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Ispezione civile alla base Usaf di Aviano
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Oltre 150 personalita' di tutto il mondo (tra loro molti premi Nobel, attivisti per la pace e i diritti umani, leader di diverse religioni) hanno lanciato pubblicamente un appello alla resistenza civile nonviolenta contro l'occupazione statunitense dell'Iraq (1).
La campagna si articolera' in cinque giornate di mobilitazione, puntando in particolare su azioni dirette rigorosamente nonviolente nei confronti di strutture militari statunitensi o di altri governi coinvolti nella guerra in Iraq. La prima di queste giornate e' fissata per il 19 marzo, terzo anniversario dell'inizio della guerra del Golfo. Abbiamo ritenuto di raccogliere quell'appello organizzando per quella data una ispezione dei cittadini alla base Usaf di Aviano.
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A pochi chilometri dalle nostre case c'e' - con molta probabilita' - uno spaventoso arsenale. In nome della sicurezza e della riservatezza, l'attuale governo (cosi' come tutti quelli che lo hanno preceduto) si rifiuta di far sapere ai suoi cittadini se e quante atomiche sono custodite negli appositi shelters di cui e' punteggiata la base di Aviano. Quel che e' segreto per i cittadini italiani, e' pero' pubblicamente disponibile oltreatlantico: basandosi su documenti ufficiali, un autorevole studio statunitense (2) ha stimato che la base Usaf di Aviano ospiti al suo interno almeno 50 bombe nucleari di tipo B61 (3), alcune delle quali hanno una potenza di oltre dieci volte superiore all'atomica sganciata su Hiroshima.
Mentre l'Iran viene minacciato di pesanti sanzioni perche' accusato di volere l'atomica; mentre e' ancora in corso la guerra contro l'Iraq, a suo tempo giustificata con l'asserita presenza di arsenali di armi chimiche (poi mai rinvenuti), le armi di distruzione di massa sono probabilmente qui, in casa nostra.
Il governo Usa si arroga il diritto di mettere chi non gli garba nella lista dei "cattivi", ma al tempo stesso e' il principale violatore del Trattato di non proliferazione, probabilmente ha disseminato le sue bombe in almeno sei paesi europei, si rifiuta di negoziare il disarmo nucleare, sta producendo nuove armi atomiche e si dichiara pronto ad usarle. Per smascherare questa ipocrisia e ricordare che l'incubo nucleare non e' solo un ricordo del passato ma una minaccia reale, cercheremo di effettuare un'ispezione dei cittadini presso la base Usaf di Aviano. Le Citizens' Inspections (4) sono una forma di azione diretta nonviolenta nata alcuni anni fa e gia' utilizzata in altri paesi (Belgio, Inghilterra, Stati Uniti...) per far emergere la contraddizione di quei governi che, in nome della pace, della sicurezza e della democrazia, fanno la guerra, alimentano il terrore, nascondono la verita' ai loro cittadini.
Chiederemo quindi di visitare l'interno della base, ed in particolare gli shelters che potrebbero ospitare le atomiche; cercheremo di porre domande al personale militare e civile della base; filmeremo e renderemo pubblica l'intera azione. La delegazione di ispettori sara' composta da parlamentari, esponenti della societa' civile, tecnici e scienziati, attivisti dei movimenti per la pace.
Chi volesse partecipare all'iniziativa o collaborare in qualsiasi maniera alla sua riuscita, e' pregato di mettersi in contatto con: Lisa Clark,
e-mail: [email protected], tel. 3483323254, Tiziano Tissino, e-mail: [email protected], tel. 3492200890.
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Note
1. Per il testo completo dell'appello e l'elenco delle adesioni: http://globalcalliraq.org
2. Tra gli studi piu' recenti spicca il rapporto "U.S. Nuclear Weapons in Europe" del Natural Resource Defence Council: www.nrdc.org/nuclear/euro/contents.asp
3. Cfr. l'articolo "The B61 family of bombs" su "Bulletin of the Atomic Scientists", www.thebulletin.org/article_nn.php?art_ofn=jf03norris
4. Cfr. www.motherearth.org/inspection/index_en.php per materiali e documentazione varia
RIFLESSIONE. PEPPE SINI: UNA POSTILLA AL TESTO CHE PRECEDE
L'iniziativa proposta nel testo che precede e' un'iniziativa nonviolenta: questo implica che essa: a) non deve mettere in pericolo la vita e l'incolumita' di esseri umani; b) deve essere fondata sulla verita'; c) non deve prestare il fianco all'opera di provocatori; d) deve avere una efficacia reale nel contrastare la violenza e nel promuovere la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Gia' troppe tragedie sono accadute.
E' compito delle persone amiche della nonviolenza essere sempre piu' rigorose, limpide e intransigenti nell'opporsi ad ogni violenza e ad ogni menzogna. Solo con la scelta della nonviolenza si puo' operare per la pace.
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Sono cose ovvie, si dira'. Ma giova ripeterle. Proprio perche' troppe volte si sono scandalosamente qualificate come
"nonviolente" iniziative che invece erano l'esatto contrario: ambigue, furbesche e ipocrite, corrotte e subalterne, e quindi complici della guerra e della violenza.
Proprio perche' troppe volte si e' prostituita la parola "nonviolenza" a designare follemente pratiche e atteggiamenti che ne sono l'opposto assoluto.
E proprio perche' e' da tempo giunta l'ora che la nonviolenza smascheri e contrasti quanti anche nel cosiddetto movimento per la pace riproducono la stessa cultura di sopraffazione, le stesse logiche di dominio, la stessa menzogna e la stessa ferocia che dicono di voler contrastare (e questi messeri cosi' facendo falsificano, degradano e rendono inane l'impegno di pace che pure quel movimento proclama).
Ebbene, occorre essere chiari, e non stancarsi di ripetere che la scelta della nonviolenza richiede rigore morale e intellettuale; rispetto assoluto della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano; nitida e salda coerenza tra mezzi e fini.
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La pace si costruisce con la pace, le armi sono sempre nemiche dell'umanita', solo la nonviolenza contrasta la violenza, solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'. Crediamo che l'iniziativa sopra segnalata possa, voglia e debba avere queste caratteristiche, di ripudio di ogni menzogna e ogni violenza: poiche' azione diretta nonviolenta questo significa, se alle parole che diciamo diamo un valore, se amiamo la verita' e vogliamo esserne testimoni.
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Coloro che invece pensano che le guerre siano buone o cattive a seconda di chi le fa, o di chi si trova al governo; coloro che pensano che sia lecito minacciare, ferire o uccidere, ovvero mettere delle persone in condizioni di essere minacciate, ferite o uccise; coloro che hanno costruito le loro carriere sull'altrui sangue versato; coloro che accecati dall'ideologia persistono nel gioco infame di scimmiottare i soverchiatori e gli assassini cosi' riproducendo ed eternando la violenza: ebbene, tutti costoro nulla hanno a che vedere con la nonviolenza, nulla hanno a che vedere con la costruzione della pace, nulla hanno a che vedere con la salvezza, la liberazione, l'affermazione dell'umanita' cosi' come essa esiste: esistendo l'umanita' solamente in quanto incarnata in singole persone che tutte devono
essere rispettate nel loro essere ciascuna titolare e portatrice di tutti i diritti umani.
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Che il 19 marzo, tutte le iniziative del 19 marzo, siano occasione di illimpidimento, di riconoscimento di umanita'; siano passi verso la sempre piu' consapevole e cogente scelta della nonviolenza, siano passi sul cammino della nonviolenza. Altrimenti non solo non serviranno a nulla di buono, ma saranno per l'ennesima volta ancora una forma di complicita' col male.
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E per concludere, breve una postilla a questa postilla di dimensioni forse gia' eccessive.
Non basta chiedere il ritiro delle truppe di occupazione straniere dall'Iraq: occorre che vi sia anche un autentico vasto intervento umanitario internazionale di aiuto alla popolazione gia' vittima della dittatura, del decennale embargo stragista, delle guerre succedutesi e in corso, della criminalita' organizzata (politica e comune) comunque essa si travesta; ed occorre altresi' un vastissimo dispiegamento di interventi di interposizione nonviolenta e di sostegno nonviolento all'affermazione dal basso del riconoscimento della dignita' e dei diritti umani - in primis il diritto alla vita e all'integrita' fisica e psichica - di tutte le persone cola' residenti; un intervento cosi' come prefigurato nella riflessione e nelle esperienze dei Corpi civili di pace: che sia azione coerente ed efficace di solidarieta', impegno concreto e verificabile di disarmo, costruzione autocentrata della civile convivenza, democrazia edificata nell'unico modo in cui si puo' edificare: nell'inculturazione e nel dialogo, nella volonta' buona e nella critica fraterna e sororale, nel sincero discutere e nella comprensiva apertura, nell'affermazione della legalita' che si oppone ad ogni lesione e ad ogni uccsione e ad ogni devastazione; nel reciproco riconoscersi e prestarsi benigna assistenza muovendo dal principio del diritto alla vita - e alla ricerca della condivisa felicita' - di tutti e di ciascuno: di ogni uomo, di ogni donna.