e in particolare nella Striscia di Gaza. Approvata con 33 voti a favore, 13 astensioni e il voto contrario del Canada la risoluzione ha visto l'astensione di sette paesi dell'Unione Europea (UE) che siedono nel Consiglio, Italia inclusa, in quanto a loro avviso la risoluzione non è equilibrata, mentre Israele e gli Stati Uniti non partecipano ai lavori del Consiglio. La risoluzione condannare gli attacchi missilistici di Israele nella Striscia di Gaza in quanto "crimini di guerra" e "punizione collettiva contro la popolazione palestinese", ma chiede anche "la fine immediata di tutti gli attacchi militari nei Territori palestinesi occupati e dei lanci di razzi da parte dei combattenti palestinesi". Sono più di mille i palestinesi uccisi in meno di un anno, incluse le 125 vittime delle incursioni israeliane a Gaza nei giorni scorsi.

Amnesty International nei giorni scorsi aveva condannato "tutti gli attacchi contro i civili": "Gli attacchi illegali di una parte non possono costituire una giustificazione per le violazioni commesse dalla parte avversa. Le operazioni militari israeliane dell'ultima settimana mostrano un livello di sproporzione e sconsideratezza che ha spesso caratterizzato gli attacchi di Israele nei Territori palestinesi occupati negli ultimi anni" - afferma Amnesty.

Intanto un rapporto di alcune Ong internazionali denuncia che nella Striscia di Gaza "l'embargo economico è una sorta di punizione collettiva e sta causando una situazione umanitaria gravissima". Il rapporto "Striscia di Gaza: un'implosione umanitaria", redatto su dati Onu da Amnesty International, Care, Cafod, Christian Aid, Oxfam e Save the Children, afferma che "il blocco econonomico israeliano della Striscia di Gaza è inaccettabile, illegale e non è in grado di garantire sicurezza nè ai palestinesi e nemmeno agli israeliani".

Il documento, inoltre, invita i governi dell'Ue ad atti concreti e a fare "maggiori pressioni su Israele per consentire l'apertura delle frontiere con la Striscia e porre fine al suo isolamento" abbandonando una volta e per tutte "la politica di non-impegno e avviando negoziati con tutte le parti in causa, incluso Hamas" e chiede al governo israeliano e ai gruppi armati palestinesi di "porre immediatemente fine agli attacchi contro le popolazioni civili".

Il blocco imposto da Israele dal giugno scorso ha reso l'80% delle famiglie palestinesi totalmente dipendenti dagli aiuti umanitari e la situazione rende inevitabile il "collasso economico della Striscia". L'introduzione del rapporto critica come "fallace" l'affermazione israeliana che Israele non è più tenuta a rispettare le norme tipiche delle occupazioni militari perchè si è ritirata dalla Striscia nel 2005. "In realtà, Israele ha l'effettivo controllo della Striscia in virtù del controllo totale che esercita sui confini di terra, sullo spazio aereo, sulle acque territoriali e sul movimento di persone e merci - afferma il rapporto. Le autorità israeliane sono quindi obbligate dal diritto umanitario internazionale e dalle leggi sui diritti umani ad assicurare il benessere della popolazione palestinese del Territorio occupato". [GB]

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