Israele/Libano: non si ripeta la vergogna dei Balcani

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"Non possiamo tollerare che si ripeta la vergogna dei Balcani e del Ruanda. In questi giorni si sta ripetendo in Medio Oriente quanto già accaduto all'inizio degli anni '90 nei Balcani e in Ruanda, quando i più potenti fra gli stati membri dell'Onu ne ritardarono l'indispensabile ruolo e, successivamente, lo resero inefficace incrinando la credibilità della massima organizzazione mondiale" - afferma un comunicato della Tavola della Pace. "Mentre in Medio Oriente si sta consumando una strage di civili e di ora in ora si aggrava una nuova catastrofe umanitaria, nonostante la corale invocazione della società civile e di alcune leadership politiche illuminate, alcuni Stati stanno impedendo la rapida messa in opera di una forza di interposizione e stabilizzazione delle Nazioni Unite" - riporta la Tavola della Pace.

"L'Italia e l'Unione Europea devono rompere gli indugi e adottare subito una decisione formale di "azione comune" ai sensi dell'art.14 del Trattato sull'Unione Europea, con la quale mettere a disposizione delle Nazioni Unite le sue capacità militari e civili da impegnare per la forza di interposizione delle Nazioni Unite da inviare nel sud del Libano e nella Striscia di Gaza. Questa decisione dovrebbe porre i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu di fronte alle loro responsabilità e far cessare l'attuale pretestuoso, scandaloso tergiversare di cui stanno dando prova alcuni stati. L'Italia e l'Europa non possono tollerare che si ripeta la vergogna dei Balcani e del Ruanda. L'Europa non può tollerare il ritorno alla barbarie. L'Italia e l'Europa debbono agire con determinazione per mettere l'Onu, una volta per tutte, nella condizione di esercitare con tempestività ed efficacia il ruolo di garante della pace, dei diritti umani e della sicurezza internazionale".

"Confidiamo nel coraggio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il quale, dopo aver denunciato la mancata assunzione di responsabilità dell'UE negli anni passati, ne reclama oggi il ruolo attivo di operatrice di pace e sicurezza nel quadro delle Nazioni Unite e della legalità internazionale dei diritti umani" - conclude il comunicato di Flavio Lotti e Grazia Bellini, coordinatori nazionali della Tavola della pace.

Intanto il team d'emergenza dell'Unhcr alla guida delle operazioni dell'Agenzia per la crisi in Libano ha cominciato ad arrivare a Damasco nella giornata di ieri ed è atteso a Beirut per una valutazione preliminare delle necessità delle decine di migliaia di persone sfollate che hanno cercato rifugio nelle valli di montagna fuori Beirut. "Le necessità di queste persone, in particolare quelle che hanno trovato alloggio in edifici pubblici come scuole, diverranno critici se non riceveranno adeguata assistenza" - nota l'Agenzia dell'Onu che chiede di istituire corridoi sicuri affinché gli aiuti umanitari possano raggiungere le persone bisognose: attualmente l'Unhcr non ha ancora alcuna garanzia su passaggi sicuri verso le regioni montuose. Rimane alta la preoccupazione dell'Unhcr per la sicurezza e il benessere dei circa 20mila rifugiati e richiedenti asilo, soprattutto iracheni, presenti in Libano. Coloro che si sono rivolti all'ufficio dell'Unhcr a Beirut per ricevere aiuto sono stati accompagnati in centri pubblici dove hanno ricevuto assistenza.

In Siria, i team mobili dell'Unhcr verranno al più presto dislocati sul campo per monitorare i punti dei possibili flussi di rifugiati in uscita e per incrementare l'attuale attività di monitoraggio del confine. Più di 100mila persone hanno finora varcato il confine con la Siria. Nella maggior parte dei casi si tratta di cittadini siriani che lavoravano in Libano, ma vi sono anche libanesi con legami familiari che non richiedono assistenza. Circa 700 famiglie libanesi, tuttavia, hanno chiesto aiuto e sono attualmente alloggiate in scuole e assistite dalla Mezzaluna Rossa Siriana. L'Unhcr sta lavorando in stretto contatto con altre agenzie delle Nazioni Unite e con l'Alta Commissione per l'assistenza del governo libanese. Si prevede che i costi iniziali dell'operazione dell'Unhcr saranno superiori ai 18 milioni di dollari. La prossima settimana le Nazioni Unite dovrebbero lanciare un appello congiunto d'emergenza. [GB]

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